Capitolo 2

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La ragazzina si svegliò urlando, le guance rigate di lacrime, che cadevano sul libro ancora aperto all'ultima pagina, stupido Conan Doyle, perché deve scrivere così dannatamente bene? Si consolò comunque col pensiero che J.K. Rowling é una scrittrice migliore, lei é LA scrittrice, una creatura con una mente superiore e....
-Basta farneticare, concentrati sul tuo lavoro e basta, devi creare un antidoto che....riporti Shinichi da Ran...
Digrignò i denti arrabbiata, perché la vita deve essere così ingiusta!?
-Cosa é successo Ai??- chiese il dottore dal piano di sopra, la ragazzina controllò l'ora sul display del cellulare, le sette del mattino. Erano passate 12 ore.
-Niente, niente, sto be...
La frase le morì in gola quando lo sguardo le cadde sulla gabbia, il topo era ancora delle sue dimensioni normali...
-Bhè ho realizzato anche antidoti che durano 48 ore, non dovrei stupirmi per uno che ne dura dodici...- ma sentiva che quello sarebbe stato quello giusto...
Scosse le testa con decisione, non poteva sperare di farcela, non poteva sperare in nulla. Poi il cellulare prese a vibrare, facendola sussultare
-Pronto?- chiese stanca, aveva fatto after per leggere uno stupido libro e ora era talmente stanca che riusciva appena a muovere la mano
-Ciao Ai- disse Conan dall'altro capo del telefono
-Cosa vuoi?
-Stanotte ho letto il libro che mi avevi prestato...
-Ah si? E dimmi...come ti é sembrato?
-Uhm...non era un giallo, comunque non sono riuscito a risolvere il mistero
-Quale?
-Quello del tizio che voleva rubare la pietra, tutti gli indizi portavano a Piton, insomma, la gamba ferita, la maledizione sulla scopa...
-Io non mi sono mai fidata di Raptor.
-Ma va? Lo dici solo perché non ti va di ammettere che neanche tu ce l'hai fatta.
-Pensa quello che vuoi. Oggi non vengo a scuola se é questo che ti stavi chiedendo
-Si, effettivamente Ayumi mi aveva chiesto di chiamarti, dici che non le rispondi
-Perché mi ha chiamato?
-Si...
-Vabbè io vado che sto lavorando
-Perché non vieni e ti distrai un po'?
Per tutta risposta lei gli  chiuse il telefono in faccia, si prospettava una noiosissima e lunghissima giornata a fissare uno stolupido topo bianco. La ragazzina salì in cucina verso mezzogiorno, dopo che il Dottor Agasa se ne fu andato via per lavoro. Aprì il frigorifero e vi immerse la faccia per sfuggire al caldo di Tokyo, prese una confezione di prosciutto cotto e del formaggio, salì su una sedia per arrampicarsi sul mobile a prendere il tostapane e i toast per farsi il pranzo. Proprio mentre stava per attaccare il panino squillò il telefono
-Pronto?- disse la ragazzina stizzita
-Ciao Ai, sono Ran, c'è il Dottor Agasa?
-In questo momento no, posso esserti d'aiuto?
-Sai quando tornerà?
-No, comunque non credo che sarà qui a breve
-Volevo sapere se Conan poteva stare a casa tua per qualche giorno perché io e mio padre dobbiamo partire
-Non può stare a casa da solo?
-Non mi fido...sembra che ci siano stati parecchi furti e non volevo lasciarlo da solo
-Va bene, non credo che al Dottore dispiaccia. -Ai giocherellava con il filo del telefono, un po' infastidita. Non le andava di avere Conan a casa, già era abbastanza difficile combattere con i sentimenti che facevano a cazzotti nel suo cuore...ma con lui a casa...come si fa a dimenticare una persona che vive sotto il tuo stesso tetto? A quanto pare Ai stava per sperimentare la difficile pratica di ignorare il ragazzo dei suoi sogni che le sta vicino. Scosse la testa per scacciare inutili pensieri, e addentò di nuovo il panino, lo finì in tre o quattro morsi, poi si richiuse nel laboratorio, fortunatamente di solito Shinichi non entrava lì dentro e, anche se fosse, non avrebbe saputo riconoscere l'effetto dell'antidoto...o almeno forse.
Accese il computer senza neanche preoccuparsi di accendere la luce della stanza che, per qualche strano caso, era sempre avvolta in una semioscurità tetra, che si infilava nel cuore dell'ex donna in nero, tramutandola di nuovo nella pericolosa Sherry, nella donna di marmo, sempre con lo sguardo fisso sul pavimento e una pistola nascosta sotto il camice da laboratorio. Si ricordava benissimo di quella notte, la notte in cui tutto era cambiato
-E non provare a fuggire, stupida Sherry!- disse Gin guardandola dall'alto in basso come solo lui sapeva fare e ammanettandola al tavolo della piccola camera a gas
-Questo é il prezzo da pagare per non averci ubbidito, e se non vuoi fabbricare l'Apotoxina, non ci sei più di alcun aiuto. Buonanotte Sherry- disse Vodka ridendo maligno.
Shiho tremava, la paura serpeggiava dentro di lei, penetrando nelle vene e percorrendo tutto il corpo, non aveva mai avuto paura di morire, di solito lo dava per scontato e basta. Ma stavolta, dopo il caso di Shinichi Kudo...non lo sapeva, seppe solo che doveva morire a modo suo almeno. Quando pensava alla sua morte pensava ad Akemi, pensava solo che da lì a poco l'avrebbe rivista...ma non era così sicura, se esiste il Paradiso, Shiho non sarebbe riuscita ad entrarci, era responsabile di molte morti.
-No, io non morirò come vogliono loro, io morirò per mezzo della stessa arma che ha ucciso tutte le cavie...
Ma sarebbe morta? Insomma, Shinichi Kudo era sopravvissuto no....
"BASTA SHIHO! COSA TI AVEVO DETTO RIGUARDO LA SPERANZA??" si rimprovero, tirò fuori la pillola dalla tasca con la mano libera e se la infilò in bocca, si coprì con una mano e la ingoió senza masticare. Aveva un spaore disgustoso. I primi minuti non fece effetto ma poi sentì un dolore acutissimo al cuore, urlò.
Le vista si annebbió e, con le braccia tremanti si trascinò sul pavimento, credeva stesse per morire. Poi si accorse di essere più....piccola, molto più piccola. Il camice e i vestiti le stavano troppo grandi, si strinse negli abiti enormi e si infilò nel condotto di scarico. Si ritrovò sulla strada di cemento bagnato a piedi nudi, faceva male ma non se ne preoccupó, aveva cose più importanti a cui pensare. Camminò piano, pensando a ció che avrebbe dovuto fare, se vagava come una barbona l'avrebbero riconosciuta, di lasciare la città in quelle condizioni non se ne parlava proprio e non aveva soldi con se. Tokyo di notte era bellissima, ma solo se si rimane in centro, Shiho era in periferia, chiusa tra spettrali vicoli bui che non portavano da nessuna parte. "Dove posso andare? Ci sarà un posto disposto ad accogliermi...Non posso coinvolgere la polizia perché l'organizzazione ucciderà tutti...perció ho bisogno di una persona che conosca l'organizzazione senza peró farne parte..." poi la risposta prese forma nella sua mente, chiara come la luce del sole. Shinichi Kudo. L'ormai ex donna in nero corse per le strade di Tokyo, ignorando gli sguardi strani della gente. Poi arrivò stremata in Via Beika, le luci dei lampioni erano accese, ma le case erano tutte spente...si diresse davanti casa Kudo...allungò la mano fino a sfiorare il tasto del campanello...
Driiiiiiiin
-ah!!!- "accidenti, devo essermi addormentata di nuovo...il sole era alto nel cielo, probabilmente doveva essere già mattina perché Ran probabilmente aveva portato Conan a casa loro.
-Ah, entra Conan, puoi sistemarti in camera di Ai che tanto c'è un letto in più
-Ooccheeeeei- la voce acuta di Conan perforó il cuore di Ai come una pallottola...ma il dolore arrivò dopo..."in camera di Ai"...

I can't stop my love for youWhere stories live. Discover now