Capitolo 29 (Anthony POV)

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Brutta serpe, brutta stronza, maledetta strega.

Cosa cazzo voleva da me quella lì?

Rovinare il mio quiete vivere, forse.

Erano giorni che avevo l'umore nero; Robert e Stephen se ne accorsero e cercarono di tenermi alla larga il più possibile, facendomi cuocere nel mio brodo bollente in santa pace.

Provarono a chiedere cosa c'era che non andasse ma tagliai corto dicendo che era solo un periodo passeggero.

Non sapevo se confidare con loro o meno ma per ora volevo vedermela da solo. D'altronde avevo anche ignorato Meredith nonostante fosse l'unica persona di cui sapesse un po' del mio passato.

Non uscivo di casa da giorni e forse era arrivato il momento di farlo.

Mentre mi preparavo per uscire, Robert che era in cucina, mi rivolse la parola «oh, esci con Meredith?»

«Non sono affari tuoi»

«Sei il solito simpaticissimo. Per carità, non oso domandarti cosa tu abbia in questi giorni dal momento che mi manderesti a fanculo in due secondi. Anzi, fammi un favore; mancano le uova in frigo, e mi servono per preparare le omelette per stasera. Prendile al mercato, così ti rendi utile ogni tanto invece di infondere energia negativa in casa con il tuo umore nero»

«Non pensavo che fossi un mago» risposi io sarcastico.

«Invece lo sei, mi fai girare le palle senza toccarmele» controbatté lui infastidito.

Wow, non glielo facevo così esperto di battute.

«D'accordo, te le prendo, cabarettista dei miei stivali»

Uscii sperando di calmarmi mentalmente e pensare a qualcos'altro... tipo le uova che servivano a quello sciocco di Robert?

Il mio cellulare squillò per notificarmi qualcosa, forse era Meredith che chiedeva giustamente spiegazioni? Ora che ci penso, mi sentivo un pezzo di merda nell'averla ignorata in quel modo. Non era stato educato ed intelligente da parte mia.

Invece non era Meredith, era... lei.

Certo che ce la metteva tutta a farmi incazzare di brutto, più mi messaggiava e più mi faceva venire l'ulcera.

Non mi andava di leggere i suoi messaggi, fino a quando uno non mi fece preoccupare sul serio; dalla home page, c'era scritto chiaramente "so che stai in Irlanda".

Cosa?

Come cazzo faceva a sapere che io ero in Irlanda?!

Solitamente venivo risparmiato dai paparazzi, anzi, noi modelli non eravamo neanche il principale bersaglio.

Sui social tendevo ad essere molto chiuso e taciturno, peggio di come mi comportavo nella realtà, perciò come caspita l'avrebbe saputo?

Altro che la commessa in un negozio di abbigliamento; avrebbe dovuto fare la detective, altrimenti non si spiegava questo suo innato talento nell'avermi scovato pur non avendo detto nulla a riguardo.

Ero talmente nervoso ma allo stesso tempo preoccupato che mi stavo dimenticando pure del favore di Robert ed un mal di testa incominciò a colpirmi violentemente, lo stesso che avevo avuto durante alla festa di Charlotte.

Incominciai a stare male e sentivo il bisogno di sedermi per calmarmi gradualmente.

Quella maledetta mi stava distruggendo mentalmente nonostante fosse tutta da un'altra parte.

Non mi accorsi che di fronte a me c'era un parco e così entrai per sedermi sulla panchina più vicina.

Mi sedetti e cercai di respirare, evitando il più possibile ogni ricordo collegato a quella lì.

Fino a quando una voce, dal suono dolce e tenero, mi fece tornare dalla realtà.

«Aaanthonyyy...?»

Era Meredith.

«Meredith!!» mi alzai io dalla panchina con scatto veloce.

Mi guardò molto preoccupata; forse mi aveva visto che stavo molto male o era preoccupata del nostro rapporto visto che l'avevo ignorata per giorni?

«Tuuittoooo beeeneee...?» mi domandò con voce tremolante.

«Meredith, io, perdonami... perdonami se ti ho ignorato. Sono stato pessimo» incominciai con un tono frustato.

«Ahhh, maaa quiiindiii noon ti eriii stuuufatooo diii meee?»

Incominciò a piangere.

Merda, non mi resi conto che con il mio atteggiamento avevo creato solo malintesi. E con Meredith avrei dovuto capirlo subito dato il suo carattere.

«Macché! Non potrei MAI stufarmi di te. Perdonami se a causa del mio atteggiamento, ti ho fatto fraintendere. È solo che... sì, c'è un problema effettivamente...»

Le asciugai le lacrime con le dita. Le sue guance era così rosse e paffute.

«Perdonami» ripetei ancora «ti garantisco che non succederà una seconda volta...»

«Maaaa aaalloooraaa... chee suuccedeee?»

Meredith era l'unica che poteva aiutarmi, o quantomeno farmi da supporto morale.

Sbuffai per la situazione imbarazzata che si stava venendo a creare e le chiesi di sedersi accanto a me.

«La mia ex mi sta torturando di messaggi; pur avendola bloccata, continua a farsi nuove sim in modo da rintracciarmi. Mi tocca cambiare numero di telefono ma è solo una magra consolazione; lei sa che sto a Dublino ed ha prenotato il prossimo volo da New York a qui. Vuole vedermi quando le ho detto cento volte che non mi interessa più. Incomincio a spaventarmi dal suo comportamento»

«Coomeee l'haa saapuutooo?»

«È quello il problema: mi sono informato sia sui giornali che su internet ma non è stata riportata nessuna notizia del fatto che io sia qui in Irlanda. Non sono il bersaglio principale dei paparazzi ringraziando il cielo ma comunque tutto ciò è davvero troppo anomalo»

«Unaaa spiaaaa...?»

«Spia?»

«Unooo cheee tiii staa peedinaaandooo ed èee iiin contattooo coon leeeiii»

«Cazzo, non ci avevo pensato. Ma non so chi possa essere e non posso prendere neanche precauzioni...»

«Eee seee lasciaaassiii uuun attiiimooo l'Irlaaandaaa..?»

«E come? O meglio, che scusa potrei inventare per svignarmela da Robert e Stephen? Ricordati che loro non sanno nulla della mia ex, sei l'unica che ne sa qualcosa... sono proprio nella merda»

Rose e FocacceWhere stories live. Discover now