Capitolo 8: Temi l'ira del mite

1 0 0
                                    

Giunsi in quella piccola città dove ero stato pochissimi giorni in relativamente poco tempo.

Avevo galoppato ai limiti delle capacità del mio povero cavallo e durante le ore più calde per farlo, ma era di vitale importanza.

Ricordavo la strada e ci andai da solo, sebbene fossi in compagnia della mia furia di quel momento.

In cuor mio temevo che non sarei riuscito a ritrovare quell'uomo in particolare, ma dovevo almeno provarci, non solo per eventuali informazioni, ma soprattutto per una questione di principio.

Questa volta non avrei commesso lo stesso errore della volta precedente.

La volta prima lo avevo interrogato con le buone e mi aveva mentito... ora sarei passato alle cattive...

Tuttavia sapevo anche di avere poco tempo per farlo.

Presto Brady avrebbe appreso a sua volta che Ortega era ancora vivo e che aveva appena rapinato la banca, e già sospettavo che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata venire a cercare me perché gli dessi una mano.

Dovevo sbrigarmi...

Forse era Hondo, non ricordo il nome di quella piccola cittadina, ma appena vi arrivai la prima cosa che feci fu fermare il mio cavallo davanti allo stesso saloon dove ero stato due giorni prima e legarlo fuori.

Notai subito che ce n'era solamente un altro e quindi non dovevano esserci molte persone all'interno, il che era meglio per me.

Entrai come una furia guardandomi attorno.

Quello sciagurato non c'era.

Tradii una smorfia di rabbia, ma riconobbi invece dietro il bancone lo stesso barman che mi aveva servito da bere l'ultima volta.

L'avevo difeso in quell'occasione e sperai che adesso fosse abbastanza onorevole da ricambiarmi il favore che gli avevo fatto.

Mi avvicinai al bancone come per ordinare, ma qualcosa di lui lasciava trapelare che forse aveva capito che non ero li per bere.

Non persi nemmeno tempo a dire nulla, venni direttamente al punto.

Avevo troppo poco tempo.

<L'uomo che ho picchiato alcuni giorni fa> gli dissi di fretta <Sai dov'è?>

Passarono alcuni secondi prima che mi rispondesse, arco di tempo che passò dandosi un'occhiata in giro come per verificare che non ci fossero orecchie indiscrete a sentirci.

Ad un certo punto si chinò lentamente verso di me e mi parlò sottovoce.

<C'è una bisca sul retro> mi disse indicando con un gesto appena accennato della testa dove andare <E' li>

Si confermò infine un uomo abbastanza onorevole e io lo ringraziai con un cenno della testa in sua direzione.

Gesto ancora più visibile con il largo cappello che indossavo.

Senza tanti complimenti imboccai la via che mi aveva indicato all'interno del suo saloon fino ad arrivare ad una specie di vicolo cieco.

Arrivai ad una porta chiusa, ma un uomo vi faceva diligentemente la guardia.

Egli si frappose tra me e la soglia proprio come andai per prendere la maniglia.

<Aspetta> mi disse <Se vuoi giocare consegnami prima quella> mormorò indicando la mia pistola nella fondina <Niente gente armata>

Non sembrava un tipo rispettabile, ma i suoi modi sembravano pacifici.

Io sospirai dubbioso e cercai di convincerlo con le buone.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Feb 11 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Le Due Facce della MedagliaWhere stories live. Discover now