Capitolo 26 (Micheal POV)

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«Fratello, quando inizi a dichiararti a Charlotte?»

Un Stephen ficcanaso nelle faccende amorose mi domandava questo mentre stavamo al bar a mangiarci un gustoso pancake alle fragole.

Era il mio giorno libero e finalmente potevo passare un po' di tempo con il mio migliore amico, mi mancava tanto ridere e giocare con lui... tranne quando mi tempestava di domande di questo tipo ed io non sapevo come svignarmela.

«Oh, suvvia... non mi pare il caso di parlarne adesso!»

«Ah sì? E quando?» incalzò lui.

«Sei innamorato di lei da quando siete bambini, non hai più smesso di pensarla. Quando ti decidi di farlo, maledizione! È una brava ragazza, è adatta a te, vi conoscete da tanto tempo... altrimenti quando perderà la testa per un altro, sarà troppo tardi e te ne rimpiangerai amaramente. Saranno cazzi amari eh»

«Beh, ecco, io non penso di essere il ragazzo giusto per lei...»

«E questo chi lo dice, te l'ha detto lei in persona?»

«No!»

«E allora?! Non sai neanche che cosa ne pensa lei di te da questo punto di vista»

«Stephen, suvvia, guardarmi; sono un sempliciotto. Non sono né bello, né alto, faccio il fattorino, addirittura mi scambiano ancora per un minorenne pur avendo ormai più di vent'anni, ma ti pare Charlotte sia interessata ad un ragazzo come me? Con il lavoro che fa, sarebbe il caso che si metta con qualcuno di più importante, se non potente... tipo un stilista o modello di successo. Io non ho tutte queste caratteristiche. Per lei sono un amico e nulla più»

«Ah sì, guarda, talmente amico che alla sua festa, quella ti stava mangiando con gli occhi... ma per piacere. Giuro che se non ti dichiari prima della nostra partenza in USA, ti do' un calcio in culo appena vi vedete insieme!»

«Non ci provare, non sono affari tuoi!»

«Invece sì che sono affari miei, visto che tu e Charlotte siete miei amici d'infanzia e proprio non vi sopporto quando non riuscite a tirare fuori i vostri veri sentimenti»

«Ahhhh, quando ti troverai nella mia stessa situazione, poi mi darai ragione!»

«Non direi, ci sono già dentro anch'io in realtà...»

«Tu... cosa?!»

Avevo capito bene? Anche lui era innamorato di una persona che probabilmente non lo ricambiava?!

«E scusami, chi sarebbe costei?»

Divenne rosso in faccia come la sua chioma di capelli. Non potei fare a meno di provocarlo dal momento che lui per primo tendeva a farlo.

«Oh-oh-oh... il nostro don Giovanni di quartiere ha una cotta per una ragazza, e chi l'avrebbe mai detto! Ma tu non dicevi che le relazioni serie non facevano per te? Eh-eh-eh...»

«Ohhhhh! Smettila di fare il coglione, andiamo! A parte il fatto che ero adolescente quando ammettevo ciò, ora sono cambiato! Cioè nel senso, non proprio cambiato, perché...»

«...perché tanto buzzurro e rozzo sei sempre rimasto» lo interruppi io.

«Appunto, grazie. Dicevo, ho solo cambiato modo di pensare su quest'argomento anche se non ci avrei messo mai la mano sul fuoco»

«Beh, mai dare per scontato d'altronde. Chi è la (s)fortunata?»

Ci mise un po' per rispondere.

«Isabelle»

«Perbacco!»

«Io avrei esclamato porcaputtana ma va bene»

«E lei? Ti vede solo come un amico?»

Rose e FocacceWhere stories live. Discover now