Prologo

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Quello era il mio ultimo giorno a New York.
Presa dall'agitazione perché nessuno aveva ancora mostrato interesse per i miei disegni, mi alzai dalla panchina sulla quale sedevo e sistemai le varie tele, cambiandone di nuovo l'ordine in maniera nervosa. La mattinata non era ancora finita. Avrei avuto altro tempo per sperare di risvegliare l'interesse di un passante.
In caso contrario, sarei dovuta tornare a Nessunlandia, in Florida, ed ascoltare tutte le persone che con tono saccente mi avrebbero detto: "te l'avevo detto!". Ma avevo lavorato troppo per vedere questo sogno svanire nel nulla. Non potevo arrendermi.

Presa com'ero nei miei pensieri, sussultai quando sentii qualcosa premere contro le mie caviglie. Siccome indossavo un vestitino rosa con dei richiami floreali che giungeva poco sopra le ginocchia, ed una semplice giacca azzurra, avvertii qualcosa di morbido e caldo fare pressione contro le mie gambe nude ed abbassai lo sguardo per trovarmi davanti un gatto; un blu di Russia ad essere precisi.
L'orecchio destro era mezzo tagliato, come se avesse vissuto un brutto incidente o avesse conosciuto esseri umani terribili. Nonostante il pelo scuro, erano evidenti alcune macchie di grigio sparse qua e là, ma i suoi occhi azzurri e vivaci raccontavano che non aveva ancora finito di combinare guai anche se era abbastanza vecchio. Vecchia, ora che guardavo meglio.

«tu da dove vieni fuori, signorina?», domandai, inclinandomi per poterla accarezzare. In tutta risposta, scattò lontano da me, voltandosi come a cercare qualcuno alle sue spalle. Sarebbe stato troppo sperare che appartenesse ad un critico d'arte che avrebbe mostrato interesse per le mie opere? O magari un semplice milionario che aveva tanti soldi da spendere?
Anche se stavo palesemente sognando ad occhi aperti, una donna sopraggiunse per davvero.
Anche affascinante, avrei aggiunto. I capelli mori erano disordinati, con un paio di occhi azzurri che si posarono quasi subito sulle mie opere. Indossava una camicia bianca ed un pantalone nero. La mia attenzione venne catturata da una spilla brillante posta vicino al petto: era un papavero dorato. O magari, avevo davanti un membro dei Gilded Poppy, il famoso gruppo di ladri che da anni ormai tormentava il mondo rubando ogni artefatto di valore. Il loro capo si era proclamato "il Signore dei ladri" e se proprio avessi dovuto dare un volto ad un nome pretenzioso come quello, avrei immaginato il volto dello sconosciuto.

«Salve»,dissi sorridendo e lasciando andare la fantasia. «Vede qualcosa che le piace? Per qualsiasi domanda, chieda pure a me», esclamai. Allungò una mano ricoperta da un guanto nero, indicando direttamente le varie tele.

«Mi dicono già tutto quello che c'è da sapere», affermò, con un leggero accento russo presente nel tono della sua voce. Era lieve; sottile e sicuramente alle orecchie di qualcun altro sarebbe potuto passare persino inosservato.

«Hai da poco terminato l'Accademia d'Arte. I quadri ad olio sono i primi che hai realizzato, perché ci sono chiari segni di esitazione, come se non sapessi cosa fare. Posso solo dedurre che la tua famiglia non apprezzava il sogno, però da allora sei maturata molto. Saresti perfetta se ti concentrassi».

«Come scusi?», borbottai, aggrottando le sopracciglia.

«Li conosci tutti, ma non hai uno stile tuo»rispose come se non si fosse resa conto di avermi appena fatto innervosire. "Almeno, io non sono vestita come l'antagonista di un film d'azione", pensai tra me e me. I suoi occhi passarono in rassegna le mie opere.

«Sei così indecisa che non riesci a concentrarti su un singolo stile. E la delicatezza delle linee, unite all'uso quasi sproporzionato di colore...»
« Si chiama influenza impressionista!» lo interruppi bruscamente.
Decise di ignorarmi.

«Sei idealista. Romantica», pronunciò la seconda parola quasi con disdegno.

«Non è qualcosa di cui vergognarsi», borbottai. Continuò a guardare i miei disegni, come se stesse cercando qualcosa in particolare.

Queen of thieves [camren]Where stories live. Discover now