Capitolo 5: Caccia all'uomo

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Il sole era al suo zenit, e in regioni come quelle significava dover fare i conti con un caldo soffocante anche se era solo primavera, specie con un cielo così libero dalle nubi.

Mi ero finalmente lasciato alle spalle la spiacevole serata a casa del sindaco Iverson Goodwin, e ora stavamo seguendo una pista di cui ci aveva messo a conoscenza proprio lui.

Finalmente ero potuto tornare ad abiti dentro ai quali ero davvero a mio agio.

Un cappello scuro a falda larga mi proteggeva la testa e le spalle da quel sole massacrante, e invece dell'abito elegante ero tornato al mio "cappotto" color sabbia lungo almeno fino alle ginocchia che in verità tenevo solamente sopra a vestiti ancora più comodi.

Infine, avevo nuovamente addosso qualcosa che mi era mancato quella sera, qualcosa che effettivamente non era il caso di portare ad una serata di gala, il mio cinturone, legato in vita che mi faceva inoltre sentire il peso della Remington che avevo nella fondina.

E non era l'unica arma che avevo con me.

Il revolver mi piaceva usarlo finché si trattava di dover sparare rapidamente e anche perché potendolo usare con una sola mano era un'arma davvero comodissima per me, e anche più "agile" avendo la canna più corta di quella di un fucile.

Ho sempre avuto il dono dell'abilità con le armi da fuoco, qualcosa che tutti sapevano che prima o poi ti avrebbe salvato la vita in quelle infuocate terre di frontiera.

L'altra che avevo con me era un altrettanto comodo fucile a leva che stavo tenendo nella fondina per canna lunga sulla mia sella.

Questo perché eravamo a cavallo in quel momento, ci stavamo dirigendo in una cittadina vicina per seguire la pista su Ortega, il criminale messicano che stando alle notizie ricevute avrebbe rapinato a giorni qualcosa nella Contea di Lincoln... ma nessuno sapeva cos'era questo qualcosa.

Eravamo in tre, io, Brady e un nostro collega, un altro uomo di legge.

In affari del genere era sconsigliabile andare in pochi.

Chi andavano in pochi erano sciocchi o abili.

A volte invece c'era chi andava da solo, e solo due tipi di persone lo facevano: i pazzi... o le leggende.

La cittadina in questione in fin dei conti non era molto lontana da Lincoln, eravamo infatti partiti non molto prima.

Quasi impossibile dire quanto mancasse al nostro arrivo, il territorio che stavamo attraversando alternando galoppo e trotto per non affaticare troppo i cavalli per via del caldo non ci concedeva molti punti di riferimento naturali.

Mi guardavo attorno mentre ero in sella, mentre percorrevamo quel sentiero polveroso nel bel mezzo del nulla.

Ovunque si posasse il mio sguardo vedevo solamente arbusti secchi qua e la, qualche piccola collina in lontananza che pareva altrettanto arida, proprio come la terra polverosa e dal colore chiaro che gli zoccoli dei nostri cavalli stavano calpestando.

Solo qualche solitario cactus pareva essersi adattato bene ad un territorio tanto brutale.

Era curioso...

Quella era una terra dura e letale già senza l'uomo. Aggiungendo ad un luogo tanto selvaggio le persone e le armi si otteneva come risultato qualcosa di mai visto prima nel mondo. Come una roulette continua contro il diavolo in persona.

Proprio come quei cactus e la fauna locale, sembrava che solo chi sapeva davvero adattarsi sarebbe riuscito a sopravvivere qui...

E nel frattempo i miei pensieri erano rivolti al nostro lavoro, continuavo a chiedermi se quella soffiata ricevuta da chissà chi fosse attendibile e se si trattasse di una trappola.

Le Due Facce della MedagliaWhere stories live. Discover now