17 - Festa in maschera - 2a parte

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Wladimir stava ballando con una donna in abiti settecenteschi. Un corsetto ben tirato era ornato di diamanti, mentre la gonna era così ampia da nascondere le gambe dell'Imperatore, che le volteggiava ben stretto. L'acconciatura era complicatissima, e creava delle coroncine intorno alla testa della nobile Demone. Intuii fosse Lady Mildred, non solo da come Wladimir le lanciasse sguardi lascivi – il contegno non era di casa – ma anche dalla persona da cui si era travestita la donna: Madame de Pompadour, l'amante ufficiale Luigi XV.

Almeno aveva senso dell'umorismo.

Non riuscii a stare neanche un po' da sola con Alexander, che pareva insolitamente di buon umore. Ovviamente non potei mangiare nulla, e mi pentii del mio travestimento. Delle tavole correvano sui tre lati del salone, mentre il quarto era occupato dai troni sopraelevati. Tutto aveva un aspetto succulento, e fui tentata di sfilarmi la maschera ed abbuffarmi come se non ci fosse un domani.

Molti nobili vennero a salutare il Principe, il quale discorreva disinvolto. Era proprio a suo agio, come se fosse nato per essere carismatico. Quella sera stava dando il meglio di sé, e ne fui piacevolmente stupita.

Chiacchierando di misure militari, la sua mano si depositò sul mio fianco, attirandomi a lui in un abbraccio. Il generale dell'esercito – un regno di Demoni con un esercito! – si congedò, ed io non potei far altro che salutarlo con un inchino della testa.

«Finalmente soli», borbottò Alexander. Ero al settimo cielo, ma ovviamente non era destinato a durare.

«Principe», lo chiamò qualcuno. Ci voltammo, per vedere Augustus avvicinarsi e fare un inchino. «Avete visto la mia fidanzata?», chiese.

Aprii il ventaglio e cominciai a sventolarmi distratta. Che sciocca, non poteva di certo riconoscermi con la maschera.

Sentii Alexander accanto a me irrigidirsi. «No, non ne ho avuto l'occasione».

Il Silentowl annuì e con un «Vogliate scusarmi», si congedò.

Prima che potessi ringraziare il Principe per avermi coperta, la Regina di Cuori ci venne incontro. Mi fece i complimenti per l'abito, ed io risposi con un inchino, sempre in silenzio. Parlò per un bel po' con il figlio, probabilmente per distrarsi dalla situazione in cui si trovava a quella festa, ma poi si eclissò senza neanche salutare.

Era scappata, e capii quando si avvicinò Wladimir. Era vestito di bianco, ed aveva delle ali piuttosto realistiche dietro le spalle. Un angelo con gli occhi criptici e freddi, davvero inusuale. Anche con i capelli biondi e un'aureola in testa non sarebbe mai passato per una brava persona. Insieme a Lady Mildred si intrattenne un po' con noi. La donna non brillava certo di astuzia, e non stava attenta a nasconderlo. Dalle risposte che diede, intuii che fosse piuttosto superficiale. Cordelia era sicuramente a tutt'altro livello. Eppure qualcosa doveva aver attirato l'attenzione del re.

La osservai, lieta per una volta che la maschera potesse nascondermi. Wladimir doveva aver trovato una somiglianza in noi, se mi aveva fatto quella proposta indecente. Trovando l'elemento in comune, forse sarei uscita da quella situazione.

Non aveva nulla di eccezionale, se non un decolleté piuttosto generoso, che non nascondeva: il corsetto era strettissimo, ed il seno pareva voler scoppiare. Una sola parola poteva riassumere quella donna. Volgare.

Alexander la guardava con freddo distacco, mentre Wladimir non faceva che lanciarle occhiate. Poi tornarono a ballare, dove potevano stare appiccicati senza attirare l'attenzione – che calamitavano comunque, dato che la festa era in suo onore e stavano ampiamente dando spettacolo.

Un'ennesima coppia di nobili si fece avanti.

«Principe, posso presentarvi mia sorella? E' Hottisha Blackeye». Sapevo cosa stava facendo quel ragazzo: stava presentando questa Hottisha, sperando che il Principe la prendesse in considerazione per il trono. Andrew me lo aveva spiegato bene, sottolineando che a queste feste ogni giovane donna nubile cercava di conquistarsi le grazie dell'erede al trono.

Alexander sorrise e le baciò la mano, poi tornò ad abbracciarmi, facendo passare un braccio sulla mia schiena.

«E' un piacere conoscervi, miss Hottisha». Poi, con un gesto quasi teatrale, mi indicò. «E lei è la mia futura Imperatrice», disse Alexander con un sorriso, sottolineando il fatto che fosse già impegnato.

Battito cardiaco impazzito.

«Gwendolin Blackeye», aggiunse.

Battito cardiaco assente.

Deimon - La corte del DemonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora