«Come?», chiese.

«Frugavo nella sua borsa ed eccola lì», mormorai. Avevo avuto modo di osservare lei e Harry all'opera, trovando affascinante il modo veloce e discreto con cui si muovevano e prendevano ciò che desideravano. Anche se il mio intento era stato quello di prendere le chiavi della sua macchina, ero felice di aver seguito il mio istinto che mi aveva suggerito che potevo farcela anche io con la stessa abilità mostrata dai due.

«Ti ho detto che imparo in fretta» le ricordai. La donna posò le mani sulle mie guance, poi mi lasciò un bacio sulla fronte.

«Sei meravigliosa».

Ally ci riportò sani e salvi all'hotel, dove i
Poppy iniziarono a dividersi il bottino. I gioielli, ogni singola cosa di valore presente nelle proprietà di Madelyn era ora in nostro possesso.

«Non amo molto i gioielli, ma credo di poter fare un'eccezione per questa», mormorò Dinah, guardando il suo riflesso allo specchio mentre provava una collana.

«Ti sta davvero molto bene», dissi sorridendo. Dinah ricambiò e, proprio perché ero intenta a guardarla, notai quel luccichio che indicava apprezzamento nei suoi occhi. Era uno sguardo che riservava ai computer, di solito, ma in quel momento lo rivolgeva a me. Il momento silenzioso venne interrotto e perciò io sussultai quando una mano fredda si posò sul retro del mio collo ed un familiare profumo mi invase le narici.

«Vedi qualcosa che ti piace?», domandò
Lauren. Rabbrividii.

«Ho avuto quello che volevo. Il resto è tutto vostro, dato che avete fatto voi il lavoro duro», ammisi con un'alzata di spalle.

«Dopo che hai dato un bel calcio nel didietro a Lauren, ovviamente», disse Harry. Lei, in tutta risposta, fece spallucce.

La sera, andammo a festeggiare alla caffetteria nelle vicinanze dell'hotel, dove i Poppy ordinarono quasi tutto quello che c'era sul menù. Il tavolo imbandito con piccoli piatti, carne, formaggi e pane ancora caldo.

«Alla ragazza del momento!», esclamò Harry, aprendo una bottiglia di champagne e riempendo per primo il mio bicchiere.

«Grazie per averci preso a calci in culo quando eravamo pronti a deprimerci ed essere miserabili», disse Normani. Nessuno aveva mai brindato a me prima di quel momento, dunque mi sentii leggermente in imbarazzo a causa delle loro attenzioni. Da sotto al tavolo, Lauren posò la mano sulla mia gamba.

«Quando hai successo in quello che fai, il fallimento può essere un boccone amaro per persone come noi. Perciò, sì, grazie», disse lei.

«Impariamo dai fallimenti o qualcosa del genere», mormorai.

«Sembra una lezione miserabile, tuttavia non posso lamentarmi del risultato», scherzò Louis. Aveva appena fatto una battuta?
Davvero? Accanto a lui, Dinah aveva lo sguardo fisso sul proprio telefono e quando Normani si sporse in avanti per capire cosa stava guardando, lei lo colpì alla spalla.

«Sto ancora decidendo, non mettermi fretta», borbottò la donna.

«Decidendo cosa?», chiesi.

«Dove andremo adesso» rispose, girando lo schermo per permettermi di leggere. «Louis ed io abbiamo accorciato la lista a questi tre luoghi. Hai delle preferenze, Louis?», domandò.
Italia, Spagna e Russia, lessi. La mia scelta fu quasi istintiva.

Queen of thieves [camren]Where stories live. Discover now