CAPITOLO 5 - L'incontro

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Lilith

La mattina dopo, quando scesi al piano di sotto, Esme e Carlisle mi domandarono dove fossi stata il giorno precedente. Erano visibilmente preoccupati.
«A caccia», risposi. Loro si guardarono. «Lilith cara», continuò mia zia «nelle ultime due settimane sono stati rinvenuti due cadaveri, entrambi uccisi con lo stesso modus operandi: un morso sul collo...»
«Non sono stata io», asserii interrompendola.
«Ma i tuoi occhi sono rosso sangue!». Emmett era nel frattempo sopraggiunto e non aveva perso tempo ad intromettersi nella discussione, quasi divertito. Io cercai aiuto nello sguardo di Esme e Carlisle, ma quello che percepii fu una sorta di accordo con le parole dette da Emmett. Non mi restava altro che proseguire nel mio discorso.
«C'è una spiegazione», continuai. «Quando sono stata trasformata, ecco, non so cosa sia successo, ma non sono più cambiata. Sono rimasta una neonata. Solo nelle caratteristiche fisiche, ho comunque affinato le mie abilità nella caccia e riesco a tenere a freno gli istinti. La mia dieta è esclusivamente vegetariana, lo è sempre stata».
Esme e Carlisle si fidarono. Certo, non stavo tenendo in considerazione qualche vittima fatta ad Hong Kong negli anni '70, ma erano tutti esseri che se lo meritavano. Rimasi ferma sulle mie parole. Comunque, la mia natura da perenne neonata l'avrei a breve provata con un'esilarante sfida a "braccio di ferro" con quello spavaldo di Emmett che, una volta perso, se ne andò di casa e ritornò dopo 3 giorni.
«Un'ultima cosa», puntualizzò Esme, bloccandomi mentre stavo per uscire di casa. «Attenta ai confini con i Quileite. Sono visibili perché, tra una parte e l'altra, vi è una sorta di dirupo al cui interno scorre un fiume. Non devi mai attraversarlo, o finirai nel loro territorio».
Io annuii e uscii.
Ups.

Correvo e correvo, senza mai fermarmi. Sta volta non ero uscita per cacciare, ma per svagarmi. Adoravo correre in mezzo alla natura. Quando vissi nelle Filippine, negli anni '50, correre in mezzo alle sue foreste rigogliose era diventato il mio passatempo preferito; sentire la brezza sul viso era una sensazione imbattibile. Forks faceva proprio al caso mio. Ad un certo punto, un odore noto penetrò le mie narici. Mi accorsi di essere vicina al confine. Lo raggiunsi e mi fermai. Alzai lo sguardo. Dall'altra parte, di fronte a me, c'era un lupo maestoso dal pelo rossiccio. I nostri sguardi erano fissi l'uno sull'altro. Ad un certo punto, il suo aspetto cambiò. Piano piano, quel cane gigantesco cominciò ad assumere sembianze umane. Lo riconobbi subito. Era lui, il ragazzo che il giorno precedente mi osservava incuriosito. Per un po' restammo in silenzio. Poi mi resi conto di una cosa che, se fossi stata ancora umana, probabilmente mi avrebbe fatta diventare paonazza: era completamente nudo. Fortunatamente, la mia natura da vampiro mascherava l'imbarazzo.
«Freddino eh?», ironizzai per rompere il ghiaccio. Cavolo che situazione! Lui probabilmente si rese conto a cosa mi stessi riferendo, perché subito prese un mucchio di foglie umide e comincio ad appiccicarsele su tutto il corpo a mo' di mutanda, come se fosse un uomo primitivo. La scena mi fece sorridere, ma cercai di non farmi notare.
«Ecco, ora possiamo tranquillamente interagire», affermò, incollando l'ultima foglia.
«Mi chiamo Seth», proseguì. «E tu sei Lilith immagino. Ti ho vista l'altra volta. Hai varcato i confini, ma non preoccuparti. Non ti ho mai vista prima, quindi presumo tu sia nuova in zona. Non ci saranno conseguenze. Sam esagera sempre».
Io non dissi nulla. Sul suo volto comparve un'espressione visibilmente imbarazzata.
«Beh», proseguì «allora ci si vede al confine!»
Stava per andarsene.
«Cosa ci fai qui?», gli domandai; mi ero decisa a quel punto di proferire parola. Dovetti alzare un po' la voce; anche se l'altra parte non era poi così lontana, era difficile sentire. Lui mi spiegò che si stava tenendo l'addestramento per i lupi "novelli", così li chiamò lui, coloro che si sono appena trasformati. Avrebbe avuto luogo per i successivi 5 giorni, di pomeriggio.
«Bene», sospirò poi «ora devo tornare dagli altri. Ci vediamo, credo». Abbassò lo sguardo. Io sorrisi e annuii. Mi voltai e ricominciai a correre verso casa. Qualcosa in me stava cambiando.

La rivincita in amore di Seth ClearwaterWhere stories live. Discover now