Cloud vi saluta || Parte seconda

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A/N
Dopo una settimana sono tornata, vi sono mancata? Ho modificato alcuni capitoli vecchi, credo di essere soddisfatta, nessun cambiamento madornale, ma se vi interessa dategli un occhio.
Vi lascio.
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I mesi passavano, la stagione fredda lasciò il passo alla primavere e il Campo Mezzosangue era pronto a riaprire i battenti.
Orami era maggio e tra poco più di un mese sarebbero arrivati molti semidei per la sessione estiva. Forse avremmo conosciuto anche facce nuove.

Continuavo ad allenarmi e girovagare per il campo con Annabeth, Piper, Percy e Grover. Grover solo per la parte del girovagare e scroccare qualche lattina e tovagliolo, prima che partisse per andare a cercare Pan.
In particolar modo io e Percy ci contendevamo le poche caramelle blu in un pacchetto o per tenere l'ultima lattina blu rimasta. Tutto in amicizia, non litigavamo mai seriamente.

Ogni venerdì ci alleavamo per Caccia alla Bandiere e adesso, per la gioia di Annabeth, la casa cinque era sotto di quattro. Questa cosa non andava per niente giù a Clarisse che stava cercando in tutti modi di riavere dalla sua almeno la casa dieci. Tutti pensavano che lo facesse per poter passare più di tempo con Silena, sicuramente non sarei stata io a dirglielo.
Cercavo di ritagliarmi anche un po' di tempo al pomeriggio durante l'ora libera per fare gli esercizi che facevo con Lupa.

In tutto questo non mi ero dimenticata del piccolo Aiden. Passavamo interi pomeriggi a studiare magia e allenarci con incantesimi, lingua ammaliatrice, la Foschia, facevamo saltare in aria tutto con i pharmaka. Jacopo aveva anche avuto la brillante idea di farmi riprendere in mano la necromanzia che avevo lasciato in sospeso da un po'. Diciamo che solo lui ne fu entusiasta.
A volte qualcuno si prendeva qualche piccolo infartino quando si vedeva sorgere davanti uno scheletro o uno zombie, ma per il momento non ci era ancora scappato il morto.

Chirone, oltre per la puzza di decomposizione che avevamo sempre addosso, ci odiava per la nostra collezione di scheletri di animali ed esseri non identificati. Li usavamo per allenarci a controllare le ossa, ma guarda caso, regolarmente qualcuno passava e iniziava a urlare come un disperato. Non ne poteva più di calmare pianti isterici.
Perché dovevano sempre urlare quando vedevano un morto muoversi?Davvero irritante.

Di tanto in tanto facevamo a turno per accompagnare Percy nel mondo mortale dove passava il fine settimana con la madre, che ne frattempo era riuscita a tornare da Montauk al suo appartamento a Manhattan.
E oggi era uno di quei giorni.
Quella mattina, subito dopo colazione, io e Piper lo accompagnammo fino al suo appartamento.
«Cerca di non far morire nessuno di crepacuore mentre sono via» disse Percy mentre apriva il cancello.
«Si, signore. Tu cerca di non far saltare le tubature del palazzo, di nuovo»
Sorrise sarcastico per il botta risposta.
«Ci proverò. Adesso mia madre è impegnata in una chiamata con qualche editore, magari un altro giorno salite a salutarla»
«Volentieri» rispose Piper al mio fianco.
«Quando torno porterò con me qualche biscotto blu»
Ci scambiamo qualche abbraccio finale e arrivò il momento di salutarci e ognuno andò per la sua strada.

«Un altra carcassa?» domandò Dioniso.
Di ritorno mi presentati al campo con un gatto malconcio in braccio, ma no, non era morto.
«No, non è morto. Volevo portarlo in infermeria»
L'avevo trovato in un vicolo non molto lontano dall'appartamento di Percy. Non potevo di certo lasciarlo al suo destino in mezzo a una strada.
«Lascialo a me, ci penso io» disse Chirone.
Era visibilmente sollevato dopo aver scoperto di non avere un altro morto in giro.
E poi dovrebbero sapere che degli animali teniamo solo le ossa, non tutta la carcassa. Animali che troviamo già morti, mica li uccidiamo.
Prese il suo kit contente tutte le medicine e stese un panno pulito su cui appoggia il gatto.
Dioniso studiò le teche contenenti scheletri di animali che avevamo collezionato nei mesi. «Non è che potresti tornare a sperimentare in cucina? Apprezzavo molto di più i tuoi dolci o quelle pozioni tutti i gusti -tipo quella al vino-, rispetto a...» si guardò intorno alla ricerca della parola adatta «...un museo zoologico in salotto»
«Sempre a lamentarti te» sbuffai.
Prima si lamentava dei vasi di piante ed erbe mortali, ora degli scheletri. Che palle.
«Hey! Sono solo sincero» ribatté il dio, fingendosi adirato.
«Allora scusa»
Qualcuno mi tiró un coppino da dietro.
«Vieni ad aiutarmi a pulire questa povere bestiolina» disse Piper prendendomi a braccetto.
«Arrivo, arrivo»
Iniziammo a pulire il pelo marrone del gatto per scoprire che in realtà era bianco, era solo sporco di fango e non so cos'altro.
Era un cucciolo, poco poi grande di una mia mano. Era accasciato su un fianco con la lingua fuori e gli occhi chiusi.
«Si riprenderà?» chiese Piper.
«Si, ha solo bisogno di riposo» rispose sereno Chirone.

Strade IntrecciateWhere stories live. Discover now