Chapter 8

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La settimana era passata cosi' velocemente, e prima che me ne rendessi conto mi ritrovai a pensare al primo giorno di scuola,ovvero l'indomani. Avevo comprato cio' di cui avevo bisogno e la mia borsa era già stata preparata, tuttavia ero un po' stressata nel sapere che sarei stata la nuova della classe.

La domenica era uno dei giorni piu' noiosi della settimana, sopratutto quando fuori il tempo era nuvoloso e sembrava poter scoppiare un temporale da un tempo all'altro. Ho sempre amato la pioggia, le nuvole e il vento piu' di quanto sia possibile ma mi sarebbe piaciuto poter approfittare un po' del sole, che guarda caso era sparito del tutto. 

Tuttavia decisi che non avrei passato la giornata sul letto ad osservare la borsa sulla scrivania morendo dall'ansia,cosi' mi vestii ed uscii per una passeggiata, lasciando mia madre alle prese con il suo lavoro. Sapevo che lavorare come editrice era sempre stato il suo sogno ed ero felice che avesse potuto riuscire a realizzarlo, sopratutto in una città come Londra.

Il vento mi spettino' i capelli non appena richiusi la porta di casa dietro di me, ma respirai a pieni polmoni la brezza fresca e l'odore delle piante, sentendomi già meglio e piu' rilassata di quanto lo ero stata negli ultimi giorni.

Non avevo piu' sentito Jamie, ne sua sorella, ne tantomeno incrociato Lucky e non avevo fatto altro che pensare a cio' che avevo scoperto sul suo conto,chiedendomi cosa avrei dovuto fare se lo avessi incrociato,come mi sarei dovuta comportare,avrei forse dovuto evitarlo?

Arrivai al parco che era ormai vuoto, e continuai a camminare calciando i sassolini e pensando alla svolta che la mia vita aveva preso dal giorno in cui ero partita dall'Italia. Mi sembrava di vivere in un universo completamente diverso, ero un po' confusa riguardo a chi sarei diventata, a chi volevo diventare ma sopratutto riguardo alla persona che ero al momento. 

Continuai a camminare per quelle che sembrarono ore finché una goccia di pioggia non cadde sulla mia spalla nuda, facendomi alzare la testa per notare che stava cominciando a piovere abbondantemente, e io dovevo essere al almeno  mezz'ora da casa. Mi maledissi di non aver preso un dannato ombrello e mi rifugiai sotto ad uno scivolo per bambini, pensando che avrei chiamato mia madre se non avesse smesso per chiederle un passaggio in macchina.


Rimasi seduta ad osservare il vento soffiare sempre piu' forte, le strade erano completamente deserte e un po' mi chiesi che cosa facevano le persone la domenica quando non riempivano i quartieri, come passavano il loro tempo dietro ad una finestra. Mi ritrovai a pensare ai tempi in cui restavo chiusa in casa per giorni, senza voler vedere nessuno, e pensai che probabilmente tutti avevano avuto quel tipo di momento in cui restare soli é l'opzione piu' razionale.


Alzai lo sguardo quando sentii dei passi non lontano da me e pregai che non fosse qualche idiota ubriaco che se ne andava a giro alle 9 di sera, cosi' mi rannicchiai sotto lo scivolo decidendo di chiamare mia madre poiché la pioggia non faceva che aumentare. Prima che potessi cercare il numero nella rubrica, una voce mi fece sobbalzare portando la mia testa a scontrarsi contro il legno duro.

"Ancora tu?"- sentii qualcuno ridere mentre mi massaggiavo la fronte dolorante.

I miei occhi arrabbiati incontrarono due iridi blu ghiaccio e un sorriso divertito, che mi fecero indietreggiare di scatto.

"Tutto apposto?" chiese ancora con un tono preoccupato e annuii tornando a sedermi nel piccolo angoletto.

"Che ci fai qua?" chiese ancora poggiando l'ombrello a terra e chinandosi alla mia altezza.

"Ero uscita per una passeggiata, poi beh.." cominciai

"Poi ti sei accorta che non avevi l'ombrello" rise divertito, sorrisi annuendo.

Pensare che qualche ora fà mi chiedevo se gli avrei rivolto la parola una volta incontrato,ed adesso mi ritrovavo sotto ad uno scivolo a ridere con il ragazzo piu' cattivo della città come un adolescente in preda agli ormoni.

"Senti, ti va un passaggio?" mi chiese poi prendendomi alla sprovvista

"Penso che chiamero' mia madre, ma grazie comunque" risposi afferrando il cellulare.

"Per me sarebbe un piacere riaccompagnarti, dai vieni sotto" riprese aprendo l'ombrello ed incitandomi a raggiungerlo. Non poteva comunque andare peggio, quindi mi alzai silenziosamente rannicchiandomi sotto l'ombrello scuro.

"Grazie" sussurrai mentre cominciammo a camminare lungo il sentiero.

"Com'é che ti chiami?" chiese poi rompendo il silenzio

"Angelica" risposi continuando a fissare i miei piedi

"Piacere Angelica,io sono.." comincio'

"Lucky,ci siamo incontrati al caffé" risposi pentendomene subito dopo. Non avrei dovuto dirgli che ricordavo il suo nome,mi avrebbe probabilmente presa per una stalker compulsiva.

"E anche la notte in cui ho picchiato il tuo amico" continuo' annuendo con un sorriso compiaciuto

Ahia.

Continuammo a camminare senza che nessuno parlasse e mi sentii finalmente al sicuro quando arrivammo davanti a casa mia, anche se sapere che Lucky Blue Smith sapeva dove abitavo mi inquietava leggermente.

"Ecco, siamo arrivati." dissi rifugiandomi sotto al piccolo tetto davanti al cancello, e lui sorrise.

"Buona serata." sorrise salutandomi ed avviandosi

"Lucky" lo richiamai quando fu a qualche passo da me, si giro' istintivamente guardandomi 

"Ti ringrazio" sorrisi

"Non c'é di che Angelica, ci vediamo in giro." sorrise calorosamente sparendo nel buio.

StormsWhere stories live. Discover now