10 - Manie di persecuzione

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2 Novembre 2020, Empoli


"Come siamo belle" si complimentò Pietro quando mi vide uscire dal portone di casa. Quel giorno mi aveva chiesto di andare con lui a fare un giro in centro. Duccio aveva provato a convincermi del fatto che fosse un'appuntamento ma io ero sicura che fosse una cosa tranquilla tra amici.

"Grazie princi" lo ringraziai leggermente imbarazzata mentre lo andavo a salutare con un leggero bacio sulla guancia. In quei giorni avevo accettato che per me era più di un'amicizia questa, però cercavo sempre di ignorare la cosa consapevole che per il biondo non fosse lo stesso.

"Vedi di riportarmela ad un orario decente" mi girai sentendo la voce di Duccio alle mie spalle. Il rosso era fuori al balcone, con una sigaretta in mano e lo sguardo fisso su di noi.

"Non preoccuparti, non te la rubo" rispose divertito il biondo, salutando poi con la mano il nostro amico. Io feci lo stesso, lui ricambiò e noi salimmo in macchina.

"Pronta al pomeriggio migliore della tua vita?" Chiese sorridente mentre metteva in moto l'auto pronto a dirigersi in centro.
"Non peccare di arroganza Serafini" lo presi in giro divertita. Lui fece una piccola risata e partì, facendo iniziare questo pomeriggio.

Il viaggio passò tranquillo, parlando del più e del meno come avevamo sempre fatto. Ogni tanto mi giravo a guardarlo di profilo, concentrato alla guida, cercando di non incantarmi troppo. Parcheggiò, inserì il freno a mano, si slacciò la cintura e si voltò verso di me. "Ti ho vista" disse solo, senza aggiungere altro.

"In che senso?" Tentai di fare la finta tonta, fingendo di non sapere a cosa si riferisse mentre arrossivo per l'imbarazzo.

"Ti ho vista che mi fissavi" specificò con un sorrisetto divertito in volto. Aveva pienamente ragione, ma non potevo di certo dargliela vinta.

"Hai le manie di persecuzione tu" lo presi in giro facendogli la linguaccia, prima di scendere dall'auto. Lo sentii ridere prima che copiasse la mia azione iniziando a camminare con me per le vie del centro della nostra città. "Che facciamo?".

"Innanzi tutto dobbiamo andare in quel negozietto bellissimo vicino la piazza che l'altro giorno ho visto un vestito troppo bello. Lo devo avere" comunicai a Pietro, non riuscendo a non pensare a quell'incredibile abito corto, verde, aderente sul busto, con la gonna morbida e uno scollo incredibile sulla schiena. Fu amore a prima vista e mi ero ripromessa che l'avrei comprato al più presto.

"Come vuole lei principessa, andiamo a prendere questo vestito" mi assecondò, afferrando la mia mano e iniziando a camminare verso il negozio. Questo contatto mi prese totalmente alla sprovvista tanto che non riuscii a rispondere, troppo concentrata sulle nostre mani unite. Quel ragazzo mi faceva sempre più effetto, ogni giorno che passava.

Arrivammo in poco tempo, non eravamo molto lontani, e io subito mi precipitai dentro a chiedere alla commessa la mia taglia di quell'abito, indicandolo in vetrina. Lei mi disse di aspettare lì, che sarebbe andata a prenderlo.

"E' veramente bello, sono sicuro che ti starà benissimo" mi disse Pietro, mettendo un braccio intorno alle mie spalle. Arrossii sorridendogli e ringraziandolo con voce flebile.

La commessa in poco tempo tornò con il mio vestito, indicandomi dove si trovavano i camerini che avrei potuto utilizzare per provarlo. Ci dirigemmo verso la direzione indicataci dalla ragazza e io entrai subito, piena di entusiasmo, mentre il biondo mi aspettò fuori.

Iniziai a spogliarmi e, una volta rimasta in intimo mi infilai il vestito dalle gambe. Questo però si chiudeva tramite dei bottoni dietro al collo ai quali, ovviamente, non arrivavo quindi, anche se abbastanza imbarazzata, mi rassegnai a dover chiedere aiuto al ragazzo che mi stava aspettando fuori il camerino.

Back in time // FaresWhere stories live. Discover now