-Guerre e desideri-

10 3 0
                                    


-Vi è qualcosa in ogni uomo
Che non abbia voglia di violare, Comandare o farsi trasportare dalla carne-





Re Leone XIII convocò una riunione tra i suoi consiglieri e il comandante alle armi Mark De Maris, stimato cavaliere in tutte le terre di Genderschim, noto per la sua autorità e maestria nel brandire arco e alabarda.

La sala delle riunioni era ubicata all'interno del palazzo reale di Woodsea, situata al piano più alto della torre. L'accesso era riservato solo a coloro che possedevano la chiave, garantendo così massima riservatezza e sicurezza.

La stanza, dalla forma circolare, ospitava al centro un'imponente tavola di ebano massiccio, dominante nella sua maestosità. Lungo le pareti circolari, trovavano posto quadri raffiguranti la stirpe di Re Leone XIII, esibiti con orgoglio e fierezza. Ogni dipinto narrava un capitolo della storia della casata reale, trasmettendo un senso di prestigio e nobiltà.

Al di sopra della tavola, un sontuoso lampadario di cristallo diffondeva una luce calda e avvolgente sull'intera stanza, aggiungendo un tocco di eleganza all'ambiente. Ogni dettaglio della sala era curato con precisione, dalle tende di velluto rosso che ornavano le finestre alla moquette pregiata che rivestiva il pavimento di marmo.

Al fondo della stanza, dietro il trono di Re Leone XIII, una piccola finestra permetteva uno sguardo sullo splendore delle terre di Genderschim, mentre il sovrano sedeva con dignità e autorità al centro del tavolo, presiedendo la riunione con fermezza e saggezza.

Gli altri membri del consiglio erano disposti attorno alla tavola, ciascuno occupando il proprio posto designato in base al ruolo e all'importanza. L'atmosfera era carica di tensione e attesa.
Mentre i consiglieri mormoravano tra di loro, il re interruppe il loro mormorio "Osservate attentamente i quadri disposti in cerchio attorno alla stanza," disse, "e ditemi cosa notate?"

I consiglieri si scambiarono sguardi confusi, non riuscendo a cogliere il significato nascosto dietro la domanda, poiché la risposta sembrava ovvia.
Uno dei cinque consiglieri rispose con incertezza: "Mio re, mi sembra ovvio che i quadri rappresentino la sua stirpe, la sua generazione fino ad arrivare a lei."

Re Leone XIII annuì con calma. "Esattamente," disse con voce pacata. "La mia famiglia ha governato fianco a fianco con la stirpe di Re Henry Ford II per generazioni, quasi come un'unica famiglia. E ora, guardateci. Guardatevi. Ci contestiamo le terre, utilizziamo la diplomazia per evitare la guerra, ma ciò che ci spetta di diritto ci viene negato."
Una presenza enigmatica e tenebrosa si distingueva all'estremità della sala del consiglio, avvolta nell'ombra. Era un uomo di fascino barbarico, con capelli lunghi e castani che cadevano in ciocche selvagge intorno al suo volto, una barba folta e arruffata che conferiva un'aria di brutalità, una pelle olivastra, segnata da cicatrici di gloriose battaglie, che raccontava storie di coraggio e pericolo. La sua figura emanava un'aura di potere e mistero, e il suo sguardo penetrante scrutava ogni persona presente nella stanza con una intensità che faceva rabbrividire anche il più coraggioso.
Con passo deciso e calmo, l'uomo si avvicinò al tavolo, emergendo dall'ombra che lo avvolgeva come un mantello oscuro. "Mio re, signori," iniziò con voce profonda e penetrante, "sollevare ora una guerra potrebbe rivelarsi fatale anche per noi. Il cristallo, sebbene sia stato placato dal marchio di protezione, non ci garantisce totale sicurezza dall'infezione e dal rischio di essere tramutati nei dannati della notte."
I consiglieri si guardarono tra loro con agitazione e timore mentre l'uomo parlava, ma Re Leone XIII interruppe l'atmosfera tesa con un tono quasi infastidito. "Mark, comandante delle truppe, maestro arciere e di alabarde a due lame," disse, "apprezzo il tuo intervento e le tue parole, ma ricorda che sei qui per la protezione delle persone in questa stanza. Ora, allontanati dal tavolo delle riunioni.". Mark, nonostante l'arroganza del re, obbedì con l'amaro in bocca, facendo ritorno al suo posto con un'espressione cupa.
Con l'allontanamento di Mark, l'attenzione ritornò al re e ai suoi consiglieri. Uno dopo l'altro, i consiglieri presero la parola per esporre i propri punti di vista sul rischio imminente di una possibile guerra contro Halamut e Nargothrond.

GenderschimWhere stories live. Discover now