9. Demetrio (rev)

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Arriviamo in macchina alla villetta indicata da Eva. È una classica casetta di periferia a due piani, con il giardino anteriore in pendenza verso il cancello e il garage dietro.

Parcheggio e scendiamo, Eva a Rudy prendono i loro zaini. Io realizzo che sono l'unico a non portare niente con me. Da ragazzo non ho fatto il boy scout, ma data la situazione sarà meglio imitare i miei compagni di viaggio.

"Vedi" mi dice Eva "la recinzione e la siepe sono abbastanza alte tutto intorno al giardino, c'è il cancello della rampa del garage, anche quello abbastanza alto e con le punte di ferro in cima, l'unico varco facile da scavalcare è questo cancelletto anteriore. La camera dove ho dormito si affaccia da questa parte."

Rudy butta lo zaino oltre il cancello, scavalca e si dirige dietro la casa. Noi lo seguiamo.

'Crash'. Il rumore viene da dietro l'angolo dove era appena scomparso Rudy. Lo raggiungiamo di corsa.

"Ma Rudy! Ti avevo detto che la porta-finestra sul retro era aperta!"

"Ops, scusate... Forza dell'abitudine. Beh, adesso è ancora più aperta."

"Si, appunto, però prima si poteva chiudere da dentro, e adesso..."

"Calmi ragazzi" intervengo "non ha importanza. Ricordatevi che in giro non c'è nessuno. Se proprio vogliamo proteggerci, ammucchieremo qualcosa contro l'apertura."

Passo tra i due che ancora si guardano in cagnesco ed entro in cucina. Ho fame, apro alcuni sportelli. Fagioli, carne e mais in scatola. Piatti, cucchiai.

"Qualcuno vuole favorire? La cena del sopravvissuto è pronta."

Ci sediamo intorno al tavolo e io distribuisco il cibo. Ce lo cacciamo in bocca in silenzio a grandi cucchiaiate e in due minuti finiamo.

"Eva, ci mostri il tuo rifugio?"

Senza una parola Eva si alza e imbocca la porta. La seguiamo per un piccolo corridoio che porta alla sala. Sulla destra c'è una scala. Eva sale e noi dietro. Al piano di sopra si ferma.

"Ecco, quella è la camera dove ho dormito io. Ho messo il materasso sotto la finestra per poter guardare fuori, in caso avessi sentito qualche rumore. Qui c'è un'altra camera e lì c'è il bagno. C'è acqua calda perché c'è quella specie di bidone con i pannelli sul tetto."

"Non male per un rifugio di fortuna!"

"Ti sei sistemata alla grande."

"Grazie, ho girato molto prima di scegliere questa casa. È isolata e dalle finestre si vedono i campi e la strada per centinaia di metri. Se facciamo dei turni di guardia, nessuno dovrebbe poterci prendere di sorpresa."

"Non so se sei pessimista o inguaribilmente ottimista. Chi dovrebbe sorprenderci? Non c'è nessuno tranne noi, fino a prova contraria."

"Questo io non lo so. Io mi sentirei più sicura se qualcuno sorvegliasse. Stando da sola la notte scorsa non riuscivo ad addormentarmi. A ogni minimo rumore mi svegliavo, fino a che non ce l'ho fatta più e sono crollata accasciata alla finestra."

"Io mi offro volontario per il primo turno, fare tardi la sera non è un problema per me."

"Ottimo Rudy, io faccio il turno di mezzo e Demetrio fino all'alba? Ci si dà il cambio dopo due ore e mezza?"

"Per me va bene. Ora ficchiamoci in branda, che domani all'alba dobbiamo partire e trovare un modo per attraversare il muro."

Rudy va a sistemarsi nella stanza sul davanti e io ed Eva nell'altra.

"Io vado in bagno per prima."

"Certo, prima le signore."

Che situazione imbarazzante. C'è solo un letto matrimoniale. Non so proprio come devo comportarmi. Eva va in bagno e io mi siedo sul bordo del letto. Che faccio, propongo di dormire per terra? O devo fare finta di niente? Siamo pur sempre un uomo e una donna adulti. Di là c'è un ragazzino. Non so se spogliarmi e mettermi sotto le coperte o rimanere vestito.

Eva interrompe i miei pensieri uscendo dal bagno vestita com'era prima, ha tolto solo le scarpe. Si stende dall'altro lato dandomi le spalle e bofonchia: "Notte"

"Buonanotte Eva."

Vado in bagno a mia volta. All'uscita passo da Rudy, che guarda fuori con le mani sotto al mento e le braccia appoggiate al davanzale. Mi siedo di fianco a lui.

"Vista così al buio, sembra una notte tranquilla come tutte le altre" dico con aria casuale.

"È la notte tranquilla più inquietante della mia vita, zio."

"Non pensavo che fossi inquieto, hai sempre un'aria così rilassata, quasi scocciata."

"È la mia posa. Quando stai dove sto io, non puoi dimostrare debolezza."

"Io ho paura, devo confessarti. Tu sei spaventato?"

"Diciamo che sono molto contento di averti incontrato, anche se non lo dimostro."

Gli sorrido, sospettavo che sotto la sua faccia da schiaffi si celasse un cuore.

"Sei un bravo ragazzo" gli dico sperando che sia la frase più appropriata.

"Ehi, non ti allargare, zio. Io sono tutto tranne un bravo ragazzo."

"Come vuoi. Buona guardia. A domani."

"Notte, zio."

In camera Eva è immobile sul fianco, con una mano sotto il viso. Il respiro regolare mi dice che sta già dormendo. Mi fermo per un attimo a guardarla. La mia prima impressione era corretta: è davvero molto bella. È una donna che potrei soffermarmi a desiderare, in una situazione diversa. Non è del tutto certo che riuscirei ad attirare la sua attenzione, in un contesto normale. Certo che se mi becca qui a guardarla mentre dorme come un maniaco...

Mi stendo sull'altro lato, dandole a mia volta le spalle. Mi perdo in pensieri vaghi fino a che il sonno mi coglie.


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Il serraglioWhere stories live. Discover now