Capitolo XIV

1.4K 48 1
                                    

Polvere alla polvere

Marco era tornato a Roma.
Avrebbe sicuramente preferito però farlo in un'altra occasione.
I funerali del padre erano un motivo validissimo ovviamente. Ma , lui , non avrebbe mai voluto vivere tanto a lungo da potervi assistere. Avrebbe preferito la morte in battaglia. Ma ora non poteva più morire. Non osava nemmeno immaginare di dare un altro dolore simile a sua madre. Erano uno affianco all'altra , in piedi in mezzo a un altare vicino a un tempio a Giove dall'aspetto maestoso.
L'altare invece era in onore a Minerva , dea della sapienza , a cui Leontis era particolarmente votato.

Suo padre adorava dire che Minerva avrebbe battuto Marte solo con l'astuzia senza neanche doverlo combattere.
"La battaglia perfetta è quella in cui non dovrai affrontare il nemico" ripeteva solente il padre.

Al centro di quel maestoso altare , una catasta di legno su cui erano riposti i quattro corpi dei senatori trucidati quel giorno.
Il viso di Leontis era rilassato , un'espressione di serenità , completamente diversa di quella che aveva non appena ucciso.

L'altare consisteva in una cupola bianca di marmo e delle colonne di un bianco candore che la sostenevano.

Il sole cominciava ad abbassarsi sull'orizzonte e il vento cullava dolcemente gli abiti leggeri dei presenti.

Il sacerdote si avvicinò solennemente alla catasta con una fiaccola in mano.
La posò vicino al legno e aspettò che le fiamme facessero il loro lavoro.
Queste ultime avanzavano pigramente sui corpi e sui rami posti sopra l'altare in un pigro scopiettio.

《Che la loro anima voli al cospetto di Giove , serva Minerva , combatta per Marte e che banchetti con Bacco.》Pronunciò il sacerdote.

Marco ammirava il corpo di suo padre e ne osservava le membra scomparire lentamente.
Una parte della sua vita era irrimediabilmente finita.

Roma InvictaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora