«Credimi, se sentissi le motivazioni capiresti.» quasi non ci vedo più dalla rabbia.

Io sono una di quelle persone che ha bisogno di certezze, di fatti e sopratutto di risposte, meglio se sensate, e lui mi sta facendo esaurire.

«E dimmi queste motivazioni!.»

«Evidentemente non posso parlartene, non pensi? anche a me da fastidio questa situazione.» comincio a muovere la gamba su e giu.

«Non ti comprendo, nemmeno Marisa ci riesce! ha detto qualche frase sconnessa ma-» mi blocca.

«Marisa? cosa centra lei adesso?.»

Ho fatto una cazzata a parlargliene?

«Ne ho parlato con Marisa un pomeriggio in cui ti tolleravo ben poco...lei ha detto qualcosa del fatto che ti preoccupi per gli altri e che non vuoi che soffrano.»

«Per carità, ti fa onore una cosa del genere ma cosa centro io?.» lui assume un'espressione contrariata.

James, che sta guidando dietro di noi, ci fa segno di accostare perché deve andare a prendere Karol, Alexander accosta.

«Adesso possiamo parlare?.» lui mi asseconda e si gira verso di me.

«Ti parlo onestamente: non mi stai simpatica a pelle, e mi pare di avertelo fatto notare dal primo giorno.» annuisco aspettando che continui a parlare.

«Ma nonostante tutto...io sono maledettamente attratto da te, è inutile continuare a mentire.»

Adesso la testa sta cominciando a girare.

È attratto da me?...

«E non ti nego che nonostante ciò che è successo tra te e mio fratello, ho pensato a te anche sotto un aspetto...passami il termine per piacere, un po' più romantico, arrivando alla conclusione che questa cosa non potrebbe e non deve succedere.» annuisco cercando di comprendere, collegando anche le parole di Marisa.

«E quindi non può succedere perchè...io e te potremmo soffrire in questa situazione?.» lui annuisce.

«Perché io ho sofferto per queste cose e ti dico che non è bello, non riuscirei a sopportare di nuovo una cosa simile, e il solo pensiero che potresti passare ciò che ho passato io...» non finisce la frase ma capisco lo stesso.

Si sta fasciando la testa prima di rompersela perché ha sofferto così tanto che gli è rimasta una ferita difficile da chiudere.

«E mi stai lontano per paura di provare qualcosa per me oltre all'attrazione fisica?.» lui annuisce.

«Hai ragione tu, non ha senso fare i ragazzini e non parlarne.»

«E se invece non andasse come pensi? e se fosse tutto il contrario?.»

«Kyla, tu hai bisogno di provare qualcosa con qualcuno diverso da me, sono al corrente di ciò che hai passato, hai bisogno di leggerezza, io sono complicato e non riuscirei a darti ciò che effettivamente meriti, perciò è inutile anche solo provarci.»

«Capisco...non sono d'accordo con te, ma ti capisco.»

In realtà è davvero uno con il cuore di panna con la maschera addosso.

Nonostante continuo a pensare che sia affrettato credere che soffriremmo e basta.

A interrompere la tensione che si è creata a causa del discorso, è James con Karol affianco che bussa al finestrino di Alexander.

«Porca troia.» Alex sussurra queste parole e poi abbassa il finestrino.

«Ciao ragazzi.» Karol ci saluta energetica e io ricambio, purtroppo con meno entusiasmo per colpa di ciò che è successo prima con Alexander.

«Possiamo andare?.» il moro seduto accanto a me guarda suo fratello male, e mi sa che James ha un po' capito la situazione.

Perciò partiamo e non vedo l'ora di arrivare a casa di Emma e sfogarmi con lei.

Si crea un silenzio imbarazzante che spero si interrompa al più presto

Lui non accenna a parlare e credo che debba farlo io, lo sento necessario.

«Se mai vorrai, puoi parlarmi del motivo che ti ha portato a soffrire così tanto.» mi pento quasi subito di aver pronunciato queste parole, e comincio a muovere la gamba su e giu per il nervosismo.

Lui non mi risponde.

Io continuo a muovere la gamba.

Poi sento qualcosa sulla mia coscia nuda.

È la mano di Alexander.

«Va bene.» la sua mano resta li fin quando non arriviamo.

***

Quando metto piede in quella casa contenente minimo mille persone, Emma mi abbraccia.

«Ti devo raccontare una cosa.» le sussurro all'orecchio, la vedo annuire e poi si dirige da Aiden per salutarlo con un bacio a stampo.

***

«Ma che cazzo stai dicendo.» porto il bicchiere alle labbra e annuisco.

Le ho raccontato tutto, cercando sempre di limitarmi perché mi sento in colpa a raccontare qualcosa a qualcuno senza che Alexander lo sappia, specie perché è un discorso delicato.

«Si nota che ti mangia con gli occhi, insomma, gli da fastidio qualsiasi persona di sesso maschile che ti sta attorno, un motivo c'è.» lei continua a bere, io mi incupisco.

Avremmo potuto parlarne prima e meglio, soprattutto.

«Parliamo con la verità...io l'ho sempre detestato perché mi sono resa conto sin dall'inizio che effettivamente qualcosa poteva esserci, e anche perché diceva di non sopportarmi, e mi dava fastidio perché poi mi tornava in mente il passato della mia famiglia e tutte le delusioni d'amore che hanno avuto.» lei annuisce.

«Potete provare a darvi un'opportunità.»

«Se lo vorrà.» guardo Alexander dall'altro lato della stanza.

Emma fa passare lo sguardo tra me e lui, poi si alza e mi spinge a fare lo stesso.

«Non mi piace vederti con il broncio, alzati e scatenati con me.» il suo sorriso mi contagia, per questo mi alzo e la seguo.

Ma nonostante tutto, Alexander è il mio pensiero fisso.

Sweet HellWhere stories live. Discover now