Cap. 17

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Quick nota dell'autrice:
1)-sto crepando perché mi ha eliminato quello che avevo scritto del capitolo, in più, mi sono fatta le unghie da poco ed ho poca dimestichezza. Quindi chiedo perdono per il tempo impiegato.
2)-Vi consiglio vivamente di andare a rileggiere i warnings ad inizio storia per evitare problemi(mi sono accorta che mancava quello 18+)

E GRAZIE PER LE 250+ LETTUREEE<<<<

Aaron's Pov

Non ci siamo parlati per il resto della giornata.

Siamo seduti in silenzio l'uno accanto all'altro. Un filo di tensione che ci tiene uniti.

Altre 5 ore dai

Mi sento andare a fuoco. Mai e poi mai mi sarei sognato di baciare un altro maschio, figuriamoci il mio migliore amico. Altro che bacio, quello era un limone bello e grosso. È vero, sono "pazzo" di lui, anche se non lo so per certo, ma veramente non pensavo di arrivare a questo. E non so dire se la cosa peggiore sia che ho cominciato io o che lo voglio ancora, più di qualsiasi altra cosa.

Devo uscire immediatamente dalla classe, dalla scuola, andare a casa e drogarmi, bere, fumare, sniffare. Ma in fondo so che non lo voglio veramente. Quello che voglio veramente è un bacio, un limone, un abbraccio, scopare, segarmi. Venire. Devo venire. Rilassarmi con un orgasmo.

Mi accascio sulla sedia pensando che nessun porno o pensiero erotico riuscirebbe a non farmi pensare e lui.

Ho mal di testa, mi sento le tempie pulsare, le guancie andare a fuoco e ben presto sento tutto il mio corpo surriscaldato.

Lui al contrario, di nuovo, è perfettamente calmo. Segue con la testa appoggiata alla base del palmo. È buttato su un lato come per tenere le sue distanze, manco fossi un appestato. Gli occhi stanchi, quasi socchiusi, le labbra rosse e gonfie. Oh... Quelle labbra, che poco prima avrei divorato...

Merda

Mi riscuoto muovendo la gamba nervosamente. Mi sento svenire. Devo assolutamente uscire dall'aula e prendermi un momento.

Alzo la mano per andare in bagno e per mia sorpresa, la befana mi manda.

Mi alzo nervosamente e mi muovo in fretta verso la porta dell'aula che sbatto, non intenzionalmente, alle mie spalle con forza non appena sono fuori.

Raggiungo il bagno e chiudo la porta cercando di non sbatterla o mi sarebbe caduta addosso. Prendo un bel respiro e mi appoggio al muro strisciando fino a giù, accasciandomi a terra. "Non è igienico" al cazzo l'igiene. L'unica cosa che voglio è rilassarmi e risolvere tutto, anche se non c'è nulla da risolvere.

Tiro fuori le sigarette, che mi sono assicurato di avere prima di uscire dalla classe, dalla tasca della giacca e nel frugare per l'accendino nelle tasche laterali dei jeans, sento una sorta di mini rotolino molliccio scricchiolare fra le mie dita. Lo tiro fuori con cautela e mi ritrovo con in mano una canna.

La guardo come fosse oro prima di portarmela alle labbra ed accenderla.

Alzo gli occhi al cielo, buttando fuori il fumo. Il piacere del farmi una canna, dopo così tanto tempo. Decisamente marjuana, la mia preferita. È strano però, me ne sarei accorto subito di avere una canna in tasca. Forse me l'ha messa qualcuno? E se fosse avvelenata? Sti cazzi, non sono abbastanza lucido per preoccuparmi.

Dopo qualche tiro mi rivengono in mente le mie intenzioni iniziali. Mi rendo conto di essere nello stesso bagno di prima, esattamente dove era appoggiato Noah, prima di-

Stacco la testa dal muro e la giro. C'è ancora il segno di cenere lasciato impresso sulle mattonelle verde acqua chiaro. Il segno di quando ha spento la sigaretta per-

CAZZO

Non ce la posso fare. Cominciano a rivenirmi in mente tutte le sensazioni di quel momento vago e sfocato. Visualmente non c'è molto da ricordare ma mi tengo strette quelle sensazioni uniche, mai provate con nessuna. La sue labbra schiantate sulle mie, la sua lingua che accarezza la mia, le sue mani sulle mie guance ormai infuocate ed il suo calore, così vicino...

Non sto neanche provando ad impedire alla mia scarsa memoria di quel momento di riprovare il tutto.

Butto fuori il fumo buttando la testa all'indietro, come se fosse lì, presente, con me e mi stesse baciando il collo. Scorro una mano dal mio addome fino ai miei pantaloni, li unzippo e striscio una mano sotto i boxer. Prendo in mano la mia lunghezza e comincio ad alternare movimenti su e giù finché non sono sull'orlo di un orgasmo.

Immagino che la mia mano sia la sua, oh, quanto lo vorrei.

Il fumo della marjuana che mi soffoca fra quei pensieri e sensazioni. L'eccitazione che gocciola dalla punta della mia cappella. Un gemito fioco lascia le mie labbra assieme al fumo.

Quella canna sta durando per sempre

Butto la testa indietro sentendo una scossa di piacere attraversarmi e mandando un brivido lungo la mia schiena fino alla mia nuca... Ma non posso. Mi blocco improvvisamente deludendo il mio stesso corpo.

Come se mi fossi accorto solo dopo tutto questo tempo, di ciò che veramente stavo facendo.

Abbasso la testa e deglutisco , mandando giù l'orgasmo fallito.

Sto impazzendo. Spengo e butto la canna nel gabinetto mentre mi riabbottono i pantaloni. Mi alzo ed escono barcollando dal bagno, liberando tutto il fumo imprigionato fra quelle quattro mura.

Mi trascino fino al lavandino e mi sciacquo aggressivamente la faccia sudata. Strofino le mani con tutto il sapone rimasto nel distributori cercando di nascondere il più possibile l'odore, che in un altro momento mi avrebbe fatto piacere, e mi dirigo alla classe esausto.

Proprio in quel momento, suona la campanella della ricreazione.

Dai o, una grazia in una giornata andata a picco verso il basso.

Almeno non devo subirmi il caziatone di quella vacca.

Mama's BoyWhere stories live. Discover now