Capitolo 4

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Mi sveglio a causa della luce che entra dalla finestra e mi rigiro nel letto andando a sbattere contro un petto muscoloso.
La mia testa mi urla di staccarmi, che finirei con il bruciarmi un'altra volta e questo sarebbe anche peggio ma il mio corpo non sembra intenzionato a muoversi, così per una volta abbandono la mia parte razionale e mi accoccolo al suo petto mentre lui mi stringe il fianco e così, con lui a farmi da scudo, mi riaddormento.

Pov's Filip

Mi sveglio intorno alle 11, lei sta ancora dormendo ed è stretta a me, ieri sera ci siamo addormentati sul divano e quando sta mattina presto la luce l'ha svegliata ho pensato di stringermi a lei per farla riaddormentare.
È così bella, non credo di aver mai visto una ragazza così genuina e semplice, essendo un calciatore tutti si aspettano che mi circondi di supermodelle, ragazze tutte rifatte e vuote dentro ma la verità è che non mi è mai importato niente dello status sociale di qualcuno, d'altronde io non sono sempre stato un calciatore ricco.

Provo ad alzarmi senza svegliarla ma con scarsi risultati ovviamente, si rigira nel letto ed io ne approfitto per alzarmi e sgattaiolare a fare una doccia prima di preparare la colazione, ieri sera mi ha detto che ama i pancake quindi provo a prepararli.
Dunque: uova, latte, farina, zucchero, il burro non ce l'ho, l'olio andrà bene uguale no? Massì dai, iniziamo!
Dunque devo montare a neve gli albumi, cosa significa? Dannazione ma sono così difficili da preparare questi maledetti pancake?
Io:"Ma chi ha inventato questi dolci della morte?!" Inizio ad imprecare in serbo finché l'albume non mi esplode in faccia, è ufficiale: non metterò mai più piede in cucina se non per mangiare.

All'improvviso sento una leggera risata dietro di me e mi blocco, la cucina è un casino ed io sono peggio di quest'ultima.
S.M:"Buongiorno, hai bisogno di una mano?" Noto che ha addosso una mia felpa, magari ha freddo.
S.M:"Scusa, ho preso una tua felpa, se ti dà fastidio la tolgo." È super imbarazzata e le tue guance si tingono di rosso, sembra una bambina, soprattutto perché la felpa le sta enorme.
Io:"Nono, non ti preoccupare. Però ti prego, mi dai una mano? Sono impossibili da fare questi cosi!" Ridacchia leggermente e poi mi dice di sedermi, risolve tutto lei.

Dopo circa una mezz'oretta siamo seduti a tavola a fare colazione ed i pancake sono veramente ottimi.
Io:"Sei una maga!"
S.M:"Sì ma almeno ingoia invece di sputarmi addosso!" Subito mi faccio serio e le chiedo scusa, ho il terrore di fare qualcosa di sbagliato e quando succede che mi sento così tendo ad allontanare chiunque.

Io:"Ora forse è il caso che vai, avrai sicuramente qualcosa da fare." Lei mi guarda e, dopo avermi lasciato la felpa sulla sedia, esce di casa sbattendo la porta.

Pov's Sofia
Sono una cretina, ma cosa pensavo? Che potessimo diventare amici? Ma per favore, lui è un calciatore di fama internazionale ed io una persona qualunque. Devo dimenticare questi giorni e tornare ad essere solo una tifosa, d'altronde lo sono sempre stata e non saranno questi incontri ravvicinati con lui a farmi cambiare idea.

La domenica pomeriggio penso sia la cosa più noiosa che esista, passa troppo lentamente e non c'è mai niente da fare ma, come a leggermi nel pensiero ecco che Alice piomba in casa mia, anche se ormai potrei definire "casa nostra".

Io:"Qual buon vento ti porta qui?" Chiedo mentre preparo il caffè ad entrambe.
A.P:"Usciamo a cena stasera? Solo noi due, niente calciatori di mezzo." Mi chiede facendo la croce sul cuore, come quando eravamo bambine.
Sorrido e annuisco contenta, tra l'università e tutto il resto ultimamente passavamo poco tempo insieme solo noi due.
A.P:"Perfetto, passo alle 20, penso a tutto io. A dopo!" Mi lascia un bacio veloce sulla guancia per poi sparire, questa è tutta matta.

Considerando che sono già le 18 inizio a farmi una doccia con calma per poi decidere come vestirmi.
Opto per una gonna semplice nera ed un maglioncino infilato dentro con ai piedi degli stivaletti e le parigine, un trucco leggero leggero e, mentre finisco di preparare la borsa, Alice mi manda un messaggio per avvisarmi che è sotto casa così prendo il cappotto e scendo.

Io:"Ma sei bellissima!" È vestita veramente bene ed è strano per lei, di solito esce in tuta, soprattutto se siamo solo noi due.
A.P:"Volevo farmi bella per la mia amica, tutto qua." Afferma guardando la strada mentre guida per chissà quale ristorante.
Mentre parliamo del più e del meno inizio a riconoscere la strada e per poco non mi viene un colpo.
Io:"Alice, come si chiama il ristorante?" Le chiedo sapendo già la risposta.
A.P:"Si chiama casa Kostic, so perfettamente che ho mentito ma era a fin di bene, c'è una cena là e lui mi ha chiesto di portarti perché sa che se ti avesse scritto l'avresti bloccato seduta stante."
Io:"Ed infatti aveva ragione, riportami a casa." Affermo incrociando le braccia, Filip è l'ultima persona che ho voglia di vedere.
A.P:"Troppo tardi, ho già parcheggiato e spento la macchina quindi o sali o resti in macchina tutta la sera con il rischio che ti rapiscano." Afferma scendendo dalla macchina.
Purtroppo il mio buon senso ha la meglio e mi decido a scendere dalla macchina, seguendola per entrare in casa di Filip, anche se la strada la conosco.
Fortunatamente la porta ce la apre Dusan, con cui Alice sembra essere entrata in confidenza ed io sono felice per lei. Questa sera, oltre al padrone di casa e il numero 9 ci sono anche Federico e Lucia, Manuel e Thessa, Nicolò e Giulia ed infine Fabio e India, sembra a tutti gli effetti una cena tra coppie ed io mi chiedo cosa diavolo ci facciamo noi qua.

Dopo una mezz'oretta passata a chiacchierare con le ragazze, che si sono rivelate molto simpatiche ed alla mano, vedo arrivare in tutto il suo splendore Filip dal secondo piano con addosso una camicia con le maniche arrotolate ed i primi due bottoni aperti.
Sarà una lunga serata.

Destino/Filip Kostic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora