Capitolo LXXXII

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Caldo torrido

《Sete...》sospirò Pinco , boccheggiante e sudato nei suoi abiti leggeri da tiratore.
《Porta pazienza Claudio... ancora un paio di ore e saremo arrivati all'oasi.》Lo rassicurò Marco.
《Io tornerò polvere prima che ne trascorre una.》si lamentò ancora l'arciere.
《Più parli più ti si secca la gola. Quindi , continua a camminare , in silenzio.》
《Signorsì.》rispose leggermente accigliato il compagno.

Gli esploratori della IV Legione avevano rintracciato la posizione dei prigionieri. Secondo le loro parole si trovavano nelle segrete del villaggio di El Cheopl , ad pochi giorni di marcia da Antiochia.
Sempre ascoltando i discorsi degli esploratori , avevano imparato che il complesso era un forte di base quadrata , circondato da mura e al cui centro sorgeva una torre di guardia.
I dissidenti , i ribelli , i traditori e , soprattutto , i prigionieri di guerra di quella regione venivano spediti nella prigione , dove avrebbero funto da manodopera per le miniere di argento sopra cui sorgeva lo stabilimento.

Arrivarono all'oasi.
《Ah... acqua...》squittì Pinco mentre immergeva la testa nella pozza di liquido rinfrancante.
Ottavio passò da tutti i soldati.
《Riempite le borracce e dissetatevi! La marcia proseguirá senza soste per tutto il giorno!》gridò informando ogni legionario la riunito.
Un piccolo coro di disappunto si levò dal gruppo.
《Ma è l'alba! Il sole è sorto da solamente poche ore!》si lamentò Pinco.
《Non immaginavo soffrissi così tanto il caldo Pinco.》disse curioso Marco.
《Centurione , ci sono tante cose che non sa di me...》
Marco si chiese per un istante il senso di quella frase , lasciando poi perdere.

Andò a sedersi all'ombra di un palma. Osservò il panorama. Colline doratamente spoglie si propagavano a vista d'occhio. Un cielo di un azzurro cristallino le ammantava , creando un sontuoso quadro d'insieme.

《Stanco centurione?》chiese la voce di Victorius dietro le sue spalle.
L'aquila si voltò verso il generale.
Questo si sedde al suo fianco.
《Il dovere comporta anche la fatica dux.》Lo rassicurò il principes.
《È vero. Ha ragione. Non è un panorama meraviglioso?》
《È sicuramente apprezzabile ma...》
《...Ma?》
《Ma ammetto che le verdi colline di Roma mi mancano. Mi manca la cittá. Mi manca la mia famiglia...》
《Posso capirti centurione.》
《Generale... lei ha detto che riportare alla luce era l'ultimo desiderio di mio padre. Lei ha anche conosciuto Leontis in armi , quando Cesare viveva ancora. Quando mio padre era un suo ufficiale e lei era appena entrato in armi.》asserì Marco.
Il condottiero annuì《È vero.》rispose secco.
《Quindi... quando è stata l'ultima volta che lo ha visto?》proseguì il giovane.
《Alla fine delle campagne galliche quando...》
Marco socchiuse gli occhi《Quando...?》
《La memoria mi stará giocando brutti scherzi , sará il calore. Ora la devo lasciare centurione. A più tardi.》 Il dux si alzò , sbattendo si via di dosso la sabbia su cui si era seduto.

Marco pensò. "L'ultimo desiderio di tuo padre".
Ma come poteva esserlo , se suo padre era morto e il generale per l'ultima volta lo vide in Gallia?

《Magister... lei mi nasconde qualcosa...》borbottò fra se e se l'aquila.

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