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Il cortile dell'università del Christ Church era sempre stato il luogo più incantevole che avessi mai visto .

Con le sue deliziose aiuole, i fiori dai colori più disparati, gli alberi millenari e le statue di fauni e ninfe, era il posto in cui riuscissi a pensare meglio, specialmente in primavera, quando il profumo dei fiori diveniva più intenso e raggiungeva perfino la camera di Peter nell'androne del dormitorio.

Uno di quei pomeriggi assolati e profumati che ero convinta sarebbero durati per sempre, mi ritrovavo appoggiata alla struttura in legno della finestra della sua camera, mentre tranquilla facevo ballonzolare le mie gambe nude oltre il cornicione.

Peter sedeva a gambe incrociate sul copriletto azzurro del suo letto, con la chitarra in grembo e gli occhi semichiusi, imperterrito a strimpellare una vecchia canzone d'amore.

Iris dei goo goo dolls.

Saltai giù dalla balaustra sistemando le pieghe dell'abitino floreale che indossavo e mi sedetti al suo fianco.

Lui fece finta di non accorgersi di nulla ed io m'incantai a fissarlo.

L'estate non era ancora arrivata, eppure la sua pelle era già più scura. I capelli erano più lunghi e gli ricadevano sulla fronte e sugli occhi, come piume di corvi e, disturbando le lunghe ciglia nerissime che lo contrassegnavano.

Peter non era certo il più bel ragazzo che avessi mai visto, ma i suoi occhi erano qualcosa di unico che non avrei potuto trovare in nessun altro.

Guardare quelle due pozze d'inchiostro , come essi di rimando si perdessero nei miei, mi bastava per sentirmi felice.

Quella sensazione, per me, valeva molto più di qualunque altra cosa e non m'importava se un giorno mi avrebbero inglobato nella loro oscurità.

Mi soffermai sulle sue mani grandi, desiderando di poterle stringere.

Le sue spalle larghe, il viso liscio e le labbra debolmente carnose dischiuse in un sospiro erano illuminate dal sole primaverile che ne addolciva i margini.

D'improvviso la sua mano stoppò le corde della chitarra con un tonfo e uno stridulo, e il suo viso si voltò bruscamente verso di me sfiorando la punta del mio naso con la sua.

«Hai mai avuto la sensazione che qualcuno ti stesse seguendo?» sbottò tutto d'un fiato con la voce profonda e senza far caso alla nostra vicinanza.

I miei occhi si posarono dentro i suoi pece e scossa da un brivido risi, nascondendo l'imbarazzo e il brivido che mi era passato lungo la schiena.

«E questa da dove ti viene?» cercai di allontanare velocemente il mio viso dal suo.

Abbassò lo sguardo come se volesse nascondermi qualcosa.

Forse imbarazzo.

Posò la chitarra ai piedi del letto, fece un ultimo tiro dalla sigaretta quasi spenta, e si sdraiò sul letto portando le braccia dietro la nuca.

Voltai lievemente il viso per osservarlo mentre il materasso si abbassava sotto il nostro peso.

Ancora una volta rimasi incantata a fissarlo mentre il fumo delle sigarette che gli era rimasto addosso m'inebriò come un dolce balsamo.

Steso a quel modo, la magliettina blu del Chris Church si sollevò mostrando l'addome asciutto.

Cercai di spezzare l'aria pesante che calò fra di noi.

Con Peter non si poteva mai sapere, era più lunatico della luna stessa. Sempre più spesso sembrava adombrarsi per un non nulla.

«Cosa succede? Una delle tue ammiratrici ha preso a perseguitarti?»

Midnight Dreams _ sogni di mezzanotte Where stories live. Discover now