#EXTRA 2#

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- JULIAN e OLIVER - dopo la morte di Blake (Cap. 31)

Pov Julian

Non sapevo bene quale sentimento fosse prevalente in quel momento. C'era felicità, perché senza dubbio ero contento, ma c'era anche un po' di ansia, ansia per quello che sarebbe successo di lì in poi e alla fine c'era anche un po' di paura.

Odiavo quella parola, il suo stesso suono, le vocali a u unite davano i brividi. Per me la parola paura sarebbe dovuta entrare di diritto fra quelle onomatopeiche.

Lo avevo sempre pensato, ma Victoria non era mai stata d'accordo. Per lei le parole onomatopeiche imitavano un suono e la parola paura non lo faceva.

Molto probabilmente aveva ragione lei, conosceva la lingua molto meglio di me e tutti quegli anni passati sui libri per diventare un avvocato, sicuramente la rendevano più qualificata di me.

Ero però convinto che nessun altra parola avrebbe mai potuto esprimere quella sensazione, meglio di come faceva il termine paura.

In fondo io conoscevo bene quell'emozione, ne avevo provata abbastanza nel corso della mia vita da diventarne un esperto. Infatti, dall'alto della mia esperienza, potevo ben distinguere la paura dal terrore.

Personalmente avevo sempre prediletto il terrore. Ovviamente avrei preferito non provare nessuna delle due, ma se proprio dovevo scegliere, puntavo sul terrore.

Molti confondevo i due termini, ma per me la differenza tra i due era sostanziale: il terrore era quella sensazione orribile che provavi di fronte a qualcosa di brutto, qualcosa che chiunque non vorrebbe mai vedere. Ad esempio era quello che avevo provato quando Boris mi aveva picchiato a sangue per aver scontentato un cliente. La vista di lui che si avvicinava con un manganello mi aveva provocato puro terrore.

La paura invece era diversa, era più subdola, perché si presentava quando meno te lo aspettavi. Agisce in silenzio e ti colpisce quando pensi di essere al sicuro. La paura non deriva da qualcosa di brutto, ma la maggior parte delle volte è lì quando sei felice, quando stai facendo qualcosa che ti rende gioioso, quando finalmente inizi a vivere.

Avevo provato paura quando Stone mi aveva accolto nel suo branco. Avrei dovuto essere felice, invece avevo paura, paura di perdere tutto, paura di affrontare il mondo, paura di essere abbandonato.

Stavo provando paura anche in quel momento, quando Oliver con il dolore negli occhi era venuto a scusarsi per il suo comportamento. I suoi occhi erano lucidi, il pentimento era evidente. Si era scusato per le parole che aveva usato quella mattina di qualche giorno prima, ma aveva detto che non si era pentito di essere stato con me. L'affetto che provava era sincero tanto quanto il desiderio di conoscermi che tanto decantava.

La paura del futuro, di quanto già fossi legato a Oliver e del dolore che avrei provato se avessimo approfondito la conoscenza e poi lui avesse deciso di lasciarmi, di abbandonarmi come tutti gli altri, mi attanagliava in una morsa che non mi lasciava respiro.

"Allora? Mi dai un'altra possibilità?"

<<Non lasciare che la paura di orrenda probabilità, ti blocchi l'audacia di una meravigliosa opportunità.>>

"Non ho ancora deciso, honey. Nel frattempo però che ne dici di accompagnarmi a fare shopping?" Gli chiesi.

La felicità fu evidente sul suo volto, i suoi occhi color miele parvero sorridermi prima di annuire. "Certo. Quando?"

Feci spallucce. "Ora. Il tempo che salgo a cambiarmi e poi andiamo."

"Perfetto. Vai, ti aspetto qui."

Siamo GHIACCIO e FIAMMEWhere stories live. Discover now