Harry strinse nuovamente la mano di Louis prima di girarsi verso l'infermiere, gli fece un piccolo cenno col capo e quando lui gli annuì debolmente si rigirò verso il letto. Guardò attentamente il volto del ragazzo steso sul letto inerme. Poteva vedere le leggere lentiggini che erano solite scurirsi quando c'era il sole, e a quel pensiero Harry fece una specie di piccolo sorriso. Il ragazzo con l'uniforme azzurra gli disse qualcosa, ma lui non la capì, era troppo distratto ad osservare il volto di Louis. Quel volto che amava da anni e che non riusciva mai a smettere di guardare; quel volto che gli regalava tanta gioia e che lo faceva stare bene; quel volto che da lì a breve non avrebbe mai più rivisto, se non in una foto o nei suoi ricordi. Con la coda dell'occhio notò che lentamente le macchine si stavano spegnendo; decise di sedersi senza però lasciare la mano di Louis, non era ancora pronto a farlo. L'infermiere rimosse anche il tubicino dal quale Louis respirava e Harry sapeva che ormai era una questione di secondi, forse minuti. Dalle labbra di Louis uscirono dei rantoli che fecero raggelare il sangue del riccio, e dopo poco quelle labbra fecero uscire l'ultimo respiro del ragazzo. Un "bip" interminabile risuonò nella stanza e l'infermiere si assicurò di spegnere immediatamente la macchina. Il petto di Louis non si muoveva più, il suo viso era sempre più pallido ma ad Harry sembrò che stesse dormendo, anche se sapeva che non era così. Infatti dopo poco delle lacrime si fecero strada sul suo volto: la realtà gli piombò addosso all'improvviso, e lui non poteva farci niente. Doveva rimparare a vivere, a respirare. Doveva cercare di andare avanti, anche se in quell'istante gli sembrava impossibile. Ma in quel momento decise di lasciare spazio al suo dolore, e si poggiò sul petto freddo di Louis, con la speranza di ricevere un pò di conforto da quel corpo ormai freddo e senza vita. 

Larry Stylinson -ONE SHOT-Where stories live. Discover now