Capitolo 14. -La svolta-

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"Harry per favore slegami.." Disse lei con un filo di voce.
Tornai in camera e la slegai, mentre sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso.

Mi ringraziò e si massaggiò un po' i polsi, che avevano tutta la mia attenzione. Lei continuava a guardarmi e lentamente spostò la sua mano, accarezzando la mia ma con un veloce scatto la allontanai mentre guardavo Jessica negli occhi. " che cazzo ti salta in mente?!" Quasi urlai.
Ero arrabbiato sia con me che con lei.
Con me perché non riuscivo ad arrivare a nessun obbiettivo che mi ponevo, con lei perché era sempre così semplicemente bella e stronza.
Forse avevo anche paura di innamorarmene come l'ultima volta, non volevo più cascarci.
Cominciò a scusarsi.
Dio mio, perché ti scusi? Perché sei fottutamente piccola e fragile? Mi fai solo venire voglia di abbracciarti, cazzo.
Uscì dalla stanza velocemente, avevo bisogno di stare solo.
*
Non ero andato lontano, ero nel giardino di casa, ma ero consapevole che non sarebbe mai uscita per cercarmi.

Chiusi gli occhi, una volta steso a terra, e presi un respiro profondo.

Ero un caso da ricovero, un ventiduenne ossessionato da una sedicenne, come cazzo era possibile?
Ah, se solo non si fosse iscritta al mio stesso liceo, se non mi avesse guardato mentre passava per il corridoio, se non avesse quegli occhi azzurri con varie sfumature di verde e di grigio,se non fosse così dannatamente semplice e bella anche senza trucco..non sarei in questo stato ora.
Lo ammetto ho un ossessione compulsiva per lei, non c'è momento in cui non sia nella mia testa, sorridente e tranquilla.
Il pensiero di lei occupa tutte le mie giornate e le mie notti da ormai un anno e mezzo, mi sento come un pazzo da rinchiudere in un manicomio.
Dovevo farmi curare, e al più presto, dovevo in qualche modo vendicarmi per il dolore provato ma non potevo farlo in questo stato.
Composi in fretta il numero che avevo memorizzato nel cellulare da parecchio tempo e premetti il tasto 'chiama'.
Presi un respiro profondo appena mi rispose. "Buongiorno, studio del dottor Finnegan, mi dica"
"V-vorrei fissare un appuntamento col dottore, il più presto possibile..è abbastanza grave" mi sentivo tremendamente agitato all'idea di incontrare uno psicologo per parlarne, speravo davvero con tutto il cuore che in qualche modo mi avrebbe aiutato.
"Certo, Mh.." lasciò passare alcuni secondi prima di riprendere a parlare, facendomi capire che stava cercando un giorno in cui il dottore non fosse impegnato. "C'è un posto disponibile solo tra due settimane, alle 17"
No, cazzo, no. Non andava bene, due settimane erano troppe, non sarei riuscito a resistere.
"È proprio sicura? Non c'è un posto libero prima?"
"No, ho appena controllato, mi dispiace" disse la signora con tutta la calma del mondo.
"No vi prego, ricontrollate" cominciai a mordicchiarmi le unghie.
La signora prese un respiro profondo prima di rispondermi "Okay, lo rifarò"
Disse di nuovo pazientemente, e dopo qualche minuto riprese a parlare. "Sono sicura al 100%, non ci sono posti liberi prima, vuole prenotare lo stesso?"
Beh, ho passato quasi due anni in quello stato..due settimane passeranno subito, pensai.
"Va bene" il mio tono di voce si era abbassato, mi sentivo più calmo.

Mi fece alcune domande riguardanti il mio nome, recapito telefonico, e altre cose di questo tipo. "Perfetto signor Styles, ci vediamo tra due settimane, le consigliamo di venire accompagnato, buona giornata."

Accompagnato?

A quella parola mi venne in mente Jessica, sarebbe stupendo se mi accompagnasse, sarebbe più o meno un uscita, un appuntamento, giusto?
Ah ma cazzo , perché doveva essere dappertutto? Perché ogni cosa di collegava a lei?
Strinsi in pugno l'erba che mi sottostava e cominciai a strapparla dal terreno violentemente poi in fine immersi totalmente le mani nella terra, trovando questo gesto rilassante e presi un respiro profondo: avevo bisogno di dimenticarla, ma come si può? Lei era per me veleno e antidoto. La volevo tra le mie braccia in un momento, e poi in quello successivo volevo farle più male possibile, ma quando la vedevo dipendere da ogni mio gesto, mi sentivo realmente appagato: ogni suo gemito procurato dalle mie mani, ogni volta che chiedeva di più se la lasciavo a metà opera per punirla, ogni volta che socchiudeva gli occhi per il piacere..tutto ciò mi appagava.

Cosa devo fare?

**********
ODDIO RAGAZZE, AVEVO UNA SORTA DI 'BLOCCO DELLO SCRITTORE' E NON MI VENIVA IN MENTE ASSOLUTAMENTE NIENTE.
IL CAPITOLO NON È LUNGHISSIMO E NON SUCCEDE MOLTO, MA È UN CAPITOLO DI PASSAGGIO.

Beh niente spero vi sia piaciuto,ve se ama ' na cifra💕

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