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2 ANNI DOPO

Il mercato di Alacanthe era rinomato come il gioiello del villaggio. I colori vivaci degli abiti, il profumo invitante del pane appena sfornato, i sorrisi calorosi dei mercanti e il suono incantevole della musica creavano un'atmosfera luminosa e festosa.

Tuttavia, la Guerra aveva lasciato il suo segno, trasformando il mercato da un luogo di gioia e vitalità a uno cupo, tetreo e malinconico, dove la merce di qualità era diventata rara e la maggior parte delle bancarelle vendeva solo cibo scadente e abiti rovinati.

Selene sognava che quel mercato tornasse al suo antico splendore, per vederlo con i propri occhi, e non sentendo solo le storie che si raccontavano da generazioni.

Ma, nonostante la povertà, alcuni venditori riuscivano a esporre la propria marce, in particolare, Selene apprezzava era la bancarella della signora Rowa, dove irresistibilmente rubava qualche cioccolatino con la complicità di Brika, la sua amica di infanzia, con la quale combinava sempre guai. La loro energia e il loro spirito vivace le rendevano famose in tutto il villaggio: erano note come delle vere tempeste.

Quando il sole non ancora nato lasciava intendere che la mattina non fosse arrivata, ma vicina, Selene si ritrovò a percorrere quelle strade fredde, ricoperte di una neve gelida e sporca di fango, dove solo lei e qualche pover uomo e donna diretti verso i loro lavori, si ritrovavano ad attraversare. Tutto era avvolto da uno strato spesso di agonia.

Il suo villaggio era sperduto tra le montagne, e il clima rigido era sempre vivido, donando al paesaggio una bellezza incantata e spettrale. Anche durante le giornate più luminose, l'aria era fresca e i fiocchi di neve danzavano leggeri.

Selene riusciva a malapena a respirare mentre stringeva forte tra le dita callose e congelate la sacca di stoffa, nella quale vi erano gli abiti che aveva cucito con cura per la signora Fiona.

Sua madre le aveva insegnato l'arte della sartoria, e grazie alle sue preziose lezioni, aveva potuto guadagnare qualche soldo in più cucendo per gli altri. Quell'abilità era stata una benedizione per loro, poiché le aveva aiutate a sopravvivere.

Dopo la morte di suo padre, la loro vita era cambiata drasticamente. L'abbandono di lui li aveva lasciati con grossi debiti di gioco che non aveva saldato, e avevano dovuto vendere le loro cose più care per pagarli, oltre a dover lavorare il triplo.

Ma il destino aveva riservato un altro duro colpo a sua madre. La sua malattia improvvisa li aveva colti di sorpresa, e nessuno sapeva quale fosse la causa di quella misteriosa afflizione che tormentava il suo corpo.

Il medico che avevano consultato non aveva avuto risposte concrete da offrire. Aveva solo consigliato alcuni rimedi a base di erbe per alleviare i dolori che sua madre provava alle ossa e delle boccette contenenti liquidi che, almeno temporaneamente, riducevano le allucinazioni che la tormentavano quasi ogni notte.

La sua sofferenza faceva male profondamente, e si sentiva impotente di fronte a quell'incertezza e alla mancanza di una cura efficace. Ogni notte restava accanto a lei, cercando di lenire il suo dolore e offrirle un po' di conforto.

La malattia l'aveva trasformata in una creatura irriconoscibile. Le sue grida disperate risuonavano nella notte, risvegliandola di soprassalto. Doveva affrontare quel terribile spettacolo, costringendola a bere dai liquidi nelle boccette per cercare di placare le allucinazioni che la assalivano.

La spintonava, le tirava i capelli e talvolta la picchiava, come se non avesse più riconosciuto sua figlia. Era doloroso e straziante, ma continuava a ripetersi che non era lei a fare quelle cose, ma la sua malattia.

La Guerra degli Dei - La Prescelta Where stories live. Discover now