Hogmanay 1892

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2/01/1892

Caro diario,

Non posso credere che sia già passato un anno dallo scorso, funesto, Hogmanay [1].

Il 1891 si aprì, letteralmente con la morte, mentre questo nuovo anno è iniziato con festeggiamenti di vittoria. Potrebbe essere un buon presagio se, anche questa volta, ci atteniamo alla superstizione "quel che fai a Capodanno lo fai tutto l'anno".

Per la ricorrenza, mi sono recata al cimitero di Hogsmeade, da sola. Non ho chiesto a nessuno di accompagnarmi, avevo bisogno di stare da sola per salutare la tomba del mio mentore.

L'aria era frizzante, nonostante il sole brillasse alto nel cielo, tanto da creare giocosi riflessi di luce tra le vetrine dei negozi. Camminando tra le vivaci stradine, ho incontrato qualche volto noto della cittadina. Otto Dibble, sottobraccio a sua moglie, la figlia del signor Hill, mi ha salutata con un largo sorriso e sfilandosi il cappello: «Buon anno signorina Mayfield!» e dopo aver scambiato con lui qualche rapido convenevole, l'ho sentito rivolgersi a sua moglie mentre si allontanavano: «Non ci crederai, cara, ma è grazie a quella ragazzina e ad un'altra sua coetanea se Harlow è stato spedito ad Azkaban».

Immagino che se ciò sia possibile sia anche merito agli insegnamenti del professor Fig.

Quando ho scorto l'insegna con la caratteristica O di Olivander, istintivamente, la mia mano è andata all'interno del soprabito. Le mie dita cercavano il piccolo specchietto quadrato regalatomi dalla professoressa Wealsey, quello che, in caso di pericolo, posso usare per contattarla.

L'atmosfera era allegra e movimentata, come un solito pomeriggio soleggiato ad Hogsmeade, a differenza di quell'alba di un anno fa. Quando Victor Rookwood mi rapì proprio davanti a quella vetrina per portarmi nel suo quartier generale.

Non c'era nessun pericolo in quel momento, eppure il mio corpo aveva reagito istintivamente, scattando come una molla. Ho rimesso lo specchietto nel suo taschino e ho accelerato il passo.

Cimitero di Hogsmeade

La pietra era liscia e chiara, non c'era ancora alcuna traccia di muschio, ma era un po' impolverata. Non era sfarzosa, ma la sua estremità a punta, rivolta verso l'alto come una volta gotica, richiamava una certa autorevolezza.

«Aguamenti»

Subito dopo, un leggero getto d'acqua è apparso dalla mia bacchetta per pulire la pietra. I raggi del sole, posandosi su di essa, hanno generato riflessi di luce arcobaleno. Delicatamente, le mie dita hanno percorso le incisioni della pietra che recitavano una lunga dedica:

"Eleazar Fig, la cui saggezza ha illuminato le menti di generazioni di maghi e streghe. In eterno riposo accanto alla sua amata moglie Miriam, la cui compagnia ha reso la sua vita ancora più ricca di significato. Il loro legame indelebile continua nell'eternità."

Poco dopo, ogni traccia d'acqua si è asciugata.

Sala grande

Le armature di ferro poste lungo l'anticamera della Sala Grande hanno finto di immobilizzarsi al mio arrivo e, spalancando il grande portone in legno massello, la solita aria intima e accogliente data delle candele fluttuanti si è rivelata davanti a me, mentre il soffitto rispecchiava il cielo esterno che, da poche ore, era diventato scuro.

Con lo sguardo ho percorso tutta la tavolata oro e scarlatto, per poi trovare un posto libero ad attendermi, proprio vicino alla mia amica Natty che, con il braccio teso verso l'alto mi faceva cenno: «Da questa parte!»

«Tutto bene?» Mi ha chiesto Nellie, sputacchiando un po' del suo porridge sul tavolo.

«Stasera non dire che devi andare in qualche grotta infestata da Inferi o ragni per recuperare reliquie.» si è intromesso Garreth, senza darmi la possibilità di rispondere a Nellie «Questa sera si fa festa fino-a-domani!» ha concluso, battendo le mani sul tavolo, scandendo le parole.

Hogwarts Legacy | Diario del 6° anno 1891 - 1892 IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora