Si sentono le sirene fuori così mi precipito ad aprire la porta e far entrare i paramedici. Per Louis non c'è più niente da fare e viene avvolto dentro a un sacco dove vengono messi i cadaveri. C'è anche la polizia e mi hanno portata fuori dalla casa per farmi delle domande ma non riesco a rispondere lucidamente.

"Vi prego fatemi venire con lui" supplico i paramedici che comprendono e mi fanno salire sull'ambulanza mentre stanno intervenendo sulla ferita.

"Cerchi di tenerlo cosciente almeno fino all'ospedale" mi dice una delle donne e così faccio
"Brian...non mollare, sei forte ok? C'è puoi fare, lo so"

"Mi ami?" mormora, quasi sussurra, la sua domanda mi scuote nel profondo e le lacrime aumentano.
Annuisco freneticamente
"Si Brian, io ti amo, ti amo davvero e non voglio perderti"
"Ti amo Amber" si sforza dire, sto per crollare, mi inginocchio accanto alla barella e gli passo la mano fra i boccoli biondi, se perdo anche lui sono finita.
Sono stata io a sparargli, la colpa è mia e non potrei mai superarla.
"Resta sveglio, manca poco" gli sussurro vedendo che i suoi occhi si stanno chiudendo, sta lottando parecchio.

Arrivati in ospedale i dottori si precipitano in sala operatoria, i paramedici hanno fatto tutto quello che potevano ma c'è bisogno dell'intervento.
Io mi mangio le mani per l'ansia mentre aspetto in corridoio, non riesco a stare seduta, cammino avanti e indietro.
Odio questo posto, lo odio con tutta me stessa. Non so quanto ci vorrà prima che qualcuno mi dica qualcosa, sono qui da un'ora buona e mi sento di star impazzendo.

"Salve signorina Patel, degli agenti sono qui per parlarle" un'infermiera arriva da me, annuisco e lei mi accompagna da loro.
"Buongiorno" i due ricambiano il saluto e poi mi fanno segno di sedermi al tavolo davanti a loro.
"Bene signorina Patel, potrebbe illustrarci l'accaduto per avere un'idea chiara della situazione" mi chiede un dei due, mi passo una mano fra i capelli e faccio un sospiro profondo.
"Ci eravamo appena svegliati e Brian era sceso per preparare la colazione, ad un certo punto ho iniziato a sentire rumori da sotto quindi sono andata a controllare e ho visto Louis, il fratellastro di Brian che prova un odio profondo nei suoi confronti a causa di una situazione accaduta tanti anni fa.
Non sapevo casa fare così mi sono precipitata a prendere la pistola dalla cassa forte"
Continuo il racconto tutto d'un fiato essendo attenta a non omettere dettagli.
"Grazie, allora...Ci può dire perché non avete mai denunciato il signore Louis Collins dopo tutto quello che ha fatto?" mi chiedono
"Louis è il capo dei Scorpions, sarebbe stato inutile" rispondo e uno dei due annuisce
"Certo, per ora va bene così...se avremmo altre domande la chiameremo" si alzano dalle sedie
"Non verrò arrestata?" chiedo
"No signorina, è stata legittima difesa" mi risponde uno di loro e faccio un sospiro di sollievo.

"Amber" esclama mia sorella correndomi incontro
"Oddio Grace" le butto le braccia al collo appena mi raggiunge e scoppio a piangere ancora. L'ho chiamata subito dopo che i poliziotti erano andati via . Non potevo continuare l'attesa da sola.
"O mio dio, come stai?" chiede prendendomi il viso tra le mani
"Ho paura Grace" confesso
"Lo so piccola mia, lo so, tranquilla andrà tutto bene" mi abbraccia ancora.

Resta con me in quel corridoio che sta diventando l'inferno, non diciamo niente, mi stringe solo la mano in segno di conforto.

È mezzogiorno passato e finalmente un dottore si avvicina a noi.
"Salve...L'intervento è andato a buon fine, per fortuna i proiettile aveva preso anche il signor Louis Collins e questo ha allentato l'impatto. Non ci sono danni permanenti e tutto guarirà con riposo e medicine, le condizioni vitali sono buone. È stato davvero fortunato il signor Collins. Adesso sta riposando"
Alle parole del dottore gli occhi mi si riempiono di lacrime, di felicità.

Brian sta bene, il mio Brian sta bene.

"La chiameremo quando si sveglierà e sarà in grado di ricevere visite" mi dice il dottore
"Certo, grazie mille, sul serio" sono così sollevata ma ho bisogno di vederlo.

"Glielo detto" dico a Grace mentre siamo in macchina
"Che cosa?" chiede confusa
"Gli ho detto che lo amo e me lo ha detto anche lui" confesso con un leggero sorriso sulle labbra
"Sono davvero contenta per te, davvero" mi accarezza la spalla per poi tornare a concentrarsi sulla strada.
Stiamo andando a casa sua, per fortuna Elliot è all'asilo, non vorrei che mi vedesse in queste condizioni, ho i vestiti sporchi di sangue e la faccia gonfia dal pianto. A casa ci sono ancora i poliziotti quindi non si può andare.

"Amber io vado a prendere Elliot, ci metto poco" mi informa mia sorella uscendo di casa.

Sono già passate due ore da quando siamo andate via dall'ospedale ma non hanno ancora chiamato, non ho mollato il telefono nemmeno per un secondo. Non vorrei mai perdere la chiamata.
"Oddio" esclamo appena vedo il telefono squillare
"Pronto" rispondo con voce tremante
"Signorina Patel?" la voce di una donna risponde
"Si sono io" dico con il cuore a mille
"Il nostro paziente Brian Collins è sveglio e cosciente, ha chiesto di lei, il dottore ha approvato che venisse"
"O mio dio arrivo subito" per l'ennesima volta gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Cerco il nome di Grace tra i contatti e faccio partire la chiamata.
"Ehi tutto bene?" risponde lei
"Grace, Brian si è svegliato, devi venire. O dio devo andare da lui" singhiozzi al telefono
"Cinque minuti e sono lì, aspettami fuori" riattacca la chiamata.

Dopo meno di cinque minuti la sua auto sfreccia lungo la strada e inchioda davanti a me
"Zia Amber!" esclama Elliot dal suo seggiolino quando salgo in macchina
"Ehi piccolo, come sei cresciuto" allungo una mano dietro per accarezzargli la testa.
"Perché piangi zia?" chiede lui
"Perché sono felice" rispondo con un sorriso

Grace guida come non mai e ci mettiamo la metà del tempo ad arrivare. Mi fiondo giù dalla macchina e raggiungo la segreteria
"Brian Collins?" chiedo alla signora che si trovava lì
"Quel corridoio, stanza trentasei" risponde e io corro come se ne valesse la mia vita

"Brian" dico quando entro nella stanza e lo vedo sdraiato nel letto, attaccato a una flebo.
"Ciao stellina" mi sorride lui, ha gli occhi stanchi ma è qui, con me. Si riprenderà.
"Mi dispiace, non volevo Brian" dico prendendolo per la mano 
"Ehi...lo so che non volevi, non devi scusarti" mi rassicura il biondo
"Ma io..." inizio ma vengo interrotta
"Amber, calmati" faccio un respiro e scaccio le lacrime, prendo il suo viso tra le mani facendo scontrare le nostre labbra.
È un bacio lento e delicato.
"Mi ami?" mi stacco leggermente e gli chiedo guardandolo negli occhi
"Ti amo" risponde con un sorriso.

Non so se ci si può innamorare nel giro di tre mesi ma ora ne sono certa, questo è amore. 

Speed and loveWhere stories live. Discover now