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Era notte, il giorno prima mia madre mi aveva avvisato che ci saremmo trasferiti in una città chiamata Swellview. Mia mamma aveva trovato lavoro, fino a quel momento faceva l'insegnante di sostegno ma ora sarebbe diventata una professoressa di storia come aveva sempre desiderato. Ero felice del successo di mia madre e la sostenevo solo che non potevo nascondere il dispiacere di lasciare la mia casa e i miei amici. Avevo sempre abitato a Barrie, da quando ne avevo ricordo e ora ero costretta a lasciare tutto. Stavo finendo di fare le valigie, il giorno dopo sarei dovuta partire presto, fortunatamente nella mia valigia ci stavano molte cose quindi riuscii a prendere quasi tutto ciò di cui avevo bisogno.

L'ultima notte a Barrie passò in fretta, forse troppo. Era arrivata l'ora di uscire, guardai per l'ultima volta casa mia, la osservai come mai avevo fatto.
<<dobbiamo andare>> mi avvisò mia madre prendendo le ultime valigie e dirigendosi verso l'auto. Uscii da casa mia e subito provai nostalgia e tristezza.

Eravamo appena salite sull'aereo, non sarebbe stato un volo troppo lungo e mi addormentai quasi subito. Quando mi svegliai eravamo arrivati, fuori ci stava già aspettando il taxi. Arrivammo alla nostra nuova casa dopo circa mezz'ora, non vedevo l'ora di buttarmi sul letto e riposare, la notte precedente non ero riuscita a chiudere occhio a causa dell'emozione. Da fuori sembrava molto bella, era una villa a due piani ed era circondata da un giardino abbastanza grande. Appena entrati notai che era notevolmente più vasta della casa che avevo a Barrie, forse era anche troppo grande per due persone.
"ti piace?" mi chiese mia mamma
"si, molto, è stupenda" le risposi, lei annuì concordando con la mia risposta
"già, ora però vai a disfare le valigie e poi ti puoi riposare" feci come mi disse e in un oretta ero riuscita a finire di disfare scatole e valigie. Ero distrutta, volevo solo riposare un po'.

Andai alla finestra per chiudere le tende, fuori notai un ragazzo, lo vidi uscire dalla casa difronte. Stava parlando, non riuscii a capire cosa stava dicendo e non riuscivo a capire con chi stava parlando. Guardai meglio e notai che sopra lo schermo del suo orologio c'era un uomo, era un ologramma, non avevo mai visto un orologio simile. Il ragazzo spense la sua chiamata e si voltò, probabilmente per controllare se qualcuno l'avesse visto, fortunatamente riuscii a nascondermi dietro la tenda prima che lui potesse vedermi. Ero confusa ma in quel momento avevo troppi sonno e non mi feci troppe domande, magari qui a Swellview vendevano quegli strani orologi.

Henry Danger Where stories live. Discover now