Una guerra per chi?

13 2 0
                                    

Le tre navi con a capo Elander attraccarono dopo circa due ore dalla visione della costa. Tutta Mazumba era in subbuglio tanto quanto Entos, dove era rimasta la maggior parte dell'esercito che si stava preparando a raggiungere il Loft e Angel da lì a poche ore appena Eisa, Raja, Maria e Gabri sarebbero arrivate.

I due erano partiti la mattina presto, Mazumba distava solo un'oretta a piedi da Entos; infatti, le tre città compresa Grangma rappresentavano il triangolo economico di tutto il regno di Gravonia.

Angel guardava con curiosità il bizzarro abbigliamento di quel popolo che poteva benissimo essere catalogata come una razza praticamente diversa da loro semplici umani. I Zeolandiani erano uomini imponenti, si potevano ammirare in tutta la loro fisicità sul ponte delle navi ancor prima di attaccare al porto. La maggior parte della popolazione di Mazumba era riunita sul molo. Uomini con bambini al seguito guardavano con curiosità e allo stesso tempo diffidenza quegli strani esseri.

"Ci credi che ho sempre pensato che l'esistenza degli Zeolandiani fossero solo favole che i genitori raccontavano ai bambini quando facevano qualche marachella?" disse con un mezzo sorriso dipinto in volto Angel rivolgendosi a Loft, alzando gli occhi al cielo quasi ricordando quando effettivamente i suoi genitori utilizzavano quell'espediente per spaventarlo.

Il loft si voltò verso Angel e sorridendo rispose" Fidati, non hai ancora visto niente... hai mai sentito parlare dei Gretzel?" il Loft formulò la domanda proprio mentre si levava un forte brusio tra la folla e Angel non riuscì a sentire cosa la divinità gli aveva domandato. Ad un tratto le grate del fondo delle navi si aprirono e un ruggito che fece rabbrividire tutti i presenti facendo levare grida di spavento tra la folla anticipò l'uscita dei famosi Gretzel. Gli enormi lucertoloni, camminavano a testa china, trainati da una spessa catena di ferro da un Zeolandiano enorme, alto molto più degli altri dal fisico statuario e con una maschera di cuoio sul volto. L'uomo trainava almeno una decina di quei bestioni, mentre da un'altra nave un altro personaggio simile ne trainava altrettanti. Angel non riusciva a credere ai propri occhi nel vedere quelle creature. Enormi bestie simili a coccodrilli, con una fascetta di ferro che gli chiudeva le fauci, una corazza simile a quella delle tartarughe che gli ricoprivano il dorso. La gente all'avvicinarsi delle creature, fecero tutte un passo indietro. Non volevano rischiare nemmeno di sfiorare quelle bestie che per un Gravoniano erano animali diabolici che provenivano da un altro pianeta. Dopo che tutto l'equipaggio compreso di animali scese dalle navi e si dirigevano nella piazza centrale di Mazumba, il divino Elander fece la sua comparsa. Lasciò la nave per ultimo, come da consuetudine dei capitani vecchio stampo. Alla sua vista il Loft, lasciò Angel sul posto e andò incontro al fratello, uno dei tre figli dello Ying. Elander guardandolo da lontano iniziò a sfoggiare un grande sorriso ancor prima di avvicinarsi e perdersi in un grosso abbraccio. La folla, intanto, si era spostata un po' incuriosita, nel voler guardare le bestie un po' più da vicino e ammirare quel popolo mitologico che erano gli abitanti di Zeolandia . 

Angel si avvicinò ai due mentre parlavano in una lingua a lui sconosciuta. Il loft parlava e faceva cenni verso Angel. A un certo punto Elander si avvicinò e lo squadrò dalla testa ai piedi. La sua fisicità, il suo portamento e quegli occhi azzurri riuscivano a mettere in soggezione un soldato addestrato e con una grande esperienza di combattimento e guerra alle spalle come Angel. Passarono un paio di minuti in cui Elander esaminò con cura Angel, fino a quando, il suo sguardo si ammorbidì e lo Zeolandiano allungò una mano per salutarlo. I tre si avviarono quindi lungo la piazza del paese dove, la maggior parte degli uomini con un passato di guerrieri alle spalle si stavano preparando alla battaglia che si sarebbe giocata ai piedi del monte Gravo, la montagna più alta di Gravonia che sovrastava la città e che proprio in quel momento, mentre il sole si nascondeva dietro il suo cucuzzolo aveva tolto la luce a quella soleggiata giornata, creando l'atmosfera adatta a quello che di lì a poco sarebbe successo.

A Entos era calato un silenzio tombale. Il sole era ormai alto e riscaldava la pietra delle strade rendendole incandescenti. Vanni e Paul avevano radunato gli uomini che si erano resi disponibili a far parte di quell'esercito, e si stavano aiutando l'un l'altro a levigare lance, pulire spade, pugnali, togliere la polvere a vecchi e rudimentali fucili e pistole, tutto ciò che poteva essere utile. Un gruppo di ex cacciatori, avanti con l'età, avevano donato ai giovani componenti di quell'esercito tutto il loro sapere sulle armi e su come impugnarle. Molti erano giovani uomini che non avevano mai assistito a una guerra e mai ne avevano sentito parlare, se non sottoforma di storie dai loro nonni. Vanni guardava quei giovani ragazzi ascoltare assorti i consigli che i vecchi del paese procacciavano a quella ciurma improvvisata e per un momento più di una lacrima gli sgorgò dagli occhi. Chissà quanti di quei ragazzi che stavano letteralmente mandando al macello per una guerra non loro sarebbero sopravvissuti. Un tremito di nervoso si insinuò nel suo corpo, tanto che colpì con un forte pugno un tronco di un albero facendolo vacillare e facendo cadere i frutti dalla folta chioma. Paul si accorse del nervosismo del compagno e gli si avvicinò, facendogli un gesto con lo sguardo che stava a significare se era tutto ok. Vanni gli si avvicinò "Non va per niente bene Paul." Vanni prima sussurrò, poi alzò la voce in modo da farsi sentire anche da tutti gli altri. "Quanta gente morirà per niente oggi? Quanti ragazzi non diventeranno mai grandi e quanti nonni non vedranno crescere i loro nipoti per questa stupida guerra?" Paul ascoltava in silenzio il compagno, facendo cenni del capo di tanto in tanto. Probabilmente era della stessa idea. "Stiamo combattendo una guerra che riguarda un regolamento di conti tra esseri che con noi Gravoniani mortali non c'entrano nulla" continuò nel suo discorso Vanni. Ora gli armaioli e i soldati si erano zittiti e si erano fermati ad ascoltarlo "E poi ci stiamo fidando di chi?" domandò facendo riferimento al loft. "Per quello che ne posso sapere io quell'uomo potrebbe starci mandando appositamente tutti al macello". Vanni continuò nel suo torpiloquio fino a quando una delle guardie, nascoste sulla cima più alta di una degli alberi che componeva la piazza centrale di Entos, non scese con passo fulmineo e chiamò Paul e Vanni a raccolta. La spia, alta poco più di un metro e sessanta, corporatura magra era la tipica persona che ti si sarebbe infilata in tasca senza accorgertene. Ebbero una breve conversazione fino a quando Vanni, ormai su di giri dal nervosismo, caricò il mitra a due mani e si rivolse a Paul " Questa la risolvo io, ho proprio bisogno di sfogarmi".


Le Guerre Di Grangma - IL Conflitto (Vol.2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora