CAPITOLO 16

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Maggie

La giornata in ufficio si svolgeva con il solito frastuono di tastiere che martellavano ritmicamente e il costante sottofondo di discussioni e telefonate. Sdraiata sulla scrivania, scrutavo il monitor del computer, immersa nei dettagli di un progetto che richiedeva la mia attenzione.
Tuttavia, il chiacchiericcio in crescendo attorno a me segnalava che la giornata non sarebbe stata così tranquilla come avevo sperato.

Nella sala accanto, un gruppetto di colleghi si era radunato per discutere di un'altro progetto abbastanza importante in cui io non ero stata invitata a partecipare ma meglio così, perché avevo già sentito qualcosa nel via e vai nei corridoi e sono felice che non ne faccio parte.

Tuttavia, anziché concentrarsi sulle soluzioni, il dialogo sembrava essere inquinato da un'atmosfera di lamentele.

«questo progetto è un incubo, non capisco perché ci siamo messi in questa situazione» lamentava uno con tono carico di frustrazione

Un altro si unì al coro di lamentele. «e poi, chi ha ideato questa tabella di marcia? è completamente irrealistica, non possiamo fare miracoli»

La sala si riempì di sospiri e occhiate contrariate, mentre la sessione di brainstorming sembrava trasformarsi in un processo contro il progetto stesso.
La mia scrivania era diventata un rifugio silenzioso, ma non potevo ignorare il malcontento che si stava diffondendo come un'ombra nell'ufficio.

In un angolo, una collega cercava di portare un po' di ottimismo «d'accordo, abbiamo delle sfide, ma penso che possiamo superarle dobbiamo solo lavorare insieme e trovare soluzioni»

Tuttavia, le parole di incoraggiamento sembravano perdersi nel vortice delle lamentele. «non c'è modo che riusciamo a farcela entro la scadenza. dovremmo segnalare queste criticità ai superiori» proponeva un altro, alimentando il senso generale di disillusione

Mentre l'atmosfera diventava sempre più carica di tensione, speravo che la giornata potesse risollevarsi.
Tuttavia, era chiaro che c'erano sfide da affrontare e una profonda necessità di riorientare la prospettiva verso soluzioni anziché lamentele.
La giornata in ufficio, inizialmente intrisa di entusiasmo per il progetto, stava ora affrontando una fase delicata di gestione delle aspettative e di ricerca di un terreno comune tra le divergenti opinioni dei colleghi.

Avevo la sala riunioni completamente attaccata alla mia stanza d'ufficio e anche Kate la mia compagna di scrivania, continuava a lamentarsi che dovevano insonorizzare quella stanza per fare si che chi non era presente potesse lavorare in tranquillità al proprio progetto.

«che due scatole...ho bisogno di un caffè» brontola mentre scrive qualcosa al computer

«si vede che hai bisogno di una pausa compagna di scrivania» rido e sorrido nello stesso tempo

Kate era una donna di 45 anni simpatica e anche molto premurosa, e c'erano davvero poche volte in cui lei si lamentava.

Quelle uniche volte in cui lei si lamentava o era per la macchinetta del caffè che non andava, per il caffè stesso che non era per niente buono, oppure per spettegolare su gli indumenti che le altre persone indossavano e credetemi ne abbiamo viste delle belle sui vestiti.

«e sai che hai ragione...vorresti farmi compagnia? non fa bene stare 8h attaccata al computer soprattutto alla tua età» lo dice con fare preoccupato

«hai ragione...va bene vengo così faccio 2 minuti di pausa» e insieme ci dirigiamo alla nostra macchina del caffè

Quando arriviamo vediamo Elliot con il bicchierino in mano mentre ci nota e ci fa cenno di avvicinarsi.

«ma ciao Elliot come sta procedendo questa tua lunga giornata di lavoro?» li chiedo per fare un po' di conversazione

«la solita maratona tra email e riunioni da organizzare, ogni volta sembra che non finiscono mai e giustamente io dopo ciò arrivo a casa con un mal di testa assurdo...certe volte penso che voglio andarmene da qua e tu? dimmi che sei messa meglio di me» sbuffa

Premo il pulsante della macchinetta per prendere il solito caffè di turno «beh a me potrebbe andare meglio...con la sala riunioni praticamente attaccata ogni volta si sentono i discorsi che avvengono e oggi diciamo che col nuovo progetto si è creato un processo» per ultimo premo il tasto per lo zucchero e aspetto «e sai sembra che in questo momento il caffè sia l'unico alleato in queste battaglie»

Elliot e Kate giustamente ridono per la mia battuta «oh decisamente, il caffè è il nostro supereroe segreto in questo ufficio, senza di lui saremmo persi» disse Kate ridendo e per la battuta fatta ci mettemmo a ridere anche io e Elliot

Subito dopo Elliot disse «non posso fare a meno di immaginare una sorta di mascotte della macchinetta con una bella tazza di caffè» prese il mano il suo poco caffè «che dice: il salvatore delle giornate lavorative!» alza in mano il suo bicchierino

Io e Kate lo guardiamo un po' strane ma alla fine scoppiamo a ridere fino a piangere e gli altri colleghi ci guardano tutti strani ma a noi tre non ce ne può fregare nulla.

«immaginate...sarebbe tipo super fantastico!» esordisco «"Macchi il Macchinetta-Man, sempre pronto a risvegliarci dalla nostra letargia» dico tutto ad un fiato

«da come l'hai detto potremmo anche creare un fumetto aziendale» dice Elliot sorridendomi
chi ha bisogno di supereroi in calzamaglia quando abbiamo la macchinetta del caffe» dice tutto ad un tratto Kate

Sorseggio il mio caffè.
«potremmo anche avere episodi per le giornate più stressanti! non pensate che sia una buona idea?» sorrido e per poco non piango dalle risate

Si sente un telefono squillare. «oh ragazzi devo rispondere...grazie per la conversazione...Maggie ti aspetto in ufficio» e così si allontana

Così io e Elliot ritorniamo al discorso di prima per farci le ultime risate prima di continuare a lavorare «sarebbe epico, dopotutto chi non ha bisogno di un po' di umorismo in questo luogo? almeno possiamo contare sul caffè per farci sorridere» rido a crepapelle

Io e Elliot brindiamo a questa nostra nuova idea «alla macchinetta del caffè, il vero eroe nascosto dietro a ogni decisione! » facciamo toccare i nostri piccoli bicchierini

La macchinetta del caffè, testimone silenzioso delle quotidiane avventure dell'ufficio, diventò il centro di chiacchiere leggere e umorismo, offrendo loro una pausa dai rigori della giornata lavorativa.

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ehyooo minnaa come state? spero bene...oggi io e la migliore amica abbiamo fatto una figura di merda totale e niente pensarci ancora adesso mi vergogno. -shizuku

RAPITA DAL MIO STALKERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora