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Sono passate due settimane dal mio incidente. Questa mattina ho avuto appuntamento in ospedale per un controllo, il dottore ha detto che sto guarendo e che tra una settimana, massimo dieci giorni potrò tornare a camminare senza stampelle. Il mio polso invece è quasi come nuovo, non ho fatto nessun tipo di affaticamento e questo ha aiutato.

Sta sera ceno insieme a James ad altri nostri amici, o meglio dire suoi amici, non li vedo da tanto. Vengono raramente a vedere le corse e nemmeno io sono uscita più di tanto, a dire il vero non esco, se non con James o Grace.
Non volevo nemmeno andare ma J mi ha costretta, ha detto che devo socializzare di più e uscire dal mio covo.

Non so se si fosse capito ma non mi piace stare troppo in compagnia di molte persone che vogliono conversare con me per tanto tempo, quando devo sorridere falsamente e prendere parte alle loro conversazioni che si basano principalmente su sesso, soldi e discoteche. Non sono una persona del genere e non lo sarò mai.
Preferisco stare in compagnia di persone a cui voglio davvero bene e fare qualcosa che mi interessi come correre superando il limite di velocità in autostrada, qualcosa che mi faccia bollire il sangue nelle vene, che mi faccia sentire viva come fare paracadutismo oppure, non saprei, farmi inseguire dalla polizia insieme a qualcuno che mi faccia sentire bene anche nella situazione peggiore o pazzesca in cui ci potremmo trovare.

Insomma, cose da niente.

Indosso un paio di pantaloncini neri e un top bianco con lo scollo a V, molto semplice, metto un po' di mascara e correttore, pettino i capelli e sono pronta.

James mi ha scritto un messaggio dove dice che arriverà tra cinque minuti, inizio ad uscire. Sono diventata abbastanza capace ad usare le stampelle, quindi, sono anche più veloce ora.

Aspetto solo un paio di minuti e sento le ruote della Mustang di James sfrecciare sull'asfalto bollente. Per fortuna non abitiamo in centro città, qui le strade non sono così affollate.

Il moro mi inchioda davanti e scende per aiutarmi con le stampelle

"Non fare il pazzo per strada J" come se non lo facessi anche io

"Come se non lo facessi anche tu" ecco, come non detto, scoppio a ridere e dopo di me anche lui. Ci mettiamo meno di cinque minuti ad arrivare al locale dove hanno prenotato. Vediamo fuori dal locale un gruppo di persone, dove riconosco subito Kim, Samantha e Nate, gli altri non riesco a vederli in faccia. Ci incamminiamo verso di loro...oh no, non ditemi che...

"Che ci fa lui qui?!"

"Che ci fa lei qui?!"

Chiediamo nello stesso istante in cui ci troviamo faccia a faccia. Sono sicura che è stato James a farlo venire

"Allora ragazzi calmiamoci, oggi niente mani addosso e litigi. Vi prego" James, io prima o poi ti faccio fuori.
"Di cosa stai parlando J?" o mio dio Vanessa, nessuno ti ha chiesto di intrometterti. Penso di star andando a fuoco.

"Considerati un uomo morto James Parker" non voglio fare una scenata davanti a tutti.

Già non mi adorano particolarmente

"Sei un infame" dice il biondo rivolgendosi al mio amico, questa volta concordo.

Saluto Kate con un abbraccio, direi che è l'unica che mi sta simpatica.

"Vogliamo entrare?" Interviene uno dei ragazzi e poi entriamo tutti quanti. Un cameriere ci accompagna al nostro tavolo e ovviamente la mia sfiga non ha mai fine perché finisco per avere Brian alla mia destra, almeno ho James, ah no, sono arrabbiata con lui, dimenticavo.

Sono passati solo venti minuti e già voglio tornare a casa, siamo in una decina, stanno parlando tutti e mi sta venendo il mal di testa, non sto nemmeno ascoltando. James ogni tanto mi rivolge la parola ma non voglio parlare troppo.

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