8- Memories of the past

46 3 0
                                    

Quella mattina Dazai si svegliò con due occhiaie che gli arrivavano fino ai piedi.
Questo perché aveva passato tutta la notte a piangere e pensare e ripensare, a quello che successe il giorno prima.
Perché effettivamente non aveva capito neanche lui cosa fosse successo esattamente.
Cioè il fatto che lui e Chuuya avessero litigato era chiaro; ed era chiaro anche che Francis lì avesse scoperti.
Ma come aveva fatto? Dopotutto erano in un posto alquanto isolato.
Questa cosa gli puzzava, e non poco.
Si mise a riflettere e girò intorno al fatto che la sua voce era molto (ma tanto) simile a quella che la mattina avevano sentito in bagno.
Che fosse lui?
Probabile. Davvero molto probabile.
Ed effettivamente le probabilità che fosse lui erano circa all' 85%.
Ma perché? Vi sarete chiedendo.
Ebbene, incluso ovviamente il fatto della voce, Francis non poteva sapere effettivamente dove trovarli, e quando.
Quindi... che fosse veramente il proprietario di quella voce e che si fosse insospettito riconoscendo la voce di Dazai?
Forse.
E forse aveva tenuto sott'occhio il moro con lo sguardo tutto il tempo, tanto anche da seguirlo e poi fuoriuscire dal suo nascondiglio proprio in quel momento.
Ora le probabilità erano salite al 97%, ma lui ne era sempre più sicuro.
Alla finfine, collegando tutti gli indizi l'unico soggetto che usciva fuori era proprio il professore di inglese (nonché, un suo vecchio amico).
Quindi dopo altri ripensamenti si arrese all'idea che era praticamente ovvio che fosse lui, senza alcuna ombra di dubbio.
Ma ora... che fare?
Mori lo aveva svegliato ma lui se ne era uscito con una delle sue solite scuse "oggi non mi sento molto bene, vai solo tu".
Non se la sentiva proprio di andare a scuola né tantomeno di uscire di casa.
Quando il preside uscì, prese il telefono e aprì " write prof " iniziando a riguardare tutti i messaggi che Chuuya gli aveva mandato (manco fosse una sedicenne in crisi amorosa).
Poi decise di riguardare la galleria e non l'avesse mai fatto: gli capitarono sotto gli occhi foto molto vecchie, con i suoi amici più cari.
Una in particolare gli fece tornare a mente dei ricordi che voleva dimenticare.
Erano in tre. In un bar. A bere. Ne approfittarono per fare una foto, dato che non avevano ricordi di quando erano insieme.
Oda Sakunosuke e Ango Sakaguchi erano due dei suoi più cari amici, e la loro perdita gli fece molto male.
Oda Sakunosuke, anche conosciuto come Odasaku, era un uomo abbastanza tranquillo, aveva i capelli rossicci ed era alto. Non era irascibile (rispetto ad un'altra persona), ma quando si arrabbiava allora faceva davvero paura.
Ango Sakaguchi, anche conosciuto come Ango Sakaguchi, era un uomo serio e preciso e i suoi occhiali facevano si che tutti lo scambiassero per un cieco. Ma a lui non importava di questo, infatti se li metteva sempre sul ponte del naso facendo proprio attenzione che la gente lo scabiasse per cieco.
Difatto, era un uomo riservato e con segreti, letteralmente "top secret", che nessuno avrebbe mai scoperto.
Dazai,all'epoca, se ne fu accorto e gli disse che un giorno sarebbe riuscito a scovarne anche solo uno. Ma purtroppo Ango morì prima che quest'ultimo ci riuscì, insieme al suo più caro amico Odasaku.
Avrebbe continuato a guardare la galleria per ore, ma le lacrime non glielo permisero.
Di conseguenza spense il telefono e guardò il soffitto.
Gli ritornò in mente che lui prima di diventare un professore, faceva parte di qualcosa di non molto raccomandabile.
La mafia.
Lui faceva parte della mafia.
Lui era un ex mafioso.
E se qualcuno lo veniva a scoprire era in guai grossi (più di quelli in cui si era cacciato adesso).
Ma non era solo lui a rischiare.
Rischiava anche Mori.
Anche Mori era un ex mafioso.
Ma non uno qualunque.
Il capo.
Lui era il capo di tutto e tutti.
Però prima di diventare un mafioso era il dottore del boss precedente.
Ma questa è un altra storia.
Ritornando a Dazai...
Per lui quelli erano bei tempi, ma mai quanto quelli di due giorni prima.
Era confuso e più che altro sorpreso.
Non si sarebbe mai aspettato che potesse succedere una cosa del genere, tra l'altro con qualcuno che conosceva.
Non si aspettava niente di tutto ciò e non sapeva come prendere in mano la situazione; se l'avesse detto a Mori, avrebbe provato in tutti modi possibili a farli riavvicinare e a tirar su di morale il moro.
Ma non era questo che voleva.
Lui voleva del tempo per ragionare, pensare e riflettere.
Voleva il tempo per schiarirsi le idee, per fare di tutto tranne che stare a sentire il preside.
Ma il tempo è un bastardo.
È uno stronzo che approfitta di tutto, che ti usa, che ti ferisce senza nemmeno rendersene conto, che non si preoccupa delle cose che non gli interessano, che non si ferma accanto a te per piangere insieme, che trascorre troppo velocemente quando dovrebbe farlo lentamente e trascorre troppo lentamente quando dovrebbe farlo velocemente.
È uno di quelli che puoi definire doppiogiochisti e che ti fanno dire "lui si che gioca tutte le carte a suo favore".
Perché effettivamente com'è che si dice?
Bisogna giocare tutte le carte a proprio favore.
E lui ne è la prova pratica.
È più bastardo dei bastardi che provano a fare i bastardi.
Non lo ferisce niente.
Se tu provi a fare una cosa con tutta la calma possibile lui riuscirà sempre e comunque scorrere velocemente.
Proprio quando non vuoi.
E l'orologio farà sempre "tic tac" fin quando non lo sentirai più, perché sarai così esausto di litigare con uno che ha sempre la risposta pronta, che ti addormenterai con le lacrime secche sulle tempie, a pensare a quanto in realtà, sia un maestro che ti spiega come funziona la vita.
E fu proprio così, Dazai si addormentò con le lacrime che pian piano smettevano di rigargli il volto, ma non di rigargli il cuore.
Si addormentò con la consapevolezza che in realtà fosse un libro più aperto di quanto pensasse.

Teacher's pet //soukoku//Where stories live. Discover now