"16"

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Fortunatamente oggi era sabato e non c'era scuola. Al lavoro non ci sarei andata, stavo cercando il telefono per avvisare Henry che non sarei andata a lavoro ma non lo trovai, probabilmente ieri me l'ero scordata in negozio. Decisi che ci sarei andata questa mattina, probabilmente Ray era già lì e mi avrebbe aiutato a trovarlo. Iniziai a prepararmi quando sentii il campanello
<<amore puoi andare tu che sto cucinando?>> mi urlò mia madre dalla cucina. Io corsi di sotto e aprii la porta
<<Ray, che ci fai qui>> dissi dopo aver visto chi aveva citofonato, uscii di casa e socchiusi la porta alle mie spalle
<<ti eri scordata questo da me>> disse Ray tirando fuori dalla tasca
<<grazie mille>> dissi
<<chi è che ha citofonato?>> chiese mia madre da dietro casa, sentii i suoi passi avanzare verso di noi
<<nessuno>> cercai di fermarla ma ormai aveva spalancato la porta mostrando Ray . I due sembravano pietrificati, nessuno dei due aveva il coraggio di dire niente
<<lei è mia madre>> dissi cercando di fare finta di nulla.
<<Ray che ci fai qui?>> chiese mia madre
<<vi conoscete già>> dissi continuando
<<io e lui siamo vecchi conoscenti>> mi spiegò mia madre
<<ieri mi hai chiamato papà e tu hai 15 anni>> disse riferendosi a me
<<noi ci siamo lasciati 15 anni fa'. È mia figlia?>> continuò. Mia madre abbassò lo sguardo verso terra restando in silenzio.
<<perché non me l'hai detto? rispondimi>> alzò il tono della voce Ray
<<non dare la colpa a me tu sei sparito>> controbatté mia madre. Continuarono a litigare, io non sentii più nulla. Uscii di casa
<<Olivia dove vai? >> chiese mia madre, ovviamente non risposi e mi affrettai ad uscire da quella casa. Sapevo dove stavo andando, dall'unica persona di cui mi fidavo. Andai sotto la sua finestra
<<Henry>> urla sperando che mi sentisse, dopo averlo ripetuto varie volte decisi di prendere dei sassolini e cercarli di lanciarli sopra la sua finestra. Fortunatamente dopo l'ennesimo sasso Henry mi sentì
<<Olivia, che ci fai qui?>> mi chiese con tono preoccupato
<<posso salire?>> chiesi lui annuì e dopo poco mi aprì la porta del retro. Andammo in camera sua, lui chiuse la porta alle sue spalle.
<<è successo un casino, Ray l'ha scoperto, ha scoperto tutto>> dissi io nel mentre le prime lacrime iniziarono a scendere
<<ei, ei non piangere, si risolverà tutto. Vieni>> disse stringendomi a se
<<grazie>> sussurrai. Mi staccai dall'abbraccio, ci stavamo guardando negli occhi, si stava avvicinando a me e io senza pensarci troppo lo baciai appassionatamente avvicinandomi ancora di più a lui e facendo unire i nostri corpi. Avevo le mai nei suoi capelli con i quali stavo giocando, mentre lui aveva appoggiato le mani sui miei fianchi. Mi staccai da lui per riprendere fiato.
Passai tutto il giorno con lui, fino a sera. Ero costretta a tornare a casa ma mi chiusi in camera senza parlarci.

Henry Danger Where stories live. Discover now