-Linea di sangue-

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"Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore."
L'uomo oltre i suoi pensieri.



Lour si avvicinò con cautela al possente portone della villa, le cui maniglie di bronzo parevano sorreggere sigilli incisi, come antichi simboli di protezione. Le maniglie erano corrose dal tempo, ma ancora lucenti e raffiguravano serpenti intrecciati, simbolo di saggezza e conoscenza. Con un lieve scricchiolio, il portone si aprì davanti a lui, rivelando un passaggio verso l'ignoto.
Entrò con circospezione, trovandosi di fronte a un atrio maestoso, dove colonne scolpite e archi gotici si innalzavano verso un soffitto ornato di decorazioni intricate. Le pareti erano rivestite di tessuti rossi e neri, che ondeggiavano leggeri al soffio di un vento invisibile, mentre il suolo di marmo scintillava come fosse stato forgiato dal fuoco stesso. Una luce fioca proveniente da candelabri appesi al soffitto disegnava ombre spettrali lungo i muri, aggiungendo un'aura di incanto all'ambiente.
Lour udì una voce che lo invitò ad entrare.
Lord Ermes di Rossetto e Lady Sibilla di Vetrarossa si presentarono a Lour con un'eleganza che trasudava nobiltà. Lord Ermes, alto e imponente, indossava un mantello rosso scuro che fluiva dietro di lui come un'onda di fuoco. Il suo volto era severo, ma gli occhi brillavano di un'intelligenza acuta e penetrante. Lady Sibilla, invece, era avvolta in un abito nero ornato di pizzi rossi che sembravano danzare alla luce delle candele. I suoi lunghi capelli corvini cadevano morbidi sulle spalle e il suo sguardo era avvolto da un velo di mistero. Entrambi emettevano un'aura di potere e fascino, accogliendo Lour con un sorriso enigmatico.
Lour inclinò leggermente la testa, osservando attentamente i nobili di fronte a lui. "È affascinante vedere una villa così maestosa in queste terre selvagge. Posso chiedervi cosa vi ha spinti a stabilire la vostra dimora qui? E cosa vi trattiene ancora a Genderschim? Queste terre sono morenti"

Lord Ermes di Rossetto sorrise misteriosamente, mentre Lady Sibilla di Vetrarossa rispose con tono placido. "Quante domande mio caro, questo luogo ha i suoi segreti, abbiamo scelto di risiedere qui per motivi che solo pochi possono comprendere."

Lour arretrò leggermente, colto da un senso di sospetto. "Capisco, ma quali sono questi segreti che la villa custodisce? Apparentemente sembra una villa un po' troppo rossa, quasi irritante."

Lord Ermes scambiò uno sguardo con Lady Sibilla prima di rispondere. "I segreti della villa sono custoditi gelosamente e i nostri legami con queste terre risalgono a tempi immemorabili. Siamo qui per ragioni che vanno al di là della comprensione umana, giovane viandante."
Lour ascoltò con un misto di scetticismo e disinteresse mentre Lord Ermes di Rossetto e Lady Sibilla di Vetrarossa parlavano dei legami ancestrali legati alla villa. "Interessante," disse Lour con voce distante, "mi trovo qui per sbaglio, il mio interesse è ripartire al più presto e risalire le colline. Ho poco tempo da dedicare a leggende e superstizioni." La sua espressione restò impassibile, senza tradire alcuna curiosità per i segreti nascosti della dimora.
I due nobili, nonostante l'atteggiamento distaccato di Lour, lo invitarono comunque a banchettare con loro. "È un'occasione imperdibile per conoscerci meglio e magari tu puoi approfittarne per darti una sistemata," disse Lady Sibilla con un sorriso ambiguo. Lord Ermes annuì concorde. "Ti assicuro che la nostra ospitalità è senza pari," aggiunse. Lour accettò l'invito con un cenno del capo, conscio che, sebbene non credesse ai due nobili, avrebbe potuto trarre vantaggio da un incontro così insolito.
Durante il banchetto, nonostante l'atteggiamento noncurante di Lour, i due nobili lo invitarono a sedersi e a gustare i piatti preparati con cura. Mentre Lour si immergeva nei sapori e nei profumi del banchetto, avvertiva la strana sensazione di essere osservato, come se una presenza invisibile si aggirasse tra loro, sfiorando il margine della sua percezione come un'ombra fugace. Era come se qualcuno scrutasse ogni sua mossa, senza rivelarsi apertamente.
Durante il banchetto, Lord Ermes di Rossetto e Lady Sibilla di Vetrarossa raccontarono a Lour storie affascinanti riguardanti le loro famiglie e le loro avventure. Lord Ermes, con la sua voce profonda e solenne, evocò immagini di antichi re e guerre passate, descrivendo il coraggio e la nobiltà dei suoi avi. Lady Sibilla, con il suo sorriso e i suoi occhi penetranti, svelò racconti di intrighi di corte e segreti di famiglia, trasportando Lour in un mondo di eleganza e inganno.
Le conversazioni si prolungarono fino a tarda notte, mentre i tre discutevano di filosofia, politica e arte. Lour, con la sua determinazione e il suo scetticismo, sfidò i nobili con domande incisive e argomentazioni audaci, mettendo in discussione le fondamenta stesse della società nobiliare. Lord Ermes e Lady Sibilla, affascinati dal coraggio e dall'intelligenza di Lour, risposero con eloquenza e saggezza, cercando di spiegare i loro punti di vista e i loro valori.
Man mano che la serata trascorreva, Lour cominciò a percepire sempre più la sensazione di non essere solo, ma con qualcuno che lo osservava costantemente dall'ombra. Questa consapevolezza lo fece rabbrividire, alimentando un senso di paranoia crescente. Il vino rosso che aveva sorseggiato lo aveva reso ancor più irrequieto, e ogni movimento nell'ombra sembrava intensificare la sua tensione.

Le domande che Lour rivolgeva ai nobili divenivano sempre più insistenti e taglienti, mentre il suo tono diventava aggressivo e sospettoso. Il timore degli altri commensali era palpabile nell'aria, e i nobili cercavano maldestramente di distogliere l'attenzione dalle sue osservazioni sempre più minacciose. La serata, iniziata con un velo di eleganza e raffinatezza, stava ora scivolando verso una tensione inquietante, con Lour al centro di essa, dominato da una furia crescente.  "Chi è quel vigliacco che si nasconde nell'ombra? Mostrati, dannazione!" urlò Lour. "Lour, calmati. Non c'è nessuno oltre noi tre qui." rispose Lord Ermes. "Sì, Lour, forse è solo la tua immaginazione che ti gioca brutti scherzi, si è fatto tardi." aggiunse Lady Sibilla. "La mia immaginazione? Vi siete resi conto di chi sto cercando? ma forse voi lo sapete già! Voglio sapere chi è e cosa sta facendo qui!" 

"Non sappiamo di cosa parli, Lour. Forse hai bevuto troppo del nostro vino pregiato."

 "Non cercate di farmi passare per pazzo! Posso sentire la sua presenza, che si insinua nell'aria." "Lour, per favore, abbassa la voce. Non vogliamo attirare l'attenzione su di noi. Ti sei dimenticato degli abomini che circondano queste terre?" ribatte Lady Sibilla.

 "Non mi fermerò finché non avrò scoperto la verità. E se voi non mi direte chi è, lo scoprirò da solo." disse Lour sempre piu alterato.

 "Lour, ti prego di smetterla. Non vogliamo problemi in questa villa."  lo esortò il nobile stringendo tra le mani il calice di vino. 

"Non avete idea di ciò che potrebbe succedere se non mi direte subito chi altro dimora tra le mura." mentre il suo aspetto diveniva piu oscuro, come se qualcosa in lui stesse per uscire.    "Per favore, Lour, non fare nulla." Lo pregò la nobildonna, sgranando gli occhi dal timore verso il giovane. 

"credo che la soglia sia stata superata."

Lour sentì la rabbia montare dentro di sé come un torrente in piena. Dal suo braccio, la pelle cominciò a ingrigirsi lentamente, un segno inconfondibile del potere oscuro che risvegliava. Arrivato alla soglia della sua pazienza, qualcosa dentro di lui scattò.

I suoi occhi, solitamente intensi e decisi, si trasformarono in orbite giallastre, riflettendo la luce fioca che danzava nell'oscurità circostante. La follia, come un'ombra che si allungava sinistra, lo avvolse lentamente, avvelenando i suoi pensieri con l'impulso irrazionale della rabbia.

Lour lottò per mantenere il controllo, ma sentì la presenza oscura che lo spingeva verso l'abisso della sua stessa anima. Era come se un demone interiore volesse uscire, pronto a consumarlo con la sua furia inarrestabile.
Poi una voce femminile, decisa e ferma, squarciò l'aria: "BASTA", disse. Era Gaia, la ragazza dai capelli rossi, figlia di Lord Ermes e Lady Sibilla. Si avvicinò con cautela a Lour, sussurrando parole di calma e ragione mentre gli avvolgeva al collo l'amuleto di Lord Pairon.

Lour, turbato dalla presenza di Gaia e dall'eco del suo passato che risuonava dentro di lui, sentì la frenesia della sua rabbia cominciare a placarsi. L'amuleto di Lord Pairon, con il suo antico potere, agiva come un faro di lucidità nella tempesta della sua mente tormentata.

Le parole di Gaia lo avvolsero come un manto protettivo, dissipando l'oscurità che minacciava di inghiottirlo. Con un sospiro di sollievo, si lasciò andare alla sua presenza, permettendo alla calma di riempire il suo spirito tumultuoso.
Poi con voce profonda ma stanca Lour si rivolse a Gaia, quasi stremato dallo scontro tra se stesso. " Gaia, cosa ci fai qui? Perché sei fuggita via?"

...

GenderschimWhere stories live. Discover now