Capitolo 2

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Amarezza, delusione e un pizzico di odio. Questi sono i sentimenti che combattono contro l'amore divino che Dio mi ha donato. Perdonare un tale affronto, un tale peccato. L'incredulità lacera il mio cuore intriso di dubbio.

Tante domande. Nessuna risposta.

Eppure, qualcosa dentro mi dice di calmarmi, forse Dio ha le sue buone ragioni per perdonare quell'uomo. Magari il suo pentimento sarà onesto, quelle lacrime che versava di dolore, erano sincere? Sento la testa vorticare, questa confusione è debilitante.

Corro via lasciando Samael a contemplare l'acqua cristallina del lago. Senza sosta, continuo ad andare dritto, diretto chissà dove. Senza meta. Inciampo su una radice che sbuca dal terreno, ruzzolando come un sacco  di paglia. "Il solito distratto." Sussurra una voce mentre qualcuno mi porge la mano. Raffaele ride divertito.

Oggi è forse la giornata delle riunioni di familia?

Schiaffeggio il palmo che mi offre, raddrizzandomi: "Lasciami in pace, vai a ridere altrove!"

"Guarda un pò chi ci è capitato improvvisamente tra capo e collo fratello." Sento quel tono ironico farsi più stridulo. Da dietro un cespuglio  di rose, gli occhi chiari di Gabriele si puntano nei miei.

Direi che non è la mia giornata fortunata. Voi che dite?

Magari arriverà anche Uriel poi, potrò tirare un sospiro di sollievo. Sperando di non incontrare anche Dio. Ci manca solamente la famiglia al completo.

"Dalle occhiate che lancia, credo apprezzi poco la nostra regale presenza." Dice sarcastico Gabriele.

Allora non è così stupido come credevo. Sbuffo togliendomi la terra dalla tunica: "Direi che siete gli ultimi due che volevo incontrare."

Sogghignano entrambi, per nulla arrabbiati o delusi dalle mie parole. Odio i miei fratelli? No. Non gli sopporto? Esatto. Penso di averlo già detto o, precisato.

"Sei poco affettuoso Lucifero, sii più espansivo verso di noi che ti vogliamo bene." Gabriele, il solito melodrammatico.

Mi incammino in silenzio, lasciandoli agli affari loro che, solitamente consistono nel girare come pecore da pascolo per tutto L'Eden.

Ancora incredulo di ciò che ho visto, spicco il volo cercando di liberare la mente dalle idee. La brezza accarezza le piume che si librano nel cielo, libere come vorrei esserlo anche io. Ripenso a quando ero la stella del mattino, incastonata come un diamante al dito del cielo. 

Nuvole bianche come cotone si gettano su di me indolori, provocandomi un leggero solletico. Sorrido leggermente, questa è pace, libertà indiscussa senza catene o obblighi.

Cosa è giusto? Cosa è sbagliato? Non lo so ma, in questo momento sento bellezza.

Uriel una volta disse: "Dobbiamo molto a Dio per averci dato vita, la gratitudine e la devozione gli sono dovuti."

Penso diversamente e, mi sento strano a pensarlo. Fa di me una macchia d'olio nella caraffa d'acqua. Perchè non riesco ad essere come loro? Siamo nati allo stesso modo, illuminati dalla luce di nostro padre.

Eppure...

The Morning Star (La Stella Del Mattino)Where stories live. Discover now