Così non va

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Erano passati tre anni da quando Aziraphale era tornato in Paradiso, tre interminabili anni che Crowley non usciva dallo studio nella libreria, dove si era chiuso a chiave a piangere e a bere, sapendo che nessuno si sarebbe più curato di lui da quando il suo Angelo se ne era andato…l’angelo che aveva scelto il Paradiso invece di lui.

Maggie e Nina avevano provato ad entrare nella libreria, a farlo uscire di lì e portarlo a fare una passeggiata per schiarirsi le idee, ma nulla aveva funzionato.
Persino la dolce Muriel non era riuscita a smuoverlo dallo studio, nonostante lei stessa fosse distrutta dalla partenza di Aziraphale.

Crowley si sentiva come in fondo a un pozzo, un pozzo senza fondo che era impossibile da risalire, un vuoto nello stomaco incolmabile, un dolore che neanche le migliori medicine avrebbero potuto curare.
Le sue lacrime erano l’unica cosa che riusciva a far uscire dal suo corpo, l'alcool e le sigarette erano l’unico rimedio per cercare di dimenticare: ma davvero voleva dimenticare tutto?

Aziraphale era stato ciò che nessuno era mai stato per lui: un amico, un fratello…il suo vero amore.
Lo aveva capito sin dal primo istante che quell’angioletto dagli occhi azzurri gli avrebbe sconvolto la vita, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così.

Ripensò alle loro passeggiate nel parco di Londra, alle chiacchierate senza senso su quella panchina, alle loro serate nella stanza di Aziraphale abbracciati sul letto senza fare nulla e ai loro innumerevoli inviti reciproci a pranzo o a cena, dove molto spesso si erano tenuti per mano.

E mentre era nel suo baratro di disperazione e alcool, una luce accecante piombò nella stanza e subito dopo fu sostituita da un leggero odore di shampoo al mirtillo.
L’arcangelo Gabriele rimase sotto shock quando vide le condizioni dell’attuale comandante dell’Inferno e non poté non provare un minimo di pena.

Crowley era sdraiato sulla poltrona di Aziraphale, i capelli rossi erano tutti scompigliati e gli arrivavano alle spalle, era coperto dalla vita in giù dalla coperta a scacchi dell’angelo e la camicia nera era competente aperta, mostrando i suoi pettorali.
Attorno a lui, sul pavimento, c’erano diverse bottiglie di whisky vuote, diversi pacchetti di fazzoletti e due barattoli di Nutella vuoti.

“Per tutti gli arcangeli! Che cos’è successo qui?” esclamò l’uomo, schioccando immediatamente le dita e facendo sparire quel disastro sul pavimento, senza però cambiare l’aspetto del demone.

Crowley, nel sentire quella voce da lui tanto odiata, alzò stancamente lo sguardo e gli rivolse un’occhiataccia. Non si curò minimamente di cambiare il suo aspetto, si limitò a mettersi seduto a gambe incrociate e stringere a sé la coperta a quadri, inspirando il profumo di vaniglia che ancora la impregnava.

“Cosa ci fa sua arroganza nel mondo dei comuni mortali?” domandò Crowley con voce sprezzante, come se il pianto di pochi minuti prima non lo avesse affatto colpito.

“Potrei farti la stessa domanda” ribatté l’arcangelo mettendosi a braccia conserte, guardò Crowley da capo a piedi e si lasciò sfuggire una smorfia.

“E io potrei risponderti che non sono altamente cazzi tuoi” continuò aspro il demone.

“Mi fa piacere che su una cosa andiamo d'accordo” rispose Gabriele con un sorrisetto. “Ma, questa volta, credo che il motivo della mia venuta siano anche affari tuoi”

Almeno un’ora dopo, l’arcangelo uscì dalla libreria e si diresse verso il bar lì accanto, dove sapeva di essere ‘pazientemente’ aspetto da una persona per lui molto importante.
La chiacchierata con Crowley non era andata bene, ma sicuramente sarebbe potuta andare peggio. La cosa importante è che aveva ricevuto l’informazione che gli serviva: amava ancora Aziraphale.

Entrò nel bar con un sorriso sul volto, che si allargò decisamente quando vide il suo demone, il fottuto duce degli Inferi che lo aspettava con già le loro ordinazioni al tavolo.
Gabriele camminò a passo svelto verso quel tavolo, Beelzebub si alzò immediatamente e lo accolse con un sorriso dolce.

“Scusa l’attesa, my Hell. Ho avuto un po' di problemini” ridacchiò l’arcangelo, abbracciando la persona davanti a lui, che ricambiò volentieri il gesto.

“Tranquillo, sono qui solo da due minuti. Questi umani sono terribilmente insopportabili.” sbuffò Beelzebub, sedendosi sulla sedia e guardando il compagno negli occhi.

“Oh lo so, alcuni sarebbero da eliminare” rispose Gabriel, bevendo un sorso della sua cioccolata. “Oh giusto, sempre pronomi maschili tesoro?”

“Femminili” ridacchiò Beelzebub, spostando una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio. “È più…consono qui e mi stanno quasi diventando indifferenti i pronomi che mi dà la gente.”

“Come vuoi tu” disse l’angelo, finendo la bevanda calda. “Parlando di cose serie, Crowley è ancora sottone come sospettavi”

“IO.LO. SAPEVO.” esclamò il demone, ridendo e mostrando un ghigno beffardo, alcuni si voltarono, ma nessuno dei due ci fece caso. “L’ho sempre saputo che tra quei due c’era qualcosa di strano. È incredibile che dopo tanti anni ci stiano ancora girando intorno.”

“Lo so, lo so!” sbuffò l’arcangelo, buttandosi all’indietro sullo schienale della sedia. “Purtroppo è solo Aziraphale che nega l’evidenza”

“Biondo dentro e fuori” ridacchiò Belzebub e Gabriele non poté fare a meno di accennare un sorriso.

“Ora non esageriamo”

“Biondo a metà?”

“Aggiudicato.”



SALVE GENTE.

SONO NUOVA IN QUESTO FANDOM QUINDI ANDATECI PIANO.

HO I TRAUMI POST SECONDA STAGIONE, OK?! QUINDI CI SARÀ MOLTO DRAMA!

DITEMI SE VI PIACE

CIAU ARCOBALENII

A New Beginning {AziraCrow} Where stories live. Discover now