3. Un Pacchetto Di Sigarette Per Favore

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3.

Esco dal bagno e torno in stanza; Luca non c'è più

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Esco dal bagno e torno in stanza; Luca non c'è più. Meno male.

Mi vesto ed esco subito di casa.

Non ce la farei ora a spiegare tutto quello che é successo e, come conosco Giulia e Bella, non si accontenterebbero di un 've lo racconto un'altra volta.'

Sono un sacco in anticipo e decido di fare la strada a piedi. Ci metterò un'oretta ma onestamente non mi dispiace camminare. Mi calma e mi aiuta a pensare.

Mentre oltrepasso il kiosk vicino scuola capisco che sono quasi arrivata. Controllo l'orario sul telefono e mi accorgo che mancano comunque ancora un'ora e 30 minuti. Minchia.

Così torno indietro e vado verso il tabaccaio che ho passato prima.

Avvicinandomi vedo una sagoma che riconosco subito.

Ma mi insegue?

Cerco di ignorarlo e lo oltrepasso, entrando nel tabaccaio. Non fumo mai, cioè, non sigarette. Canne ogni tanto. Ma oggi ne ho un forte bisogno. Un bisogno di nicotina esagerato. Di calmarmi.

Fumavo quando ero un po' più piccola per via dello stress causato da mio padre. A 13-14 anni sentivo la sua mancanza in un modo assurdo. Così mi calmavo con la nicotina. Ma una volta che avevo aperto gli occhi e capito che stavo meglio senza di lui, smisi.

Le rubavo dai supermercati, dai genitori delle mie amiche e persino alcune volte tornavo a casa da mio padre, quando non c'era e lasciava la porta socchiusa, e gliele rubavo. Non se ne sarebbe mai accorto.

Poi io le porte le aprivo senza fatica con uno spillo. L'avevo imparato quando mio padre mi rinchiudeva in cantina per aver parlato troppo e Cori non c'era per tirarmi fuori.

Dunque ogni tanto riprendo a fumare per qualche giorno.

"Buongiorno, un pacchetto di sigarette per favore."

"Giorno signorina, quale vorrebbe?"

Indico quello che prendo di solito e lui annuisce prima di posarlo sul bancone.

"Mi scusi, quanti anni ha?" Mi chiede con sgaurdo dubitoso.

"18, perché?"

"Sembra una studentessa. Può mostrarmi un documento per piacere?"

Alzo gli occhi al soffitto. Ci mancava questa.

"Sono una studentessa e no, non ce l'ho. Perché.....lei andava a scuola con la sua carta d'identità?"

"Ehm..." Lo vedo a disagio ma non addolcisco minimamente il mio sguardo.

"Se lo perdo? Se me lo rubano? Sono tanti soldi per rifarlo." Annuisce ma non senza ritirare il pacchetto di sigarette di cui ho tanto bisogno.

"Senta signora, le credo ma ho delle regole che devo seguire. E se non può provarmi di essere maggiorenne non posso venderle le sigaret-" viene interrotto dal suono di una carta d'identità lanciata sul bancone.

La luna nei tuoi occhi Donde viven las historias. Descúbrelo ahora