Capitolo 2.

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Era passato ormai un mese da quando io e Harold ci siamo scritti per la prima volta, era arrivato il momento di vederci.

Ero così felice, finalmente avrei potuto vederlo e poi chissà come sarebbe andata a finire.

Ci eravamo dati appuntamento davanti ad un parco nei pressi di casa mia.

Dopo essermi messa una gonna a vita alta e una maglia scollata con delle converse uscii e mi avviai verso il parco.

Una volta arrivata mi accorsi che era pieno, e di una testa dai capelli ricci non c'era traccia.

Mi siedo su una panchina e decido di aspettare ancora un po'.

Possibile che mi abbia dato buca?

Dopo poco mi si avvicina un uomo, sui 30 anni circa e mi guarda attentamente scrutando il mio volto.

Subito pensai "è un maniaco meglio che me ne vada" .

Infatti mi alzai ma l'uomo mi afferrò il polso e mi trascinò dalla parte opposta.

Mi dimenavo e urlavo ma lui non mi dava importanza.

La sua presa era forte e io non riuscivo a liberarmi.

Che ne sarebbe stato di me?

Chi lo avrebbe detto a mamma o a papà?

Già mi sentivo male, dove mi avrebbe portata?

Nella peggiore delle ipotesi mi avrebbe uccisa o sfruttata per fare soldi.

Ma penso sia più convincente la seconda ipotesi, perché uccidere una persona se ti fa guadagnare?

Mi aspettava l'inferno.

Mi fece salire in macchina e si avviò per le strade di New York per poi fermarsi davanti a una grande villa.

Lui scese dall'auto per primo poi trascinò me fuori da essa, con poca grazia.

Mi fece entrare nell'enorme casa, portandomi al piano di sopra, bussò all'ultima porta del corridoio e mi lasciò lì sola ad aspettare.

Sì, ma aspettare cosa?

La porta che si aprì interruppe i miei pensieri.

Dietro c'era un uomo alto, lo riconobbi subito.

Era Harold, ma più...ehm..vecchio?

Sembrava un ventenne.

Mi guardò e un ghigno gli apparve sul viso.

"Hei Jess"

Non risposi e rimasi impalata a guardarlo.

Che ci facevo io  lì?
Perché lui aveva addosso solo dei boxer bianchi, da cui per altro il suo membro si intravedeva benissimo?

"Che c'è fai la difficile? Dai entra"
Mi prese per il polso e mi tirò in camera buttandomi sul letto.

Ero ancora stordita da tutto quello che stava succedendo e mi accorsi solo dopo che era sul letto anche lui e stava gattonando verso di me fino a mettersi a cavalcioni.

"Facciamo un gioco?" Mi disse lui.

"Che tipo di gioco..?"
Ma che cazzo di domanda avevo appena fatto?
Era ovvio che voleva svuotarsi le palle.
Domandai comunque perché un briciolo di speranza c'era.
Ma c'era anche il 0,0000000000001 % di probabilità che dicesse "giochiamo a nascondino" o "giochiamo a scacchi".

Si leccò le labbra e già da lì capii tutto.

Prese il mio viso tra le mani e mi guardò per poi lasciare un piccolo bacio sulle labbra.

"Harold Styles,ma tu chiamami Harry"

Rimasi scioccata e un'espressione disgustata mi apparve sul viso.

No ma scusami, mi baci e poi ti presenti?

È ridicola come cosa.

Forse l'unica ridicola qui sono io.
Mi sono fidata delle parole di uno sconosciuto che a momenti mi stuprerà in casa sua e non so se mi lascerà andare via da qui.

Ridacchiò prima di farmi riascoltare la sua voce profonda.

"Cos'è quel viso imbronciato?" il suo ridacchiare divenne una risata che risuonò nella mia testa.

Non sopportavo la sua risata.

Volevo solo andarmene da lì, volevo solo dimenticarmi di aver conosciuto Harold Styles.

Passò un dito sulla mia scollatura ma si fermò di scatto e si irrigidii appena il mio cellulare squillò.

Si alzò e uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Che diavolo aveva che non andava?

Il cellulare continuò a squillare ma non volevo rispondere alla vista del nome sullo schermo.

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CIAO RAGAZZE SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA, FATEMELO SAPERE, UN BACIO♡

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