Capitolo 8 - O-shōgatsu

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Vorrei spendere due parole per ringraziare un'autrice molto molto importante per me.
Ebbene, grazie GiovannaFarinola per il tempo che hai dedicato a Hono, Alisea e Acantha. Ti ringrazio per le tue preziosissime correzioni e per esserti affezionata ai miei personaggi. Ultimo, ma non meno importante, grazie per aver scritto e pubblicato su questa piattaforma "Due Vite". Aurora e Stefan hanno saputo appassionarmi come non succedeva più da molto tempo. Mi hai fatto ritrovare la fiducia che avevo perso verso Wattpad. Per me, quindi, è stato un immenso piacere averti conosciuta per caso subito dopo aver riscaricato l'app.

Volevo approfittare di questo momento per ringraziare anche tutte le altre 20 persone che sono arrivate fino a questo punto. È un piacere vedere che la storia sia di vostro gradimento❤

 È un piacere vedere che la storia sia di vostro gradimento❤

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Honō

Anno 167, inverno

Impero Ōta

Il mondo per come l'aveva conosciuto stava finendo. Le fiamme erano ovunque, grandi e minacciose. Stavano divorando tende, case di legno, porte in carta di riso. Honō si trovò in mezzo a uno scenario orrendo. Davanti a lei, un uomo cadde a terra urlando. Aveva il viso bruciato per metà, mentre il fuoco stava lambendo il suo kosode¹⁹ rapido e implacabile. Le grida strazianti si insinuarono nelle sue orecchie prima che il servo, o almeno così lei credeva a giudicare dalla qualità dell'abito, morisse.

Scavalcò il cadavere e proseguì il suo cammino. Intorno a lei nulla era stato risparmiato, nemmeno i bambini. Ce n'era uno schiacciato da un'asse di legno. Dalla piccola testa scorreva un rivolo di sangue che si era mescolato con della poltiglia verde.

Un palazzo rosso dalle intarsiature oro e dai tetti verdi era stato ridotto in pezzi. Le pareti, prima affascianti, erano sporche di fuliggine e bruciate dall'incendio che era in atto. Alzò lo sguardo e capì la ragione di tutto quel disastro: lo Tze stava eruttando e gli abitanti stavano subendo l'ira del dio sulla propria pelle.

Honō lo ammirò in tutta la sua terrificante bellezza. Era enorme se paragonato a lei. La lava sputata fuori stava scavando il suo percorso in mezzo alla città. Quel colore così vivido ipnotizzò la giovane da poco diventata onna-bugeisha. Era fuoco vivo e crepitante. Cantava una canzone che solo lei era in grado di capire. Tra due abitazioni, lei ebbe un assaggio di quella forza. Vide le colonne che le sorreggevano infiammarsi in un battito di ciglia. Sotto i suoi occhi avvenne la distruzione nella sua forma più pura.
E a Honō piacque. Era così che voleva diventare anche lei. Avrebbe ridotto il mondo in cenere se fosse bastato a compiacere suo padre.

Svegliarsi fu come ricevere un pugno al livello dello stomaco. La ragazza rimase immobile sul suo futon²⁰ a fissare il vuoto. Aveva sognato il vulcano più famoso e venerato della storia. All'origine del mondo, quello era stato il primo a nascere sull'isola e a seguire c'era stato tutto il resto. Fiumi, laghi, montagne, colline...

Le Cronache di Dalia - La Volpe e il CorvoWhere stories live. Discover now