Capitolo XXXVII

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Ne resterà solo uno

La furia di quella ventina di uomini si scatenò. Seppur svantaggiati in numero , gli assedianti erano determinati a vivere oltre quel giorno. La luna assisteva silenziosa allo spettacolo , consumato in quell'angolo di accampamento.

Due legionari blu assalirono il Magister , neutralizzati con due fendenti di spada che interrompono la loro corsa in un fragore sommesso di carni lacerate in un fulmine a ciel sereno che era stato quel movimento così naturale di Victorius.

Marco fu assalito da un legionario che lo costrinse ad arretrare , due passi indietro , verso il luogo da cui era arrivato , un colpo venne intercettato a mezz'aria , una ginocchiata sferrata al basso busto dal nostro centurione costrinse a piegarsi l'assalitore , aprendo a Marco un varco sulla pelle nuda nel retro del collo. Con forza , piantò la spada , uccidendo sul colpo il soldato blu.

Ottavio fu raggiunto da due fendenti di un legionario , tutti e due evitati arretrando , con un balzo si trova poi faccia a faccia con il suo avversario , nel contempo ne aveva trafitto la corazza e il torace con la spada corta. Un secondo avversario si presentò a lui , questa volta era un lanciere , che , elegantemente , fece roteare l'arma, senza sbilanciarsi e , vedendo il colpo sferrato a vuoto , riassume la posizione di difesa , la lancia spianata verso Ottavio.

Flavio si trova ad affrontare tre avversari in contemporanea , due affondi di uno , seguiti da un fendente della lancia di un'altro , l'assalto si concluse con un assalto del terzo lottatore , parato dallo scudo e rispedito indietro con un calcio.

Victorius e Claudio si trovano faccia a faccia. Danzano in cerchio , circospetti , l'uno concentrato su ogni minimo movimento dell'altro.
Victorius vibra un colpo alto , diretto al viso , prontamente evitato dal giovane avversario. La danza riprende. Un assalto , questa volta di Claudio , viene parato dal gladio e respinto con lo scudo. Il movimento vorticoso continua imperterrito. Due assalti in contemporanea bloccano i due avversari in una situazione di stallo.
Un legionario in blu vede l'occasione di colpire. Marco , avendolo visto in tempo , interviene , parando il colpo con la spada , bloccando la lama poco distante dai due rivali. Claudio , vedendolo in difficoltà , al costo di sbilanciarsi , sferra in calcio diretto al ginocchio dell'aquila che , colpita da un avversario alle spalle , si inchina di fronte al nemico. Marco , ancora stanco dalla battaglia di quel giorno , proprio nel momento più critico viene soccorso da Ottavio che , con un colpo deciso , fa scivolare la spada sulla gola del guerriero blu , liberando Marco dall'impiccio.
Intanto , il generale aveva orchestrato il combattimento conducendolo in una zona appartata , poco distante. Il mulinello fra i due corpi proseguiva senza sosta , finché , il Magister , si accorse delle urla provenienti dall'accampamento in piazza.
Claudio iniziò a discorrere , mantenendo la guardia alta. 《Generale , lei è l'uomo più perseverante che abbia mai conosciuto.》《E tu uno dei più sfuggenti , ma anche dei più crudeli.》si complimentò il rivale. Poi , continuando 《Perchè avete voluto venire voi da me? Perchè non scappare?》lo interrogò Victorius sperando di ricavare dal giovane delle informazioni utili. 《Magister , tu sei la stella più splendente di questa costellazione , tu sei il vero nemico.》rispose il centurione di Pompeo.
《La missione non perirá senza me. Noi non ci arrenderemo mai.》contrattaccò Victorius con una affondo , di lingua e di corpo , facendo indietreggiare l'avversario. 《È qui che ti sbagli Victorius , senza di te sarete come una gallina senza testa. UCCISO TE ROMA VIVRA!》

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