Capitolo 48: Terzo Anno: Sirius compie Quattordici anni

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Durante la cena era distratto e non si accorse nemmeno quando Mary gli si sedette accanto finché non gli chiese di passarle il sale. Lui obbedì, e lei sfiorò le sue dita contro le sue, sorridendo.

Sirius non era ancora del tutto sicuro di cosa pensare di Mary. Gli piaceva abbastanza: non le sarebbe mai stato così vicino come lo era con i Malandrini, ma erano amici. Ma dopo quell'abbraccio, si era ritrovato a ripensare a ogni interazione, cercando di capire se ci fosse un altro livello di significato. Era un sorriso amichevole? Oppure Mary... lo adorava ? Cercare di pensarci gli fece venire i nodi allo stomaco. Come avrebbe potuto saperlo?

"A che ora sarai libero domani, Black?" chiese James, con un boccone di merluzzo croccante in pastella.

"Cosa intendi?" chiese Sirius, spruzzando aceto sulle patatine. Quando ebbe finito, passò la bottiglia a Remus – bagnava sempre le sue patatine nell'aceto.

"Sai, a che ora pensi che finirà il tuo tè della famiglia Black? Per il tuo compleanno?"

"Oooh, è il tuo compleanno, Sirius?" Mary si avvicinò un po': "Non l'hai mai detto! Ti avrei preso qualcosa!"

"Davvero?" Sirius si accigliò, perplesso. Non aveva mai pensato di regalare qualcosa a Mary per il suo compleanno: non sapeva nemmeno quando fosse il suo compleanno. Se fossi amico di una ragazza, avresti dovuto comprare loro dei regali? Oppure era diverso scambiarsi regali quando si trattava di ragazze e ragazzi: significava qualcosa di più?

Si voltò verso James, mantenendo un tono disinvolto mentre diceva: "Non credo che il tè si terrà quest'anno. Non ho ricevuto nessuna lettera."

"Oh veramente?" James sbatté le palpebre, chiaramente sorpreso: "Sei... voglio dire, stai bene?"

Sirius sbuffò, fissando il piatto. Maledetto Potter, aveva sempre voglia di parlare di sentimenti.

"Perché non dovrei? Come se me ne fregasse qualcosa.

"Bene... fantastico, allora," disse James, con forzato entusiasmo, "Possiamo iniziare a organizzarti la festa più bella che la torre di Grifondoro abbia mai visto!"

"Sì!" Peter intervenne.

Sirius si fece piccolo, internamente. Non voleva una festa di pietà, solo perché i suoi amici si sentivano in colpa perché jl suo maledetto fratello non voleva vederlo il giorno del suo compleanno. Non gli importava , davvero, no.

"Sono invitata?" chiese Mary, sedendosi più dritta.

Remus rispose strascicando, "Ovviamente", con una sorprendente dose di sarcasmo. " Sono tutti invitati."

"Senti,non farlo." Sirius mormorò, spostando i piselli nel piatto, "Non ne ho molta voglia."

"Oh, perchè no?" Mary mise il broncio, sbattendo le ciglia: "Sarà divertente! Lo renderemo bello come il compleanno di Remus dell'anno scorso – ancora meglio!"

Sirius non aveva l'energia per capire come avrebbe dovuto rispondere, quindi rimase in silenzio. Poteva sentire i suoi amici studiarlo, la loro preoccupazione come una fitta nebbia: oscurava solo il suo umore. Il resto del pasto fu cupo, consumato nel silenzio quasi totale.

* * *

Sabato 3 novembre 1973

James lo sveglió presto e di buon mattino, come faceva ogni Sabato, tranne che oggi, invece di gridare il suo solito " Alzati e risplendi!", lo fece con una serenata di "Buon Compleanno".

Sirius sorrise suo malgrado, sbadigliando.

"Sai, amico, se davvero volessi rendermi felice potresti lasciarmi dormire ancora un po'..."

All the young dudes - Sirius's PerspectiveWhere stories live. Discover now