❝𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐈𝐈𝐈❞ | Un puzzle incompleto

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━━━━━━━| 𝐓𝐑𝐄𝐃𝐈𝐂𝐈 |━━━━━━━

Sbattei velocemente le palpebre, estremamente confusa da ciò che aveva appena affermato Charlie.

"Cosa- ?" chiesi come istintivamente.

La ragazza si alzò, avvicinandosi al camino che ospitava il fuoco scoppiettante che dava vita alla piccola stanza in cui ci trovavamo.

"Non so davvero di che parli Y/N. Non è successo nulla di strano quella sera" disse Charlie mentre mi rivolgeva uno sguardo comprensivo.

Mi immobilizzai, cercando di capire se mi stesse mentendo, o se la ragazza fosse davvero seria.

Dopotutto, perchè non avrebbe dovuto dirmi la verità? È Charlie Morningstar!

Vedendomi in quel modo, mi si avvicinò inginocchiandosi davanti a me, posando una mano su una delle mie ginocchia;
"Sei sicura di star bene? Ti vedo un po' pallida..."

Alzai lo sguardo sul suo volto.

Charlie sembrava davvero preoccupata per me, e immaginai che forse la mia domanda l'avesse colta di sprovvista, ma avevo bisogno di sapere cosa fosse successo esattamente; perciò, cercai di approfondire l'argomento.

"Sì sì-" iniziai un po' frettolosamente, "Mhm... Puoi descrivermi cos'è successo dopo la nostra discussione a proposito degli specchi dell'hotel?"

La ragazza sembrò pensarci su, portandosi un dito sul mento e contemplando l'area circostante;
"Beh..." iniziò, un po' riluttante della sua stessa affermazione, "Niente in particolare, davvero. Ti vidi un po' sulle tue, ma subito dopo ti sei comportata normalmente. Scherzavi e commentavi come sempre, poi però, sono uscita dalla stanza e tu sei rimasta da sola"

La sua versione coincideva più o meno con la realtà; Angel Dust mi trovò sdraiata sul letto, è vero, ma non c'era nessuno in stanza a parte me e lui.

Grugnii infastidita; non sopportavo non riuscire a connettere le informazioni. Era stancante non riuscire mai a trovare una risposta soddisfacente.

Cazzo, se non ci andasse di mezzo la mia salute mentale avrei già smesso di indagare!

Annuii, facendole cenno che quel che aveva detto poteva bastare.
.
.

Stavo girando intorno nella stanza, la stessa che Charlie aveva lasciato poco fa in seguito al nostro confronto.

Sembravo un disco rotto, ma girare in cerchio mi aiutava a concentrarmi, o quasi.

Se Charlie mi aveva detto la verità, significava che per quel lasso di tempo persi coscienza per all'incirca 10/15 minuti.

Ma non quadrava! Diceva che dopo il mio breve momento di riflessione, lo stesso che ricordo anch'io, ho continuato a comportarmi come sempre. Dio, non significa niente! E poi, è almeno possibile come cosa!?

No, no non lo era. C'era un buco nella sua tesi. Deve esserci.

Oltretutto quella sera mi comportai in modo strano con Alastor, eppure ero cosciente. Era come se fossi ubriaca, ma- un secondo... Alastor nel bagno, mi prese il volto per guardarmi negli occhi, dicendomi che sembravo posseduta o qualcosa del genere.
E se forse Alastor-

"OOH, TROIETTA!"

Mi girai velocemente verso il suono che mi corse di sorpresa, facendomi sobbalzare leggermente siccome non mi aspettavo una visita così all'improvviso.

"Dio, Angel mi hai fatto paura!" replicai mettendomi sulla difensiva.

Il demone entrò nella stanza roteando gli occhi e sbuffando;
"Non è colpa mia se non ci senti!"

𝐏𝐎𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 | AlastorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora