Ummo e Vanni

10 0 0
                                    

Vanni era nascosto a pancia in giù dietro a una muraglia di media altezza che divideva i confini di Entos dal deserto aperto. La creatura era ancora lontana ma con il binocolo la vide chiaramente. Vide quel lupo zoppicante e ferito, che spruzzava sangue ad ogni passo che si avvicinava lentamente. 

Il sangue di Vanni alla vista di quella creatura cominciò a bollire come una pentola a pressione, e si decise a puntare il fucile mirare alla testa e fare fuoco. Proprio mentre allungava l'arma davanti a sé, e mise l'occhio nel mirino, pensò che uccidere così la creatura sarebbe stata una morte troppo facile. Quell mostro se la sarebbe cavata con un colpo in testa e una fine alle sue enormi sofferenze, quando invece voleva godersi quella morte. "Tanto è già mezzo morto "pensava mentre abbassava l'arma davanti a se "che male potrà riuscire a farmi se lo faccio avvicinare un po'?". Vanni prese quella decisione che in un momento di normalità non avrebbe lesinato a considerarla scellerata. Ma in quel momento era davvero arrabbiato. Con il mondo in cui viveva, con tutte quelle creature che avevano deciso per quella sorte. Con suo figlio di cui non aveva più avuto notizie ma che di sicuro si sentiva in cuor suo che non avrebbe fatto una bella fine, con Angel con tutti. Sì anche con Angel ce l'aveva, che si era fatto abbindolare nel combattere una guerra non sua e che adesso si era trovato immischiato nel mettere di mezzo persone innocenti. Il lupo continuava ad avanzare.

L'aveva visto Ummo. Aveva visto quell'uomo nascosto dietro la staccionata in mattoni. Sapeva che non avrebbe avuto speranze. Che quell'uomo l'avrebbe ucciso a sangue freddo senza l'opportunità di potersi spiegare. Ma pensò che dovesse fare almeno un tentativo. Il vantaggio di essersi evoluto in licantropo o presunto tale, era che i suoi sensi si erano acutizzati. Ci vedeva il doppio, sentiva rumori e odori anche a distanza di migliaia di metri. Infatti, si accorse di quell'uomo prima di tutto dal forte odore che emanava la sua pelle. Nonostante il suo olfatto forse adesso impregnato dal sapore del suo stesso sangue, riusciva a percepire l'odore umano a distanze inimmaginabili. Ummo era stanco e affamato, e alla vista di quell'uomo, il suo istinto da lupo, l'aveva fatto sbavare. C'era stato un piccolo momento nella sua mente in cui si sarebbe volentieri divorato quell'uomo. Aveva combattuto per tutto quel tempo con quell'istinto fino a quel momento. Si era cibato di carogne umane ma non aveva mai ucciso nessuno. Per questo era considerato quello "strano" del gruppo di licantropi. Ummo si avvicinava sempre più alla staccionata. Sapeva che quell'uomo presto sarebbe uscito dal nascondiglio. A pochi metri dall'arrivo rallentò il passo, si mise in posizione eretta e alzò le mani. "Umano". Pronunciò quelle parole preso dalla disperazione. O la va o la spacca. Doveva fare qualcosa per tentare di salvarsi la pelle.

"Umano" ripetè. Vanni restò ad ascoltare, meravigliato dal fatto che quell'essere lo aveva visto e su cosa avesse da dirgli.

"Il mio nome è Ummo, prima di essere trasformato in licantropo vendevo vestiti al mercato cittadino di Grangma". Ora il lupo si era fermato, mani in alto, completamente fermo. "Ho ucciso gli ultimi esemplari di lupi che inviati da una delle streghe stavano venendo qui a fare stragi, sono ferito e non so se sopravviverò, voglio dare una mano a liberare Gravonia, non guardare la mia forma, ma quello che sono dentro. Ero e sono un umano come te" continuò a parlare Ummo in modo solenne.

Vanni era nervoso. Avrebbe voluto uscire, sparargli e andarsene. Ma quell'essere era ferito e indifeso, non voleva versare sangue innocente. E se stesse dicendo la verità?

Vanni uscì dal giaciglio. Con sorpresa di Ummo, non gli puntò l'arma addosso, ma la teneva con due mani rivolta verso terra.

"Chi può assicurarmi che stai dicendo la verità?" che non stai recitando?" chiese lui avvicinandosi piano all'essere.

"Non ho la presunzione di convincerti, posso solo dimostrartelo"

Dopo quella frase vide il viso del lupo cambiare espressione, sentì un piccolo frastuono dietro di lui e vide un ragazzo correre con una lancia puntata verso Ummo.

Vanni non fece in tempo a gridare di fermarsi che l'uomo lo aveva già superato e correva velocemente tenendo l'arma ben salda tra le mani. Ummo però ebbe la forza, nonostante le ferite, e il tempo di spostarsi, prendere la lancia dalle mani dell'uomo e disarmarlo. Il ragazzo perse l'equilibrio e ruzzolò per qualche metro sull'asfalto roccioso. Subito si alzò in piedi in gesto di difesa e diede uno sguardo sia al lupo che a Vanni.

"Penso che forse non mi stai ingannando, e questo atto mi fa pensare che in quanto ad abilità in battaglia siamo davvero nella merda" sentenziò Vanni prima di fare una lavata di capo al ragazzo e cacciarlo via. Vanni si avvicinò a Ummo e gli porse la mano. "Vieni, vediamo di convincere gli altri che forse in questa stupida guerra potresti essere anche utile". Ummo nonostante lo spavento per l'attacco, il caldo e le ferite profonde fece una piccola risata che però gli acutizzarono il dolore alle costole. "Dobbiamo metterci in contatto con Mazumba." Comunicò Vanni al lupo mentre pian piano raggiunsero la piazza dove l'esercito improvvisato si stava preparando.


Le Guerre Di Grangma - IL Conflitto (Vol.2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora