Trouble in Paradise?

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Non si era mai sentito così, non aveva mai provato un simile sentimento di lontananza per un luogo mortale, eppure era così.

Aziraphale Fell stava osservando il mondo dall’alto, indossava una tunica bianca lunga fino ai piedi, una fascia d’oro, le maniche erano arrotolate sui polsi mostrando l’orlo in oro e le ali bianche che spuntavano maestose dietro la sua schiena.

Era lì da almeno dieci minuti, fissando il mappamondo, in particolare una piccola biblioteca nel centro di Londra.
Gli mancava gestire il suo negozio, gli mancavano le amicizie che aveva creato, ma soprattutto…gli mancava Crowley.

Odiava il modo in cui se n’era andato, odiava che aveva abbandonato il suo migliore amico, il demone era stato sempre accanto a lui, lo aveva salvato più di una volta e si era dichiarato poco prima che partisse, per convincerlo a restare.
Lo aveva baciato.

Si portò una mano sulle labbra, come per assicurarsi che il ricordo delle labbra di Crowley fosse ancora lì. Quel bacio gli era piaciuto, gli era piaciuto da morire e si era congedato da esso con un semplice e straziante: “ti perdono”.

“Oh Crowley…” mormorò l’angelo, anzi Arcangelo Aziraphale, guardando lo studio della biblioteca dove il demone si stava scolando l’ennesima bottiglia di Whisky.
“Mi manchi così tanto…”

Era tornato in Paradiso per cambiare le cose, ma alla fine non era cambiato proprio nulla.
Forse sì, qualcosa dentro di lui era cambiato, era diventato un Arcangelo, ma non sarebbe mai riuscito a far apparire allo stesso piano angeli e demoni.

Crowley lo aveva avvertito, più volte, ma la sua testardaggine aveva prevalso e lo aveva abbandonato, pentendosene amaramente.
La prima notte che era tornato si era chiuso nella sua stanza, si era buttato sul suo letto candido ed era scoppiato a piangere, coprendosi il volto con le ali, come era solito fare Crowley per consolarlo.

“Non abbiamo dell’Inferno e del Paradiso! Sono tossici!” gli aveva urlato Crowley pochi minuti prima di dargli quel bacio disperato.
E aveva ragione, aveva sempre avuto ragione e Aziraphale si era seriamente pentito di essersene andato.

Avrebbe potuto fare come Crowley, che era stato nominato comandante dell’Inferno ed era rimasto sulla terra, ponendo qualcun altro come suo vice giù agli Inferi.
Sapeva di poter tornare ora, era un Arcangelo e poteva fare quasi tutto ciò che voleva e tornare sulla Terra era una di quelle cose che poteva fare.

Stava per andare, la mano stava già oltrepassando il mappamondo, chiuse gli occhi con un sorriso e fece un passo in avanti, ma qualcuno lo richiamò, fermandolo e tirandolo indietro.

“COSA STAVI FACENDO?” urlò l’Arcangelo Michele, completamente scioccata.

Aziraphale si sistemò la tunica, sorridendo nervosamente, rivolse un’occhiata triste al mappamondo e guardò impassibile la donna davanti a lui.

“Volevo solo fare un giro. Credevo che agli Arcangeli fosse permesso” rispose con voce pacata, fissandola con i suoi penetranti occhi celesti.

“So benissimo dove stavi cercando di andare” ribatté la castana, incrociando le braccia al petto.

“Ah sì?”

“Da quel demone” sbuffò la donna, calcando sull’ultima parola.

“Quale demone?” domandò innocentemente il biondo “Non mi pare che ci siano demoni sulla Terra.”

“Non fare il finto tonto. Il demone Crowley”

“Ahh, Crowley. Beh sì, avevo intenzione di andare a trovarlo, ma più che altro volevo controllare la situazione laggiù.” sapeva difendersi, sapeva come convincere le persone che le sue intenzioni fossero giuste.

Una delle tante cose che gli aveva insegnato Crowley, ci avevano lavorato per mesi e alla fine il demone ne era uscito soddisfatto e avevano passato tutta quella giornata con un pranzo al Ritz e una giornata solo loro due in giro per Londra, mano nella mano.

“Beh, ti ho lasciato delle cose sulla scrivania Aziraphale. Volevo solo dirti questo all'inizio." fece Michael prima di sparire, Aziraphale la guardò interdetto per poi andare nel suo ufficio-camera e chiudersi lì.

Nel frattempo, sulla Terra, Crowley era riuscito ad uscire da quel maledetto studio e andare a farsi una doccia, rimanendo però in boxer e accappatoio nero.
Si buttò sul divano e accese la radio, mettendo il suo CD dei Queen a tutto volume mentre leggeva Coraline per la seconda volta.

A un certo punto, un’orda di mosche apparve nella stanza, materializzandosi presto in una figura molto familiare per il demone, che sobbalzò sorpreso e schioccò le dita, cambiandosi d’abito.
Beelzebub stava davanti a lui, vestita di nero e con la sua bombetta con una mosca di stoffa sopra. Il trucco era il solito, ma la cosa diversa era la collana di perle che aveva al collo.

“Lord Beelzebub” la salutò Crowley con un inchino impacciato.

“Crowley” rispose il duca degli Inferi, squadrando l’altro dalla testa ai piedi.
“Cambio di stile, vedo”

Crowley arrossì imbarazzato e si portò una mano dietro la testa.
“Ho fatto solo allungare i miei capelli”

“Vedo, vedo” rispose l’altra, girando per la libreria con le mani dietro la schiena. Crowley la osservò ansioso, non si aspettava una tale visita e sinceramente non voleva saperne il motivo.

“Cosa…cosa ci fa qui?” domandò con voce tremante, da quando Aziraphale se era andato le sue emozioni avevano preso più possesso di lui.

“Oh, niente in realtà. Volevo vedere come se la passava colui che dovrebbe essere il comandante dell'Inferno” rispose girandosi, guardandolo negli occhi. “E, da quello che so, non mi sembra che tu ti stai divertendo”

“Ho…ho semplicemente preso una pausa.” rispose Crowley deglutendo. Beelzebub non sapeva di lui e Aziraphale, giusto? “Presto tornerò sul campo a fare…cose malvagie”

“Non prendermi per il culo, Crowley. So benissimo che sei in depressione perché quell’angelo ha scelto il Paradiso invece di stare con te.”

Crowley divenne rosso, sia dall'imbarazzo sia da qualcos'altro che non riusciva a descrivere. Si sentì come se non potesse più muoversi, provò a parlare, ma dalla sua bocca uscirono solo dei singhiozzi silenziosi.

Beelzebub si avvicinò lentamente al demone, un ghigno beffardo sul suo volto, allungò una mano verso il volto di Crowley e gli tolse gli occhiali, fissando quegli occhi da serpente che lo contraddistinguevano.

“Direi che ora di muovere il culo,tu che dici?”

E SIAMO ANCORA QUI.

COSA NE PENSATE PER ORA?

Aziraphale: sinceramente ho paura.

Me:  di me? Fai bene.

Aziraphale: ...

ADDIO ARCOBALENI

A New Beginning {AziraCrow} Where stories live. Discover now