21 - Rovina

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I funerali si erano svolti in modo piuttosto sobrio, nonostante ci fosse mezza Corte presente. Non era di certo una cerimonia cristiana – anche se non erano Demoni nel senso religioso del termine – ma sembrava più un rito arcano.

Quello che pareva un sacerdote si era sporcato la fronte di sangue – Alexander mi spiegò all'orecchio che si trattava di quello di Gwendolin stessa – ed aveva pronunciato diverse parole in latino. Poi aveva dato fuoco alla pira dove si trovava il corpo, non prima che i famigliari più stretti si tagliassero il polso e versassero qualche goccia sulle labbra morte della giovane.

Era stata qualcosa di macabro ed inquietante, soprattutto la parte del sangue. Ero rimasta ad occhi sbarrati tutto il tempo, e non appena le persone cominciarono ad allontanarsi dal cimitero, non potei non correre letteralmente via. Ma erano Demoni o vampiri?

Chiusi la porta della camera, mentre cercavo di togliermi dalla testa quelle immagini. Ero abituata a sobrie cerimonie mondane, con una tomba e qualche parola in latino, non a riti sanguinari.

«Miss Victoria?», chiese la voce di Adrienne, fuori.

La feci entrare, ancora scossa. «Hai bisogno di qualcosa, Adrienne?».

«Beh, volevo dirvelo prima che lo veniste a sapere da altri. Sapete, noi servi siamo invisibili per i padroni, e lavoriamo in tutte e quattro le ale del Palazzo, quindi conoscere i pettegolezzi è facilissimo...». Si stava tormentando le mani, e non mi guardava negli occhi.

Annuii, incoraggiandola a continuare.

«Beh, ecco... in giro si dice che voi...», ma fu interrotta da qualcuno che bussava alla porta. Sussultò, come se avesse preso la scossa.

«Apri, femmina», esordì la voce in corridoio. Stavo per rispondere con parole poco carine, quando Adrienne si scusò ed obbedì al posto mio.

Alexander entrò e la vide per mezzo secondo, per poi focalizzarsi su di me. «Fuori di qui», le disse senza neanche darle un po' di attenzione.

Adrienne fece un inchino frettoloso ed uscì, chiudendosi la porta alle spalle, non prima di avermi lanciato uno sguardo desolato.

«Io e te dobbiamo parlare», cominciò, guardandomi duro. Stringeva i pugni, e le spalle erano rigide.

«Lo avevo capito», sbottai. Mi era passata? No. E poi non ero proprio dell'umore giusto, al momento.

«Gwendolin è stata trovata morta nella sua stanza, avvelenata», spiegò in modo lento, affinché capissi.

«Me lo hai già detto». Dove voleva arrivare? Mi tornarono in mente le scene della cerimonia. Repressi un conato di vomito.

«Nonostante il corpo sia stato rinvenuto soltanto da pochi giorni, dall'autopsia risulta che è morta due settimane fa, la sera della festa», continuò, continuandomi a fissare glaciale, «e tutti hanno partecipato, tranne una persona, che se ne è andata via prima e che si è trasferita in un'altra ala – forse per non destare sospetti».

Lo guardai a bocca aperta. «Non puoi sul serio pensare che sia stata io».

«Eppure, dopo la scenata di gelosia che mi hai fatto...».

«... non era gelosia!...».

«... l'unica con un movente saresti tu», continuò, senza considerare la mia precisazione a metà della sua frase.

Mi alzai e gli diedi una forte pacca sulla spalla. «Sta' a sentire, bello mio, per quanto io sia interessata a te, non vali neanche lo sforzo di un omicidio. Credi davvero che ne sarei capace?». Lo guardai negli occhi, cercando qualcosa. Davvero mi credeva capace di un omicidio per una litigata? I suoi occhi erano freddi, accusatori.

«Mia madre mi ha detto tutto. Sul muffin. Lo hai fatto già una volta», spiegò in tono serio. Troppo serio perché potessi sperare in uno scherzo.

Aprii la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Ero davvero scioccata. Come si permetteva Cordelia di mentire? Avrebbe potuto lasciare la scusa del soffocamento, e tutto si sarebbe svolto ugualmente – tranne questa assurda accusa. Lo guardai, senza sapere cosa dire.

Alexander annuì, abbassando gli occhi. «Come immaginavo», disse per poi uscire.

Io rimasi lì, immobile. Non tentai neanche di chiarire, correndogli dietro. Non sarebbe servito, non contro l'Imperatrice, non contro quel testardo di Alexander che non voleva essere sfidato.

Una rabbia mi montò dentro. Aveva voluto la mia rovina, quella donna? Bene, l'avrei ripagata con la stessa moneta. Era riuscita in poche parole a demolirmi. E non perché mi importasse ciò che la Corte pensasse. Sapere che il Principe mi considerava un'assassina era qualcosa di indescrivibilmente odioso. Si stava facendo un'idea di me sbagliata, e, conoscendolo, non sarei riuscita a cambiarla. No, l'unica in grado di farglielo capire era la stessa che gli aveva messo la pulce nell'orecchio.

Presi una decisione che qualche giorno prima mi avrebbe fatto ribrezzo. Asciugai le lacrime silenziose che stavano scendendo per le guance e mi cambiai velocemente. Non volevo indossare l'abito del funerale di Gwendolin, anche se il mio umore restava piuttosto nero. Aprii la porta ed osservai il corridoio, sperando ingenuamente di vedere Alexander tornare e rimangiarsi tutte quelle parole. Ma così non fu.

Presi un profondo respiro e mi diressi a grandi passi verso il salone principale. Wladimir era seduto sopra il suo trono, e stava parlando con un nobile. Quando mi vide chiese a tutti di uscire, guardie incluse.

«Posso fare qualcosa per te, Victoria?», chiese, appoggiando distratto il volto su una mano.

«Accetto la vostra proposta», esordii. Non avrei lasciato che quella donna mi detronizzasse, e l'unico a potermi proteggere sembrava essere l'Imperatore, considerando che l'Imperatrice mi stava lentamente scavando la fossa ed il Principe mi guardava come se fossi un mostro.

Wladimir sorrise, per poi massaggiarsi il mento. Ci volle un po' affinché rispondesse, ed io ebbi paura di essere arrivata troppo tardi. Si era già stancato di corrermi dietro? Non avrei avuto nessun tipo di protezione? Poi prese la parola, finalmente, e ricominciai a respirare, non accorgendomi che avevo smesso, nell'attesa della sua risposta. «Le condizioni sono cambiate, mia cara».

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Zan zan!

Secondo voi cosa vorrà cambiare Wladimir di questo accordo?

E Victoria accetterà?

Per saperne di più dovrete aspettare domenica C:

Mi sento in dovere di dirvi che mancano pochissimi capitoli alla fine, non vorrei ritrovarmi un mercenario in casa come reazione all'epilogo (lo sapete che sono sadica ♥).

Grazie mille a chi vota, perché mi fate capire che il tempo che uso per dedicarmi alla scrittura non è del tutto perso - e mi invogliate a continuare, altrimenti avrei già cancellato da tempo questa storia - e a chi commenta, perché mi fate riflettere e mi fare morire dalle risate!

Varura

Deimon - La corte del DemonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora