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26 settembre

Dopo quelle confessioni sulla spiaggia, mi sentivo più vicina a lui di quanto lo fossi mai stata. Alcuni suoi comportamenti, che non avevo mai compreso, divennero improvvisamente più chiari. Tutte quelle azioni orribili che aveva fatto per Byron, per i Blacks, erano state dettate dalla consapevolezza di essere già un mostro e che nulla poteva renderlo peggio di quello che già si considerava.

Aveva evitato che fossero gli altri Blacks o addirittura Byron a sporcarsi le mani, si era addossato tutti quegli orrori e quegli errori per salvare gli altri.

Non era necessario che qualcun altro diventasse un mostro se c'era già lui.

Aveva protetto tutti e in cambio non aveva chiesto nulla.

Ma allora perché si era alleato con Garreth?

I miei pensieri furono fortunatamente interrotti da Caleb stesso che mi trascino verso le auto per andare a mangiare. A quanto pareva quella spiaggia apparteneva a una piccola cittadina che lui conosceva bene e verso cui, in quel momento, ci stavamo dirigendo.

Seguii la sua auto e parcheggiai esattamente accanto a lui, di fronte a quella che sembrava essere una tavola calda. Scendemmo e lui si diresse verso quel locale con immense vetrate e tavolini colorati per lo più vuoti.

"Non ci credo ancora che Julian ti abbia prestato la sua macchina!" Disse lui come se avesse notato solo in quel momento quel dettaglio.

Peccato che sapevo benissimo che non fosse così. Aveva semplicemente deciso che si sarebbe divertito a stuzzicarmi.

"Lui sì che è una brava persona. Non come altri che si sono rifiutati categoricamente!" Gli puntai un dito contro.

Sorrise e aprii la porta, una campanella suonò segnalando il nostro ingresso.

"Non esiste che ti faccia guidare la mia auto, fiocco di neve. Mettiti l'anima in pace!"

"Mai dire mai nella vita, Cal..." Gli sorrisi.

Al bancone c'era una donna molto alta e robusta, di mezza età, con la pelle scura e con gli occhi color cioccolato. Appena ci vide, o meglio, appena vide Caleb, sorrise calorosamente.

Ci avvicinammo a lei e potei osservarla meglio. Indossava una divisa gialla con il logo della tavola calda stampato sul petto. Sembrava davvero felice di rivedere il ragazzo al mio fianco e la sua felicità mi sembrava del tutto sincera, nulla di artefatto, nulla di finta, solo pura gioia.

"Ciao ragazzo. Era da un po' che non venivi da queste parti." Aveva dei denti bianchissimi e nonostante l'età, poteva definirsi una bella donna.

"Sono stato un po' impegnato negli ultimi tempi, Signora Okkaford."

"Quante volte devo dirti di chiamarmi Zhira?!" Lo rimproverò bonariamente lei.

Quella scena era davvero dolce. Per la prima volta vedevo qualcuno trattare Caleb come una persona qualsiasi e non come il Segugio Infernale che tutti temono.

Anche lui sembrava sinceramente contento di essere lì e di parlare con quella donna. Sembrava più rilassato, meno teso, meno stronzo e più una persona normale.

"Scusi la maleducazione del mio amico - dissi dando una gomitata a Caleb - io sono Riley, piacere di conoscerla." Mi sporsi oltre la figura colossale del ragazzo al mio fianco e strinsi la mano a quella simpatica signora.

La donna rimase un attimo sorpresa, come se non si aspettasse minimamente la mia presenza. Ben presto però la sorpresa fu sostituita dalla gioia.

"Il piacere è tutto mio. Io sono Zhira Okkaford. Sono contenta di conoscere un amica di Stone finalmente."

Siamo GHIACCIO e FIAMMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora