11 - Neanche tu

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1 Maggio 2023, Roma

I ragazzi sembravano particolarmente tesi mentre ripassavano Cambiare non posso, come se non la sapessero alla perfezione, che di lì a poco avrebbero dovuto cantare sul grande palco non molto distante da loro. Io intanto li guardavo pensando a quanto fossero belli vestiti con queste tute da piloti.

"Come ti senti?" Sentii la voce di Duccio richiamarmi dai miei pensieri. Mi girai trovandolo seduto vicino a me, non mi ero minimamente accorta che fosse arrivato.

"Bene, sono contenta di essere venuta" confessai, in parte sincera, non guardandolo per non correre il rischio di essere tradita dal mio sguardo che conteneva quella piccola parte di menzogna.

"Ma..." disse infatti il mio amico, capendo, nonostante tutto, che effettivamente qualcosa non andasse.

"Ma sono terribilmente in ansia per la tesi. Non sono pronta" mi lasciai andare mentre prendevo una sigaretta dalla mia borsa, per cercare di liberare i pensieri insieme al fumo.

"Oggi non pensarci, solo oggi, divertiti" fu il consiglio del rosso che poggiò la testa sulla mia spalla, probabilmente per farmi sentire la sua vicinanza. Restammo in silenzio qualche secondo, guardavo il fumo alzarsi verso il cielo mentre pensavo alla confusione che quel periodo stava portando nella mia vita.

"Sai anche io oggi non sto bene" ruppe il silenzio che si era creato. "Sono saliti tanti artisti incredibili su quel palco e non sono sicuro di essere alla loro altezza" decise di raccontarmi le sue paure, in parte per sfogarsi, in parte per farmi capire che non ero sola nel dolore. Lo faceva spesso: per non farmi pesare le mie insicurezze cercava di farmi notare come tutti fossimo spaventati dalla vita. In fondo, è la prima volta per tutti su questa terra.

"Forse non ti rendi conto del tuo talento" risposi sbuffando il fumo dalla bocca, pensando a quanto il mio amico, nonostante avesse meno fama, era più forte di molti artisti che erano saliti su quel palco.

"Neanche tu" controbaté lui prontamente, facendomi notare come eravamo entrambi presi dalle paranoie, entrambi pronti a riconoscere la bravura dell'altro ma troppo insicuri per vedere la propria. Feci una piccola risatina e abbassai finalmente lo sguardo verso il suo capo, ancora poggiato sulla mia spalla.

"Touché" dissi divertita, buttando per terra la cenere accumulata sulla sigaretta. Lui si spostò da quella posizione, guardando davanti a sé, e senza dire niente si alzò. Andò da Pietro, gli disse qualcosa all'orecchio per poi dargli una pacca sulla spalla. Il biondo annuì e iniziò a camminare nella mia direzione. Si sedette al mio fianco, occupando il posto dove loco prima si trovava il rosso.

"Ne hai una anche per me?" Iniziò il discorso, indicando la sigaretta che tenevo nella mano destra.

"Tra poco devi cantare, meglio che ti tieni il fiato" gli feci notare, voltandomi a guardarlo. Per quanto facessi finta di nulla, anche lui contribuiva alla confusione di quel periodo. Ero convinta di non provare più nulla eppure ci ricascavo sempre, come fosse inevitabile. Come fossimo destinati a questo limbo. O magari ero solo incapace di riconoscere i miei sentimenti, provavo a mettermi in dubbio ma ogni volta tornavo alla conclusione che io nei suoi confronti, ormai, provavo solo un gran bene.

"Ti senti meglio?" Chiese, timoroso di una mia reazione ostile. Dopo quel giorno a casa mia non ne avevamo più parlato e lui sembrava terrorizzato all'idea di tirare fuori il discorso.

"Un po'" fu la mia risposta sincera. Non ne valeva più la pena di mentire dopo che avevamo litigato proprio per la mia tendenza ad allontanarlo.

"Qualsiasi cosa ti dovesse servire io sono qui, sempre" mi prese la mano, intrecciando le sue dita con le mie, mentre con la mano libera spegnevo la sigaretta consumata.

"Ti voglio bene Piè" dissi sorridendogli, stringendo la sua mano nella mia. Ero contenta che fosse venuto da me nonostante il distacco che avevamo avuto. Come tutte le volte il nostro rapporto si stava saldando nuovamente tornando a come era in principio.

"Anche io, non sai quanto" rispose, sorridendo a sua volta. Portò le nostre mani vicino al suo viso e lasciò un delicato bacio sul dorso della mia mano.

"Raga siamo i prossimi!" L'urlo di Ghera ci costrinse a distogliere l'attenzione da noi, riportando alla realtà. Io e il biondo ci avvicinammo al resto del gruppo ancora con le mani intrecciate, che però si dovettero separare per permettere al tecnico di verificare che gli in-ear del ragazzo funzionassero.

I ragazzi si andarono a posizionare dietro al palco, pronti ad uscire non appena fosse toccato a loro, mentre io, Ghera, Barto, Huda e Gin inevitabilmente siamo dovuti rimanere a distanza. Quando la canzone partì per un attimo mi dimenticai di tutto riuscendo a concentrarmi solo sui ragazzi e sull'energia che mi trasmettevano. Li guardavo da dietro mentre ballavo con le ragazze. Vederli mentre si esibivano davanti ad un grande pubblico provocava in me uno strano senso di orgoglio, da sempre.

Sembrava passato un instante quando tornarono verso di noi a esibizione finita, facendomi rendere conto, ancora una volta, di quanto il tempo sia spinto a correre se inseguito dalla musica.

Come prima cosa mi precipitai ad abbracciare il mio migliore amico, strinngendolo a me come se non lo vedessi da tempo.

"Hai visto Pippi? Sei all'altezza" gli dissi con un sorriso a trentadue denti, mentre stringevo il suo volto tra le mie mani per costringerlo a guardarmi. Lui non rispose, fece solo un ampio sorriso e si buttò nuovamente tra le mie braccia.

Quando ci staccammo andai a complimentarmi anche con tutti gli altri. Erano stati davvero incredibili e io diventavo sempre più convinta del fatto che un giorno sarebbero riusciti a riempire gli stadi.

"Piaciuto lo spettacolo?" Mi chiese Pietro, quando mi avvicinai per abbracciarlo. Io annuii con la testa sul suo collo, godendomi quel contatto.

"Sì Princi, siete stati bravissimi" risposi qualche secondo dopo, quando i nostri corpi si separarono. Lui fece un sorriso sincero, ringraziandomi silenziosamente, e restammo lì a guardarci qualche istante, finché non fummo chiamati a rapporto da Ghera.

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Capitolo undici!

Un po' mid, non mi fa impazzire ma ce lo facciamo andare bene.

Come sempre, ditemi che ne pensate,
Al prossimo❤️

Back in time // FaresWhere stories live. Discover now