25 - Lotta per lei

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5 Luglio 2023, Torino

PIETRO'S P.O.V.

Era passata ormai una settimana dal giorno della laurea di Beatrice - che, tra l'altro, aveva conseguito con un fantastico 108 -, e credo sia stata la settimana più incasinata della mia vita. Quel giorno, una volta usciti da quella grande struttura, mente andavamo a mangiare, Sergio, il padre della castana, mi prese in disparte dicendomi che io guardavo sua figlia con occhi innamorati. Provai a smentire, anche perché non mi ritenevo innamorato lei - semplicemente pensavo di essere ancora attratto, forse interessato ma niente di più -, lui però insistette affermando che mi si leggeva in faccia.

La cosa che mi stupì di più è stata che mi ha detto letteralmente "Lotta per lei", sostenendo che, anche se probabilmente non ne era consapevole, la ragazza provava gli stessi sentimenti. Mi ha fatto promettere di trattarla bene e poi mi ha lasciato lì, solo con i miei pensieri.

Quel giorno, prima del grande momento, mi ero ritrovato a parlare anche con Flavio. L'avevo visto che si avvicinava a Beatrice e sinceramente non mi andava che la stressasse ancora, visto le condizioni in cui si trovava quel giorno. All'inizio aveva fatto un po' lo spaccone ma alla fine ero riuscito a convincerlo a lasciarla stare.

"Stellina, hai terminato il sonno di bellezza?" Jack irruppe nella mia stanza, costringendomi a spostare lo sguardo dal soffitto per portarlo su di lui. Mi ero chiuso in camera con la scusa di voler riposare anche se avevo fatto tutto meno che dormire.

"Sì, sono sveglio" risposi scocciato, mentre mi mettevo seduto sul letto. Il ragazzo mi guardò stranito. In realtà portava gli occhiali da sole ma, conoscendolo bene, potevo immaginare la confusione dietro quelle lenti scure. "Tutto bene Piè? Hai una faccia..." disse piano, avvicinandosi a me. Non pensavo di essere messo così male. 

"Jimmy tu sei mio fratello, vero?" Gli chiesi scrutandolo intanto che veniva a sedersi affianco a me, facendo abbassare il materasso. "Certo, a meno che non debba coprire un omicidio" disse serio, facendomi fare una risata.

"No, tranquillo" lo rassicurai. "Devi solo farmi sfogare e poi mantenere la bocca chiusa con gli altri" gli spiegai, sottolineando che quello che gli avrei detto sarebbe dovuto necessariamente rimanere tra noi.

"Non ti preoccupare, tanto tra dieci minuti mi sarò già dimenticato tutto" scrollò le spalle, facendomi ridere di nuovo. Effettivamente non si poteva contare sulla sua memoria a breve termine, era veramente pessima. Ma dubitavo che si sarebbe dimenticato quello che gli stavo per dire.

"Sono ancora innamorato di Beatrice, Jacopo" confessai, per la prima volta ad alta voce, sentendo uno strano magone alla bocca dello stomaco. La sua bocca si aprì leggermente, segno del suo stupore. 

"No, ok. Non credo me lo dimenticherò" disse, infatti. "Ceh, si vedeva ci fosse ancora qualcosa tra voi, ma pensavo fosse una cosa sessuale" spiegò, facendomi storcere il naso.

"È decisamente sprecata per il sesso" contestai. Quella ragazza aveva ben altro da offrire oltre al corpo, solo un cretino non se ne sarebbe accorto. "Allora sei proprio innamorato" mi prese in giro il riccio, iniziando a mettermi le mani in faccia per darmi fastidio.

"Coglione che sei" risposi divertito, spingendolo leggermente. Parlare con Jack era sempre difficoltoso, in quanto si distraeva con una certa facilità, però molto liberatorio poiché avevi la certezza di lasciare le tue preoccupazioni al sicuro nel menefreghismo del ragazzo.

"A parte gli scherzi, dichiarati se la ami" disse ovvio, come se fosse la cosa più scontata e facile da fare in una situazione del genere. Grazie Jack, grazie al cazzo, mi ritrovai a pensare.

"Dopo tutto quello che abbiamo passato non posso di certo andare da lei e dirle 'Ei, lo sai che io ti amo ancora', anche perché non credo lei ricambi" gli palesai sconfortandomi con le mie stesse parole. Una dichiarazione del genere sarebbe potuta essere distruttiva per il nostro rapporto così fragile.

"Ma se dopo tutto quello che avete passato siete ancora qua un motivo ci deve essere" spiegò, facendomi riflettere. Effettivamente il suo ragionamento tornava, ma non avevo certezze a cui aggrapparmi per fare un passo del genere. "Non so se mi sento pronto a rischiare" ammisi, abbassando la testa a guardare le mie mani. Il mio amico capì il mio stato d'animo e mi strinse un braccio intorno alle spalle.

"Mi dispiace interrompere questo momento di bromance, ma dobbiamo andare a fare le prove" disse dopo un paio di secondi di silenzio. Io feci una risata, gli lasciai una pacca sul petto e poi mi alzai, pronto ad un'altra giornata di quell'incredibile tour estivo. Giornata alla quale avrebbe partecipato, finalmente, anche Bea.

Da dietro le quinte potevo sentire il pubblico fare casino, gasandomi sempre più. Stavamo finendo di sistemare gli in-ear, pronti per esibirci in quel locale che non era troppo grande, ma ai nostri occhi sembrava immenso.

"Sono così contenta di essere finalmente qua con voi" disse Beatrice con occhi sognanti, attirando la nostra attenzione. Non riuscii a non sorridere alla vista di quella ragazza così entusiasta per un nostro concerto.

"Non sarai così sorridente quando avremmo finito" la prese in giro Andrea, meritandosi una linguaccia da parte sua. Effettivamente la ragazza aveva questa tendenza a piangere fiumi ogni volta che ci sentiva cantare qualcosa di emozionale. Poi, tra le altre cose, in quel tour facevamo lo spoiler di Nero Mascara e, nonostante io non facessi la mia strofa, avevo paura di come avrebbe potuto reagire.

Salutammo velocemente tutti gli amici e colleghi e, quando arrivò il nostro momento, salimmo sul palco pronti a dare il massimo. Come sempre, ci divertimmo da matti, saltando in giro e guardando il pubblico che cantava a squarciagola le nostre canzoni.

Mentre cantavo vedevo Bea divertirsi al confine tra il palco e il backstage, insieme a Gin, Huda, Ghera e Barto. Portava al collo la macchina fotografica che le aveva regalato Duccio, era da quella mattina che scattava foto in ogni momento, beccandoci sempre nelle pose peggiori, ovviamente.

Mentre Piccolo e Erin cantavano lo spoiler di Nero Mascara le prestai un'attenzione particolare: non saltava più, non cantava, era ferma immobile ad ascoltare le voci dei suoi amici con una mano davanti alla bocca. Avrei tanto voluto raggiungerla per stringerla tra le mie braccia ma per ovvi motivi non lo feci, contenendo quel mio istinto.

Un altro momento in cui la vidi particolarmente scossa fu nell'intro di Ric Flair. Andrea mi aveva parlato di quando la castana era andata da lui per esprimerle le sue perplessità, chiedendo se parlassi di lei. Lui mi giurò di aver fatto il vago, mentendo sul fatto che non lo sapesse neanche lui, ma penso fosse palese. Chi sarebbe mai potuta essere quella lei, se non il mio amore più grande e tormentato?

Quando il concerto finì mi sembrò durato un attimo, come se non avessimo passato più di un'ora a sudare lì sopra. Quando tornammo nel back eravamo completamente zuppi e probabilmente puzzolenti, ma carichi di quell'adrenalina che solo i live ci davano.

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Allora

vi chiedo perdono per questo capitolo terribile. In realtà l'inizio è anche bellino ma tutta la parte del concerto mi fa schifo. Non sono riuscita a renderlo come avrei voluto

Spero che non vi faccia troppo schifo, non sono sicura di volervi chiedere un parere a sto giro hahahaha

comunque ci vediamo al prossimo❤️(che giuro sarà migliore)

Back in time // FaresNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ