This isn't your first try.

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Alexander mi ha detto che la prossima sarà l'ultima gara.

E so che ho sempre detto di odiarle, ma ad una parte di me mancheranno.

Ammetto di essermi svegliata con il piede storto, quindi qualsiasi cosa mi si venga detta divento peggio di una iena.

Quindi spero vivamente di non imbattermi in Alexander, almeno oggi.

E so che vivendo nella stessa casa sarà quasi impossibile.

Scendo per fare colazione e nel mentre controllo i messaggi di ieri sera.

«Buongiorno raggio di sole.» Aiden mi lascia un bacio sulla testa e io gliene lancio uno volante accompagnato dalla mano.

«Dove sono tutti?.» chiedo all'unico presente in casa oltre me.

«Sono andati a fare shopping, o almeno credo.» annuisco e mi siedo a tavola, mangiando quello che ancora, fortunatamente, non è stato tolto dalla colazione.

«Ci sono novità con il coglione?.» capisco subito che fa riferimento a Jason e scuoto la testa a destra e sinistra.

«Fortunatamente non ho sue notizie da ieri.» lui annuisce.

«Lo dovresti bloccare.» Noah entra subito dopo questa frase, seguito dal resto della sua famiglia.

«Bloccare chi?.»

«Nessuno!.» rispondo subito, incenerendo con lo sguardo Aiden, facendogli capire che non deve farne parola con nessuno.

«Sicura?.» chiede stavolta James, io annuisco prontamente, cominciando a togliere i piatti rimasti da sopra la tavola.

«Ti ho comprato una cosa.» Noah mi raggiunge passando in mezzo ai suoi familiari e mi porge un sacchettino.

«Apri!.» faccio come dice e mi trovo davanti un braccialetto argentato con dei ciondoli a forma di fiorellini di vario colore.

«Grazie, Noah, davvero.» lo abbraccio e il mio sguardo incontra quello di suo fratello maggiore.

Come sempre i suoi occhi mi penetrano l'anima, come cazzo ci riesce?!.

«L'ho fatto con il cuore, consideralo come un gesto che un fratello fa alla sorella.» annuisco e gli lascio un bacio sulla guancia.

«Già ti consideravo come tale.»

Abbraccio mia madre, poi Mike e infine Eva.

«Non si saluta?.» la voce di Alexander mi fa bloccare davanti alla scale.

Mi giro e lo vedo in tutta la sua altezza, poggiato con la spalla destra e le braccia conserte, al muro.

«E tu da quando ti concentri su queste cose esattamente?.» mi avvicino e lo stesso fa lui.

«E' inevitabile fari caso dal momento in cui saluti tutti tranne me...devo pensare a questo come un trattamento speciale, tornado?.» ci fissiamo, e per poterlo fare, quasi mi tocca piegare il collo.

«Quante volte ti ho detto di non darti tutta questa importanza?.»

«E tu quante volte mi hai dimostrato che effettivamente l'importanza me la dai?.»

«Ma tu non dovevi starmi lontano?.»

«Infatti è quello che faccio.»

«Hai notato come il tuo respiro sia un tutt'uno con il mio?.» gli faccio notare e lui, come se si fosse scottato, si stacca immediatamente.

«Abbiamo scherzato, non facciamolo più.» detto questo, mi supera e si chiude in bagno.

Non lo capirò mai.

Sweet HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora