capitolo 03 - the bird and the worm

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Osservo Creed mentre viene caricato sulla barella, seguito a ruota da Fincher. Il primo mi urla contro qualsiasi improperio gli venga in mente — come se le dita gliele avessi staccate io, ma dai —, e il secondo che mi osserva con uno sdegno tale che mi vergogno anche di calpestare il loro stesso suolo. Stronzi.

Non appena chiudono le porte dell'ambulanza mi volto e rientro a Blackveldt. Anche questa volta ignorerò gli ordini diretti di Fincher, ma non posso evitare di scendere da Slasher. Devo parlarci. Devo capire cosa lo ha spinto a tanto solo per parlare con me.

Per un attimo, immagino come potrebbe essere la mia vita se scoprissi di essere in grado di aiutare un soggetto come lui. Diventerei famosa, tutti vorrebbero parlare con me. Mi inviterebbero ai talk show, potrei scrivere un libro. E, infine, aprirei uno studio psichiatrico tutto mio...

Questi pensieri si susseguono e mi vengono i brividi per tutto quello che potrebbe essere. E che sarà. In quel preciso istante lo prometto a me stessa: io aiuterò Slasher.

Sempre che lui voglia essere aiutato.

Il silenzio del corridoio mi mette i brividi. Trent non ha particolarmente insistito per vedere i permessi di accesso alle celle di isolamento, si è solo raccomandato di fare attenzione e di non passare oggetti o viveri al paziente. No, beh, dopo questa giornata decisamente non mi era venuto in mente di farlo.

Arrivo davanti alla sua cella e lo trovo seduto a terra. Slasher segue tutti i miei movimenti con la testa. Non riesce a staccare lo sguardo da me. Mi sento in trappola.

«Perché?» gli chiedo, fermandomi di colpo e fissandolo nel modo più intenso che posso.

«Perché cosa?»

«Beh, non so. Tutto? Perché hai staccato due dita al mio collega... per esempio. Perché non hai semplicemente chiesto di me?»

«Cara Prudence... i tuoi amichetti volevano farmi parlare con uno scarto dell'umanità, un vero e proprio coglione. Il tutto dopo avermi fatto odorare la vera estasi... che saresti tu, ovviamente. Lo dovresti ben sapere che questo è il modo migliore per far impazzire la gente.»

«Avresti solo potuto chiederlo.»

«Sarebbe stato alquanto noioso, però... e tu non ti saresti bagnata così tanto.»

Deglutisco in un modo che mi sembra fin troppo rumoroso e ho la netta impressione che lui lo abbia sentito.

«Augurati che riescano a riattaccargliele le dita. Altrimenti non mi faranno mai lavorare con te, ti porteranno direttamente in carcere.»

Slasher sorride, facendosi sempre più vicino al vetro che ci separa. L'incombere pressante del suo corpo inizia a farmi tremare e per un fugace attimo penso che vorrei sentire il suo odore.

«Mi piacerebbe sentire di cosa sa la tua pelle adesso, dottoressa... avverto la tua eccitazione fin qui.»

Non è possibile. Abbiamo prodotto lo stesso pensiero nello stesso istante. Mi guardo attorno in un riflesso condizionato. Sento come se in giro ci fosse qualche telecamera in grado di osservarmi anche dentro, nel cervello. Slasher deve per forza essersi inventato un metodo per leggere i miei pensieri.

«Puoi anche smetterla con queste frasi a effetto. Pensi di spaventarmi?» chiedo con stizza, sistemando gli occhiali da vista sul naso. Sono sicura di avere il segno del loro peso addosso, li indosso da tutto il giorno.

«Io non PENSO di spaventarti. Io sono SICURO di spaventarti. Magari non tanto quanto dovresti, per ora, visto che ti piace il pensiero di me. Per questo mi giri sempre intorno, no? Ma un giorno, Prudence... un giorno tu urlerai. Sotto di me.»

Sgrano gli occhi e trattengo un verso di puro dolore che mi scuote da dentro lo stomaco. Mi sento così tanto bagnata, ma devo fare in modo di non arrossire. Non sarebbe il momento adatto per questo. E non posso fargli vedere l'effetto che crea in me. Sarebbe dannoso per la nostra relazione medico-paziente.

«Perché? Vuoi uccidermi?»

Slasher stira un piccolo ghigno, mostrando un canino particolarmente appuntito che attira la mia attenzione in modo inevitabile. Immagino subito i suoi denti incidere la mia pelle nuda. Trattengo un altro gemito.

«Perché dovrei? Al momento mi intrattieni. Non avrebbe senso liberarmi di qualcuno che mi fa divertire...»

«E allora che intendevi?»

«Prudence... Prudence... Prudence... intendevo dire che ti scoperó talmente forte da farti scordare anche il tuo nome da brava ragazza.»

Fincher fa il suo trionfale ritorno due ore dopo e ovviamente Creed non è con lui

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Fincher fa il suo trionfale ritorno due ore dopo e ovviamente Creed non è con lui. Il mio capo mi lancia un'occhiataccia, prima di procedere verso il suo ufficio senza rivolgermi una sola parola. Non posso tollerarlo, quindi trotterello impaziente al suo fianco.

«Allora? Come sta?»

No, non mi frega un cazzo di come sta Creed, ma devo mantenere la facciata di tenera collega. Altrimenti mi butterebbe fuori in un batter d'occhio, viste anche le mie ultime trasgressioni.

«Purtroppo le dita sono andate in necrosi e non sono riusciti a fare niente per riattaccargliele. Contenta?»

A dire il vero, questo un pochino mi dispiace, quindi sfrutto questa ondata di pietismo per sfoderare la mia miglior performance attoriale. Scoppio in lacrime e Fincher è costretto a voltarsi. Mi prendo il volto tra le mani e continuo questa pantomima iniziando anche a singhiozzare. Fincher sbuffa e mi dà qualche pacca sulla spalla.

Mi sto molto divertendo.

«I-io... cioè... n-non è stata colpa m-mia... P-pensavo che...» non finisco la frase e scoppio nuovamente in un pianto isterico.

«Dai Pru... scusami. Hai ragione, non dovevo dare la colpa a te. Non hai fatto niente che tu non abbia già fatto in passato per infastidire Creed. Solo che stavolta è un VERO criminale quello che abbiamo qui. Devi essere cauta.»

Lentamente cerco di rallentare il battito e le lacrime. Ritorno in me, tirando su col naso.

And the Oscar goes to...

«Penso che dovremmo far trasferire Slasher. Non posso rischiare che succeda qualcosa anche a te» conclude Fincher, infilandosi nel suo ufficio e chiudendosi la porta alle spalle.

Cazzo. No.

Non gli è mai fregato nulla di me, ora deve diventare il mio paparino amorevole? Maledetto Fincher. Sento la rabbia scorrere nelle vene, stringo i pugni. Respiro.

Non posso fare sceneggiate adesso. Questa giornata è stata fin troppo impegnativa per tutti. Devo mantenere un profilo basso e aspettare domani. Con l'ultimo briciolo di sensatezza che mi è rimasto, rifletto che per ottenere le pratiche di trasferimento occorrono almeno due settimane.

In questo tempo potrò continuare a farmi amico Slasher, mentre cerco di convincere Fincher a farlo diventare un mio paziente. 

Posso farcela.

Personal JesusWhere stories live. Discover now