capitolo 12

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Davide's POV:

Il mattino seguente, Monika si svegliò lentamente, confusa dalla realtà circostante. La vista della stanza sconosciuta e delle coperte che la avvolgevano le fece riaffiorare i ricordi della notte precedente. Ancora preoccupato, la osservai in silenzio.

Monika: "Davide, cosa è successo?"

Davide: "Ti ho trovata in un vicolo, sola e addormentata. Non sapevo cosa fosse successo, ma non potevo lasciarti lì."

Monika, avvertendo la sincerità nel mio tono, iniziò a riflettere su quanto accaduto. Era giunto il momento di affrontare la realtà e chiarire le cose.

Monika: "Abbiamo bisogno di parlare, Davide. Ma prima, grazie."

Davide annuì, speranzoso di poter finalmente chiarire la situazione. Mi sedetti nel letto accanto a lei.

Davide: "Monika, non c'è più niente tra me e Giulia, te lo posso assicurare."

Mi zittii, e lei tirò fuori tutta l'insicurezza che teneva dentro di sé.

Monika: "Se pensi che io voglia solo... oppure vuoi solo portarmi a letto, sparisci semplicemente dalla mia vita, va bene?"

Mi fermai e rimasi in silenzio.

Monika: "F-fai sul serio..? Davvero mi stavi-"

Le misi un dito sulla bocca e sussurrai con gentilezza: "No, non desidero acquistare nulla."

"Forse non abbiamo condiviso molte esperienze, ma in cuor mio è certo: Monika, mi affascini in ogni aspetto. Il tuo carattere, il tuo sorriso, il tuo profumo avvolgente e i tuoi capelli neri come la notte risplendente mi rapiscono il cuore, tanto da far tremare la mia voce. Pertanto, ti prego... io non sono quel tipo di persona, non pensarlo mai. Desidero solamente portare gioia nella tua vita, come tu hai fatto nella mia. Perdona se ti ho messa in imbarazzo."

Monika: "Quindi... io ti piaccio davvero?"

Davide: "Monika, non te ne sei accorta? Quella sera quando ti scrissi, il mio desiderio era portarti in un posto speciale per trascorrere del tempo insieme, non per altro... non cercavo altro che la tua compagnia."


Monika's POV:

Nessuna parola uscì dalla mia bocca. Mi interrogai in silenzio: "È possibile che sia sinceramente innamorato di me? Non sta fingendo? Non ho nulla di eccezionale, solo l'arte della mia musica. Sono una ragazza semplice, senza alcunché di straordinario." Ma le sue parole suonavano così autentiche, dolci eppure taglienti come lame che hanno frantumato il mio cuore in mille pezzetti, trascinati via da un freddo gelido. Questo era il momento che avevo sempre sognato, eppure ora mi sentivo triste.

Mi limitai e girai gli occhi pieni di lacrime. Davide mi accarezzò la testa dolcemente e mi guardò dispiaciuto.

Davide: "Ti sei offesa, Monika?"

Scossi lentamente la testa, rispondendo: "No, è esattamente il contrario. Mi sento colpevole per aver pensato che tu potessi voler usarmi, solo che mi è successo così tante volte." Le lacrime mi sommersero mentre mi coprivo il viso, sentendomi imbarazzata di mostrarmi così vulnerabile.

Davide rispose con gentilezza: "Lo sai, Monika, ho sempre percepito la sofferenza che porti dentro di te. Non conosco molto della tua storia, ma riesco a vedere i traumi e le notti insonni che hai trascorso a riflettere e a piangere, proprio come stai facendo ora. Posso capirti, perché anch'io ho attraversato ed attraverso spesso situazioni simili, lo sai?"

Monika: "Mh.. non credo di sentirmi a mio agio ora, mi sento così sola e vulnerabile. Non ho mai pianto davanti a nessuno..."

Mi asciugai le lacrime con le maniche del mio vestito.

Davide mi confortò con una pazienza che nessun altro aveva mai dimostrato nella mia vita e mi abbracciò con la forza di un padre che non ho mai avuto.

Davide: "Ti senti più calma ora?"

Annuì dolcemente.

Davide: "Vuoi mangiare qualcosa per colazione? Ti preparo la tua ricetta preferita, se ti va."

Mi sorrise con delicatezza.

Monika: "Uhm io... non ho molta fame."

Davide: "E non mangi nulla?"

Scossi la testa incaricando le sopracciglia e raggomitolandomi nelle coperte. Davide si sdraiò accanto a me, giocando con i miei capelli. Mi nascosi di più tra le coperte.

Davide: "No, per favore-"

Lo guardai confusa.

Davide: "Sei così bella, voglio continuare a guardarti. È da così tanto che aspetto di vederti da vicino."

Mi svelai lentamente, guardandolo con le guance arrossate. La vicinanza improvvisa ci rendeva entrambi vulnerabili, e la tentazione di finalmente esplorare ciò che avevo trattenuto ieri era palpabile.

Davide si avvicinò, continuando a carezzarmi i capelli con un tocco di velluto. Con reciproco accordo, ci avvicinammo, le nostre mani intrecciandosi nei fili setosi dei nostri capelli.

Le mie dita scorrevano attraverso le ciocche color nocciola morbide di Davide, seguendo il percorso di dolci boccoli. Esplorai il suo viso con leggerezza, accarezzando sopracciglia folte, sfiorando gli occhi con il polpastrello e continuando lungo il naso. Le dita scesero delicatamente sulle labbra, per poi risalire attraverso la barba ispida appena ricresciuta.

Senza accorgermene, mi ero avvicinata, sollevandomi su un gomito, tanto vicina da quasi toccare il suo naso col mio. I nostri respiri affannati si univano sulla pelle, le mani tremanti, le sue calde e avvolgenti sulla mia schiena, una dietro la testa.

In quel momento, potevo percepire la tensione e l'anticipazione nell'aria, come se il tempo si fosse fermato nel nostro intimo abbraccio.

Davide si avvicinò poco di più a me, titubante inclinò la testa, per non far colpire i nostri nasi. Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra. Chiuse gli occhi, e allora li chiusi anche io. Quando quel momento sembrava così vicino...

Mi squillò il cellulare. Era Jacopo, che, vedendo la chiamata di ieri sera, ha deciso di richiamarmi.

Riprendendo coscienza di ciò che stava accadendo tra me e Davide, mi allontanai di scatto, impaurita, e risposi frettolosamente alla chiamata.

Jacopo: "Monika, che è successo? Come mai tu e Davide siete spariti ieri sera?"

Monika: "A-ah, io poi ti spiegherò..."

Jacopo: "Cosa vorresti dire? E poi, dove sei?"

Monika: "E-eh, io sono a casa. Non preoccuparti, va tutto bene. Grazie per la preoccupazione. Poi ti richiamo, a dopo!"

Chiusi la telefonata.

"Ah..."

Mi girai verso Davide.

"Allora... facciamo colazione?"

Davide: "A-ah, sì, vieni pure in cucina..."

Rap d'Amore: Traumi e Passione della Musica Where stories live. Discover now